L'Università di Barcellona dice no all'omeopatia

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2016-03-16

Il master universitario in Spagna chiude. Per una volta non per mancanza di fondi ma di prove scientifiche. Del resto cosa c’è da ricercare quando un grande medico nel 1798 ha già detto tutto quello che dobbiamo sapere su come curare con acqua e zucchero disturbi che all’epoca non erano nemmeno stati diagnosticati?

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L’omeopatia esce dall’Università di Barcellona. Non sarà più possibile infatti frequentare il Máster en Medicina Homeopática e imparare così, pagando poco meno di 10mila euro, quella tecnica “terapeutica” inventata a fine 1700 dal medico tedesco Samuel Hahneman che riteneva – in un’epoca in cui la medicina moderna aveva già iniziato a muovere i primi decisivi passi – che si potesse curare il simile con il simile diluendolo milioni di miliardi di volte.

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La pagina – ora rimossa – che pubblicizzava il master in omeopatia dell’Università di Barcellona

Il master per apprendisti stregoni

Finalmente anche l’Università di Barcellona ha preso atto che l’omeopatia non serve a nulla nonostante ci siano persone che ritengono che con un po’ di acqua e zucchero ben diluiti sia possibile curare il cancro, l’ebola, l’autismo (è un caso che per alcuni si tratti di tre invenzioni della scienza medica?). Peccato che – come ha dimostrato una ricerca australiana sulla “letteratura medica” omeopatica – non esista uno studio che sia uno in grado di dimostrare scientificamente che l’omeopatia è in grado di guarire anche la più semplice e banale malattia. Cercherò di essere più esplicito: in più di duecento anni nessun omeopata è riuscito a dimostrare che l’omeopatia funziona. Quelli che oggi danno la colpa a Big Pharma che affossa l’omeopatia perché vuole guadagnare sulla pelle dei malati dovrebbero riflettere sul fatto che non è per quello che l’omeopatia è una barzelletta: lo era da prima che Big Pharma esistesse. Ma c’è di più, secondo l’OMS l’omeopatia non è una cura e per lo Stato italiano chi vende “rimedi” omeopatici deve indicare chiaramente sull’etichetta che si tratta di medicinali per i quali  non vi è, allo stato, evidenza scientificamente provata della efficacia del medicinale omeopatico o antroposofico. Insomma posso anche consigliarvi di bere un litro d’acqua con dentro un milligrammo di zucchero ma devo farvi sapere che tutto quello che vi sto dicendo non ha alcun fondamento scientifico. E chi non vorrebbe farsi curare così? E così dopo le numerose proteste seguite allo scandalo della multinazionale Boiron (credete che le multinazionali siano solo quelle di Big Pharma?) che si era comprata una cattedra in omeopatia all’Università di Saragozza e una petizione online rivolta al rettore dell’ateneo per la soppressione del corso anche l’Università di Barcellona ha deciso di abolire il corso biennale per sommelier di acqua fresca che aveva aperto nel lontano 2004. Alla fine di questo biennio quindi i venti alunni che attualmente frequentano il corso saranno gli ultimi a potersi fregiare di aver conseguito il Master in Omeopatia. La decisione è stata duramente contestata dall’Accademia Medico Omeopatica di Barcellona che ha rilasciato un comunicato stampa nel quale stigmatizza la decisione dell’ateneo dal momento che il master era l’unico corso riconosciuto dall’European Committee for Homeopathy per poter ottenere l’abilitazione alla pratica omeopatica medica e veterinaria in Spagna. Il colpo inferto dall’Università di Barcellona alle pseudoscienze potrebbe quindi essere più duro di quello che si potrebbe pensare.
omeopatia logica
Come riporta El Pais Barcellona non è la prima università iberica a dire addio alle pseudoscienze, nel 2009 l’Università di Siviglia aveva cancellato il suo master, nel 2013 la stessa cosa aveva fatto l’Università di Cordova mentre la cattedra Boiron in Omeopatia venne abolita solo nel 2014, dopo cinque anni di proficua (immaginate per chi) collaborazione. Segno dei tempi? Sicuramente tra le motivazioni c’è anche una diffusa crisi della vendita di rimedi omeopatici, la Boiron ad esempio ha chiuso il 2015 con un fatturato di poco più di seicento milioni di euro (leggermente in calo rispetto al 2014). In Spagna la multinazionale del farmaco allo zucchero è alla testa di un settore con un giro d’affari annuale di 60 milioni di euro (e non sessanta miliardi come si legge in giro). Tutti soldi che come potete immaginare non vengono reinvestiti nella ricerca – del resto cosa c’è da ricercare quando un grande medico nel 1798 ha già detto tutto quello che dobbiamo sapere su come curare con acqua e zucchero disturbi che all’epoca non erano nemmeno stati diagnosticati?

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