Veltroni consiglia al PD di discutere un governo con il M5S

L'ex leader consiglia al Partito Democratico di stare all'opposizione ma poi, a sorpresa, apre ad altre prospettive come il governissimo del presidente oppure l'esecutivo tecnico

Walter Veltroni in una lunga intervista rilasciata ad Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera torna a consigliare il Partito Democratico di stare all’opposizione ma poi, a sorpresa, apre ad altre prospettive come il governissimo del presidente oppure a un governo tecnico:



«A Renzi non riserverò nessuna delle parole che furono riservate da Renzi alle persone che in altri momenti avevano avuto responsabilità di guida della sinistra. Rispetto il suo lavoro, lo rispetto come persona. Il problema non è lui; è molto più serio, più profondo, più sconvolgente. La sinistra ha perso tutte le elezioni dal 2014.

È come il conte Ugolino, ha divorato i suoi figli uno dopo l’altro; e ciascuno che arrivava pensava che tutto cominciasse con lui. È il momento di ricostruire una comunità che si è perduta, fatta anche dalla pluralità dei punti di vista e dal confronto con chi la pensa diversamente».



Il Pd deve stare all’opposizione?
«All’opposizione sì. Ma deve esserci un governo. È giusto che a fare proposte siano altri, chi ha avuto un successo elettorale».

Una maggioranza Lega-5 Stelle?
«Non la auspico, non ho mai condiviso la logica del tanto peggio tanto meglio. Il Pd sia un interlocutore non degli altri partiti, ma del presidente della Repubblica. Sarebbe sbagliato, per evitare le elezioni, rispondere di sì a chiunque chieda al Pd, dopo averlo insultato, di sostenere il proprio governo.



Ma può darsi si creino le condizioni, attorno a un’iniziativa del presidente, per dare al Paese un governo che eviti il ricorso alle urne e affronti la legge elettorale e la questione sociale».

Dialogo con i 5 Stelle?
«Dipende se i 5 Stelle insistono nel pretendere l’appoggio al governo scritto prima del voto, oppure concordano che non è tempo d’imposizioni. Se a fine crisi, sotto la regia del capo dello Stato, emergesse un’ipotesi a certe condizioni programmatiche — adesione chiara all’Europa, politiche sociali, ius soli, qualità e indipendenza dell’esecutivo —, il Pd farebbe bene a discuterne».

Meglio i 5 Stelle della Lega?
«Una parte del nostro elettorato è finita ai 5 Stelle; una piccola nella Lega, il resto, tanto, nell’astensione. Il Pd fa bene per ora a stare dov’è. All’opposizione».

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