Le Regioni continuano ad andare in ordine sparso sulla disciplina dei tirocini extracurriculari, quelli cioè realizzati al di fuori di un percorso di istruzione. Si tratta di stage formativi e di orientamento, rivolti a disoccupati e a lavoratori in cassa integrazione, ma anche a chi vuole cambiare lavoro e a persone disabili e svantaggiate. Una platea di oltre 300mila persone l’anno, per la maggior parte giovani, secondo gli ultimi dati del ministero del Lavoro. Il Sole 24 Ore oggi spiega che a distanza di sei mesi dalle novità previste nelle linee guida per le Regioni sono solo sei gli enti che si sono pienamente adeguati: (Lazio, Calabria, Sicilia, Basilicata, Veneto, Lombardia) più la provincia autonoma di Trento, secondo il rapporto di monitoraggio realizzato dal centro studi Adapt. A queste si sono aggiunte Marche, Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta entro la fine del 2017.
Infine,in base alle risposte fornite al Sole 24 Ore dagli assessorati regionali al lavoro, Friuli-Venezia Giulia e Sardegna sono in dirittura d’arrivo: la prima prevede l’entrata in vigore delle nuove regole entro la metà di febbraio, la seconda dopo il recepimento della giunta regionale attende il via libera definitivo. Anche in Campania l’iter è vicino alla conclusione: vaglio dell’ufficio legislativo e poi passaggio in consiglio regionale. In Toscana la proposta di legge sta per andare in Giunta.
In base alla regione in cui si trova, un tirocinante può ricevere un’indennità minima mensile da 300 a 800 euro. Al livello più basso troviamo Sicilia e Molise, mentre la più generosa è la regione Lazio (800 euro). Nel mezzo tutte le altre, con la maggior parte dei rimborsi spese fissati tra i 450 e i 600 euro.