Tutti i grillini che sono contro il DDL Cirinnà

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2016-01-28

Il MoVimento 5 Stelle ha deciso che voterà a favore del DDL Cirinnà sulle unioni civili tra persone dello stesso sesso. Ma a quanto pare non tutti sono d’accordo. Anche se chi ha espresso il suo dissenso è stato espulso. Ma non tutti

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Oggi su Libero possiamo leggere un pezzo di Brunella Bolloli che ci racconta di come nel Movimento 5 Stelle sia in atto una cacciata dei cattolici, ovvero di quegli attivisti e portavoce che sono contrari all’approvazione del testo sulle unioni civili in discussione in Parlamento. Secondo la Bolloli in questi giorni stanno piovendo lettere di sospensione (quelle inviate a nome dello Staff di Beppe Grillo) «guarda caso indirizzate a chi ha deciso di partecipare al Familyday di domenica». Ovviamente dal momento che il tutto non avviene alla luce del sole i confidenti della Bolloli sono tutti anonimi. Tutti tranne uno, Paolo Palleschi, il grillino cattolico (così ama definirsi) che l’anno scorso era pronto a scendere in campo con Noi con Salvini, uno dei partiti civetta del Capitano della Lega 2.0.

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Il titolo di Libero sulle presunte espulsioni dei cattolici del M5S (fonte: Libero)

 

Come è stata decisa la linea del MoVimento 5 Stelle sul DDl Cirinnà

Del resto le regole del MoVimento, se pur confuse sono sempre quelle: chi non è d’accordo con la linea del partito se ne deve andare. Succede nel PD, succede anche negli altri partiti. Ma dal momento che il Family Day è alle porte allora Palleschi può raccontare che la sua colpa è quella di essere cattolico e di essere “tra gli organizzatori del Family Day” (specificando poi di essere nel servizio d’ordine). Del resto Andrea Aquilino, un ex-pentastellato con cui Palleschi aveva organizzato dell’incontro in Vaticano del 18 ottobre 2013 tra una delegazione di parlamentari del M5S, composta dal senatore Nicola Morra e dai deputati Alessandro Di Battista e Massimo Artini, con monsignor Angelo Becciu, Sostituto alla Segreteria di Stato. Sempre con Aquilino, che è stato espulso dal MoVimento a settembre 2014 (quindi in tempi non sospetti) Palleschi aveva firmato la lettera dei pentastellati dove veniva contestata la manifestazione del bacio gay messa in atto dal MoVimento dopo il voto parlamentare sul disegno di legge Scalfarotto. Nella lettera si leggeva quanto segue:

«Sul disegno di legge Scalfarotto e sulle unioni civili i parlamentari del Movimento 5 Stelle dovrebbero astenersi perché non possono prendere decisioni così importanti su temi non previsti nel programma, come hanno sempre detto Grillo e Casaleggio. Il Movimento, inoltre, dovrebbe rinviare ogni decisione a una capillare consultazione in rete. Poi, in base ai risultati del sondaggio, elaborare un nuovo punto del programma da presentare agli elettori al prossimo appuntamento elettorale».

È vero che il tema delle unioni civili e dei diritti degli omosessuali non era nel programma del MoVimento, infatti quando il senatore pentastellato (poi espulso) Luis Alberto Orellana avanzò per primo in questa legislatura una proposta simile diversi furono i malumori nel partito di Grillo, dovuti però più ad una questione formale che a resistente dei cattolici grillini. Quello che veniva chiesto era che fosse “la Rete” ad esprimersi su questa questione sulla quale i portavoce non avevo ricevuto esplicitamente mandato popolare (non essendo nel programma). Ed incredibilmente è successo che il 28 ottobre 2014 (quindi in tempi decisamente non sospetti per il Family Day) si sia tenuta una consultazione online su unioni civili e convivenze, ovvero proprio sul testo base del DDL Cirinnà che era allora in discussione in commissione giustizia al Senato. Già all’epoca c’è da dire alcuni iscritti certificati del blog di Grillo (21.360 hanno votato sì e 3.908 no) avevano espresso la loro contrarietà al DDL perché si faceva riferimento alle “adozioni gay”. Come abbiamo spiegato, e come ha spiegato anche il senatore-portavoce Alberto Airola in un post su Facebook la Stepchild Adoption non significa “adozioni gay”, ma una cosa sostanzialmente – e nella forma – ben diversa:
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C’è chi come Andrea Tosatto, soprannominato “l’Apicella di Grillo” da Aldo Grasso a questo punto chiede che si torni a votare sul blog perché – a suo dire – non sarebbe stato spiegato bene agli attivisti certificati cosa stavano andando a votare. Ma non è l’unico a opporsi al voto favorevole sulla Cirinnà, però c’è da dire che le resistenze di certi attivisti a cinque stelle che si possono leggere un po’ ovunque in questi giorni sono difficilmente ascrivibili ad un presunto problema con i cattolici del MoVimento. Si tratta invece per la maggior parte del sempre ricorrente tema del “non fare patti con il PD/Renzi/la maggioranza” che è stato il leit motiv dell’azione politica del M5S in questi due anni e mezzo. Nei giorni scorsi sulla pagina di Manlio Di Stefano c’è stata parecchia discussione nel merito.

Marta Grande, Tiziana Ciprini e Azzurra Cancelleri, le pentastellate contro il DDL Cirinnà

Dopo aver spiegato quindi che persone come Paolo Palleschi probabilmente non sono state diffidate dall’usare il simbolo del MoVimento perché “sono tra gli organizzatori del Family Day” ma perché in passato volevano andare con Matteo Salvini (e se vuoi andare in un altro partito perché dovresti stare nel M5S?) bisogna dare conto che esiste davvero una pagina di Amici del M5S per la famiglia naturale rivolta a tutti gli attivisti e gli elettori del M5S sensibili alla difesa dei diritti della famiglia naturale la cui copertina raffigura un branco di pecore arcobaleno che segue un caprone nero (OMG SATANA) sull’orlo del precipizio mentre una pecora bianca (candida e immacolata) va verso la salvezza.
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Ed è anche vero che Marta Grande, Tiziana Ciprini e Azzurra Cancelleri hanno partecipato in compagnia di gente del calibro di Paola Binetti, Rocco Buttiglione, Carlo Giovanardi Roberto Formigoni a una riunione del comitato “Parlamentari per la famiglia“, coordinato dal deputato Alessandro Pagano di Ncd, durante il quale si è discusso del Family day in programma per il 30 gennaio. Non sorprende la posizione critica della Ciprini, tempo fa aveva preso parte ad un convegno dove con i soliti toni apocalittici aveva parlato di «un nuovo modello di società tra fluidificazione di ruoli di genere e di identità, riassetti di potere, ruolo dell’UE e studi sull’epigenetica, dove il rosa di LEI e l’Azzurro di LUI saranno sostituiti dall’ARANCIONE dell’UNISEX e dove per riprodursi sarà necessario ricorrere a nuove TECNOLOGIE RIPRODUTTIVE, a pagamento».

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Il convegno sul Post-umano e sul transumanesimo (tema caro ai complottisti)

Che spiega perché il giorno dopo il convegno con i parlamentari Pro-life la Ciprini abbia postato questa immagine su Twitter con la quale intendeva probabilmente denunciare la pratica dell’utero in affitto che secondo lei sarà la conseguenza del DDL sulle unioni civili.
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Il tweet nel quale la Ciprini accusava i gay di voler comprare i bambini

Cosa succederà se Ciprini, Grande e Cancelleri voteranno no al DDL Cirinnà, in aperto dissenso con la linea del partito (Alberto Airola ha ribadito che il M5S voterà sì) e soprattutto con l’indicazione di voto stabilita dagli attivisti certificati sul blog?
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L’onorevole Giulia Di Vita spiega che in quel caso si potrebbe aprire una spaccatura con il resto del gruppo parlamentare
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Alberto Airola ci ricordava che i diritti civili non possono essere strumento di ricatti e ripicche, almeno per il M5S.
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