Dopo il richiamo di Mattarella, il Corriere della Sera pubblica oggi una serie di infografiche che riguardano la copertura vaccinale. Gli ultimi dati sulle coperture vaccinali mondiali, pubblicati da Oms e Unicef, mostrano che l’86% dei bambini, nel 2015, ha ricevuto le 3 dosi obbligatorie del vaccino Dtp3, contro difterite-tetano-pertosse. Il numero di bimbi che non ha ricevuto le vaccinazioni di routine è sceso dai 33,8 milioni del 2000 ai 19,4 milioni del 2015. Il livello di sicurezza è 95%. L’Italia si ritrova sulla soglia del 93,4%.
Quasi due punti in meno rispetto a quella ideale sembrano nulla. Ma se si guardano i dati in dettaglio la situazione è preoccupante, perché solo sei Regioni sono sopra il fatidico paletto: Basilicata, Abruzzo, Lazio, Calabria, Piemonte e Sardegna. E allarmante è anche il trend della copertura media per le vaccinazioni contro poliomielite, tetano, difterite e pertosse. Il calo è costante: 96,1% nel 2012, 95,7% nel 2013, 94,7% nel 2014, fino al 93,4% del 2015. Emblematico il caso della Valle d’Aosta: era la Regione «virtuosa» nel 2005, con il 99,5% di vaccinazioni contro la polio, e dieci anni dopo si è ritrovata sotto la media nazionale (93,40%). «Siamo un Paese a rischio — dice Walter Ricciardi, presidente dell’Istituto superiore di Sanità —. Prima o poi dobbiamo aspettarci casi di infezioni che non facevano più paura». In primo luogo il morbillo, ritenuto innocuo e, al contrario, causa di complicanze severe.
Spiega Margherita De Bac:
L’antimorbillo viene offerto in combinazione con parotite e rosolia (trivalente). La media nazionale è 85,29%, secondo i dati del 2015 pubblicati dal ministero della Salute poche settimane fa. Dati ritenuti «particolarmente preoccupanti» perché segnalano un calo del 5% in appena tre anni (nel 2013 la media nazionale di queste vaccinazioni era del 90,4%). Alcune Regioni, poi, sono ancora più sotto: nelle vaccinazioni contro il morbillo le Marche sono ferme al 79,90%, il Molise al 77,38, la Provincia autonoma di Bolzano si ferma al 68,84%. Le defezioni sono legate alle periodiche polemiche sul presunto legame dell’antimorbillo con l’autismo. Una teoria che non ha mai trovato basi scientifiche e che, anzi, è stata smentita ufficialmente dall’autorevole rivista medica Lancet.
Il sospetto, rilanciato da un medico inglese, nasce dal fatto che i bambini cominciano a mostrare disturbi autistici nei primi due anni, dunque in coincidenza con le prime dosi. La falsa credenza ha alimentato i pregiudizi ideologici di alcune associazioni naturopate con sede al Nord, a Rimini e a Bolzano. Non è un caso che la maggiore ostilità delle famiglie si riscontri in queste aree. L’immunologo del San Raffaele Roberto Burioni ha lanciato l’allarme su Pesaro, la sua città di origine, dove i protetti dalla trivalente sono appena 6 su 10. «C’è pericolo di focolai. Il morbillo può dare encefaliti, otiti, polmoniti con complicanze mortali. Il virus troverebbe terreno fertile», avverte Massimo Agostini, del Dipartimento di prevenzione di Pesaro, Urbino e Fano.