Vaccini obbligatori a scuola e all'asilo

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-10-16

Per iscrivere i figli all’asilo o alle elementari il prossimo anno sarà necessario «l’obbligo di certificazione dell’avvenuta effettuazione delle vaccinazioni» per le cinque obbligatorie. La svolta del ministero contro i cretini dei vaccini

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Per iscrivere i figli all’asilo o alle elementari il prossimo anno sarà necessario «l’obbligo di certificazione dell’avvenuta effettuazione delle vaccinazioni», che deve attestare che il bambino è in regola almeno con quelle obbligatorie: difterite, tetano, poliomielite ed epatite B. È scritto nero su bianco a pagina 11 del nuovo Piano nazionale vaccini, che ripristina il vecchio obbligo, come riporta oggi La Stampa in un articolo di Paolo Baroni.

Vaccini obbligatori a scuola e all’asilo

Il Ministero della Salute sta valutando la possibilità di un’ordinanza sull’obbligo di vaccinazioni per chi va a scuola, mentre sono in corso colloqui sindacali sull’ipotesi di togliere la convenzione col Sistema Sanitario ai medici che sconsiglino le vaccinazioni, perché ‘infedeli’ verso il SSN, ha confermato ieri a Milano Ranieri Guerra, Direttore Generale Prevenzione al Ministero della Salute, intervenuto a una conferenza stampa nell’ambito del Congresso nazionale della Società Italiana di Igiene (Siti). Spiega La Stampa:

Il via libera definitivo delle Regioni è atteso il prossimo 20 ottobre. Ma il dado sembra tratto. Anche perché sulla sua proposta il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha già incassato il via libera di pediatri, Istituto superiore di Sanità, magistrati e degli stessi assessori regionali alla Sanità. Allarmati come tutti dal calo delle coperture vaccinali. In molti casi scese al di sotto di quella soglia minima del 95% considerata di sicurezza dalla comunità scientifica internazionale. «Bisogna che l’accesso alla scuola pubblica sia coerente alle vaccinazioni obbligatorie. Il diritto alla salute è costituzionale come quello agli studi», dice a chiare lettere il coordinatore degli assessori regionali alla Sanità, l’emiliano Sergio Venturi.
Di reintrodurre l’obbligo di vaccinazione per le scuole primarie parla anche il disegno di legge fresco di firma del deputato Pd Filippo Crimi. Anche se il ritorno al passato avverrà quasi sicuramente per le vie brevi del «Piano nazionale di prevenzione vaccinale». Il prezzo dell’operazione è già stato fissato: 200 milioni. Molti meno di quel che costa al servizio sanitario la fuga dai vaccini. Solo per la meningite 47 milioni che si sarebbero potuti risparmiare immunizzando bene la popolazione, ha calcolato la Società di pediatria. Basta moltiplicare per i 12 vaccini tra «raccomandati» e «consigliati», che la cifra sale sopra il mezzo miliardo.

Un piano che servirà forse a combattere la disinformazione che gira tra i genitori: il 33% dei padri e delle madri del Belpaese pensa che i vaccini siano più pericolosi delle malattie da cui devono difenderci, secondo un’indagine Datanalysis. Ma quel che è più grave la maggioranza di chi vaccina i figli non lo fa correttamente. Il 46% non ha fatto tutti i richiami per quelli obbligatori e solo il 15% ha somministrato tutte le dosi per quelli «raccomandati».

Vaccini a scuola: le regioni e le province dove si vaccina di meno (La Repubblica, 14 ottobre 2015)
Vaccini a scuola: le regioni e le province dove si vaccina di meno (La Repubblica, 14 ottobre 2015)

La svolta del ministero della Salute

Nel frattempo un decalogo sul ‘futuro delle vaccinazioni in Italia’ è stato presentato dal presidente dell’ Istituto Superiore di Sanità Walter Ricciardi e da Roberta Siliquini, presidente del Consiglio Superiore di Sanità, intervenuti a una conferenza stampa nell’ambito del Congresso nazionale della Società Italiana di Igiene (Siti). Un decalogo “che fa parte integrante – ha sottolineato Siliquini – del piano vaccinale italiano presentato al Ministero già nello scorso giugno e di cui si sta discutendo in questi giorni, ma che è stato stralciato e presentato oggi per sottolinearne l’importanza, in un momento in cui le vaccinazioni in Italia sono scese sotto la soglia ‘rischio’ del 95%”. Il decalogo cita quelli che sono i principi guida dei vaccini, a cominciare da sicurezza, efficacia, efficienza, organizzazione. Al quinto posto l’etica: perché “la diffusione di informazioni non basate su prove scientifiche da parte di operatori sanitari è moralmente deprecabile, costituisce grave infrazione alla deontologia professionale oltre che essere contrattualmente e legalmente perseguibile”. Il sesto punto (la formazione), afferma che la vaccinologia deve essere inserita all’interno dei corsi universitari e anche fra gli obiettivi formativi della formazione continua per tutta l’area sanitaria. I servizi sanitari sono poi chiamati anche all’informazione dei cittadini e a proporre strategie vaccinali che impattino significativamente su patologie gravose per la società. Quindi alle vaccinazioni devono essere dedicate risorse economiche e organizzative stabili, mentre va periodicamente valutato anche con studi indipendenti l’impatto di un intervento vaccinale in termini di salute di una popolazione. Infine, il punto 10, secondo cui deve essere favorita la ricerca e l’informazione scientifica indipendente sui vaccini.

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