Report ha fatto cattiva informazione sui vaccini anti HPV?

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2017-04-18

Sigfrido Ranucci ieri annunciando il servizio sui vaccini contro il Papilloma virus ha detto di essere a favore dei vaccini. Ma il metodo usato nell’inchiesta sui vaccini anti-HPV è quello comune agli antivaccinisti: mancanza di prove scientifiche, studi inaffidabili e affermazioni campate in aria senza prove

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Quanto è difficile fare corretta informazione sui vaccini? La risposta è “molto”, perché sul tema dei vaccini tutti si professano esperti e in questi anni in molti hanno creato un clima di ostilità nei confronti delle vaccinazioni, che siano obbligatorie, pediatriche o no. Ci sono poi quelli che – pur dichiarandosi apertamente a favore dei vaccini e agendo con il nobile intento di fare chiarezza su alcuni aspetti delle vaccinazioni – finiscono per creare ancora più confusione sul tema. È il caso del servizio di Report andato in onda il 17 aprile sulle reazioni avverse da vaccini, in particolare quelle successive all’iniezione del vaccino contro l’HPV il papilloma virus umano la cui somministrazione in Italia è iniziata nel 2009.
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Manca la correlazione causa-effetto tra vaccini e reazioni avverse

L’intento di Report era quello di denunciare la mancanza di trasparenza da parte dell’EMA, l’Agenzia europea del farmaco che ha autorizzato la commercializzazione e l’utilizzo di due formulazioni di vaccini: il Gardasil e il Cervarix. Secondo Report, che ha intervistato alcune ragazze che denunciano di aver subito delle reazioni avverse in seguito alla vaccinazione, il vaccino non è sicuro e soprattutto AIFA ed EMA non avrebbero vigilato a sufficienza sulla sicurezza dei vaccini immessi sul mercato affidandosi unicamente agli studi commissionati dalle due case farmaceutiche produttrici dei due vaccini. La domanda che è venuta a tutti coloro che hanno visto il servizio di Alessandra Borella per il programma condotto da Sigrifido Ranucci è: ma allora il vaccino contro l’HPV non è sicuro anzi è pericoloso? Report non lo dice esplicitamente, né potrebbe farlo perché a fronte di oltre un milione di persone vaccinate in Italia contro l’HPV i casi riportati di reazioni avverse sono poche migliaia. Non ci sono inoltre prove scientifiche che stabiliscono in maniera certa una correlazione causa-effetto tra la somministrazione del vaccino contro il papilloma virus e i sintomi riferiti dalle ragazze intervistate da Report. Questo non significa che i sintomi non siano reali, tutt’altro, ma non sono (fini ad ora) stati attribuiti in maniera certa alla vaccinazione. Ed è questo il primo problema del servizio di Report: nessuno, nemmeno le case farmaceutiche, nega la possibilità che un vaccino possa causare una reazione avversa in alcuni particolari individui. Quello che viene messo in discussione è che quelle particolari sintomatologie possano essere legate in maniera inequivocabile alle due formulazioni dei vaccini contro l’HPV. Ad oggi la correlazione è stata fatta dai pazienti (che sono stati intervistati da Report) ma non è stata corroborata da dati scientifici certi. Perché Report non solleva il dubbio della mancanza di una correlazione causale? Sembra quasi voler sostenere il criterio della mancanza di scientificità come prova (cosa che tornerà utile in seguito).

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Fonte: EMA

La mancanza di trasparenza dell’EMA non significa che i vaccini siano pericolosi

Questa però è solo una delle questioni affrontate dalla trasmissione di Rai Tre che nel suo servizio affronta il tema più ampio della farmacovigilanza: chi controlla che i farmaci (tutti i farmaci, non solo i vaccini) prodotte dalle tanto temute (e potenti) case farmaceutiche siano sicuri? Il compito a livello europeo spetta appunto all’EMA (mentre in Italia all’AIFA) e Report contesta che l’organo di controllo europeo sia poco trasparente nelle sue valutazioni e che si affidi troppo spesso e in maniera “sospetta” agli studi prodotti dalle stesse case farmaceutiche che – come è facile intuire – hanno tutto l’interesse a vendere i medicinali (ivi compresi i vaccini). Report solleva anche il dubbio, anche qui senza fornire prove, che per far approvare l’immissione sul mercato di Gardasil e Cervarix siano state pagate delle tangenti. È vero? È falso? Allo stato attuale non è possibile dirlo ma una cosa è sostenere, come fa ad esempio anche il farmacologo Silvio Garattini dell’Istituto Mario Negri che EMA non sia sufficientemente trasparente nelle sue decisioni, un’altra è affermare che i vaccini contro l’HPV (ma il ragionamento a questo punto vale per qualsiasi farmaco o vaccino) sia stato immesso sul mercato grazie alle pressioni esercitate dalle case farmaceutiche produttrici ovvero truccando i dati scientifici, in particolare quelli sulle reazioni avverse e pagando gli esperti per ottenere pareri favorevoli. Lo stato attuale della ricerca scientifica dice che i vaccini contro HPV sono sicuri. Lo stato attuale del funzionamento di EMA dice invece che la trasparenza del sistema di farmacovigilanza deve e può essere migliorato. Perché Report parla di farmacovigilanza solo rispetto ai vaccini  e non per gli altri farmaci? Sembra quasi voglia lasciare intendere che il problema sono solo i vaccini e non tutti i farmaci.
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La ricerca scientifica sui vaccini contaminati che non dimostra nulla

Ma ci sarà qualche ricerca scientifica che dimostra che i vaccini sono pericolosi, si saranno detti a Report. Ma certo che c’è, è la “famosa” ricerca condotta da Antonietta Gatti – laureata in fisica ed esperta di Undici Settembre, Balcani e nanoparticelle – assieme al marito Stefano Montanari che ha scoperto la “contaminazione” da metalli pesanti all’interno di decine di vaccini. Lo studio è stato pubblicato sull’International Journal of Vaccines and Vaccination una rivista scientifica che non ha nessun Impact factor e che con ogni probabilità è una di quelle riviste dove basta pagare una piccola somma per poter essere pubblicati. Report evita accuratamente di menzionare o intervistare Montanari (forse per paura di screditare la Gatti) e ci spiega delle pericolosissime sostanze e impurità che contaminano i vaccini, tra questi anche (ma non solo) quelli contro l’HPV. L’alluminio – spiegano – potrebbe essere la causa dei sintomi raccontati dalle ragazze ad inizio del servizio. Ecco scoperto l’inganno delle case farmaceutiche con la complicità dell’EMA e dei medici che  non hanno inviato i rapporti all’istituto di farmacovigilanza. Insomma è tutto un grande complotto per nascondere che i vaccini contro l’HPV sono pericolosi (anche se le reazioni avverse riportate sono poche migliaia e anche se si utilizza uno studio fuffa per dimostrarlo). Ma c’è di più: Ranucci in conclusione snocciola le cifre sui casi di morti in Europa e in Italia per cancro alla cervice. Gli ultimi dati, fa sapere il conduttore, sono poco precisi e non si sa bene quante siano le vittime di questa forma tumorale. Insomma, Ranucci suggerisce che il vaccino oltre ad essere dannoso sia anche inutile. Il punto è che in primo luogo la mortalità per questo tipo di cancro è di per sé molto bassa ed in seconda istanza per vedere gli effetti delle vaccinazioni bisognerà attendere almeno altri dieci anni, quando le prime bambine vaccinate nel 2009 (all’età di dieci anni) saranno adulte e “a rischio”. Qual è la conseguenza di un servizio del genere? Che gli antivaccinisti (quelli veri) si sono convinti che Report abbia “dimostrato” che tutti (case farmaceutiche, agenzie di vigilanza, medici, ricercatori) ci mentono sui vaccini. Altri invece hanno “capito” che il vaccino contro l’HPV non solo è dannoso ma è anche inutile. Quindi le premesse “non siamo contro i vaccini” vengono ribaltate dalla conclusione dove Report sferra, senza alcuna prova scientifica, un duro colpo ai vaccini facendo un grande favore agli antivaccinisti.

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