Un diciassettenne ucraino di nome Vadim è ricoverato al centro grandi ustionati dell’ospedale Sant’Eugenio di Roma e lotta per la vita dopo aver eroicamente salvato sua madre, intrappolata su un autobus andato a fuoco mentre entrambi cercavano di scappare dall’Ucraina. Il gesto gli ha causato gravi ustioni su metà del corpo, al momento è in condizioni gravissime dopo essere stato trasportato nella Capitale con un volo di emergenza della Guardia di finanza. Dovrà essere sottoposto a una serie di interventi delicati. Ieri mattina ha ricevuto la visita dell’assessore alla sanità della Regione Lazio Alessio D’Amato.
“Vadim – ha sottolineato l’esponente della giunta Zingaretti – è arrivato venerdì all’Ospedale Sant’Eugenio in condizioni gravissime, con ustioni sul 50% del corpo. È rimasto gravemente ferito per tentare di portare via la madre dal pullman andato a fuoco con cui stavano fuggendo dai territori di guerra. È il primo paziente ucraino ad essere preso in carico, a livello nazionale, in un centro ustionati gravi. Nei prossimi giorni sarà sottoposto ad interventi chirurgici. Ringrazio il personale dell’ospedale Sant’Eugenio e le équipe del reparto che si stanno prendendo cura del ragazzo. Forza Vadim!”.
Fin dall’inizio della guerra l’Italia ha messo a disposizione dei profughi ucraini le risorse del suo sistema sanitario nazionale. Il primo marzo un bimbo di appena un anno è arrivato all’ospedale pediatrico Bambino Gesù, con i propri genitori: era stato tracheostomizzato all’età di 4 mesi, con una diagnosi di paralisi cerebrale infantile. I genitori avevano attraversato il confine ed erano riusciti a raggiungere con mezzi propri l’Italia, dove grazie all’aiuto di alcuni parenti erano arrivati in provincia de L’Aquila prima del trasferimento nel Lazio. Più recentemente, il 7 maggio scorso, grazie a un volo gestito dalla Centrale Remota Operazioni Soccorso Sanitario (CROSS) 16 pazienti oncologici ucraini sono arrivati nel nostro Paese, distribuiti tra Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Liguria, Toscana, Umbria, Marche, Lazio e Campania.
(immagine di copertina: post Facebook Alessio D’Amato)