Taglio del cuneo fiscale: oltre i 35mila euro il prelievo sale fino al 60%

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-01-23

La simulazione: nello scaglione di redditi lordi che va dai 28.000 ai 55.000 (in termini di stipendio netto mensile circa dai 2.000 ai 3.000 euro, in pratica redditi medi) e dove si paga l’aliquota del 38 per cento, l’Irpef pesa ancora di più. Un lavoratore dipendente che ha un reddito lordo di 48 mila euro ne porta a casa solo 30.285, cioè il 63,09 per cento

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Se si sale sopra i 28 mila euro di reddito lordo annuo l’Irpef, con lo scudo del bonus che si riduce, torna a mordere. Roberto Petrini su Repubblica spiega oggi che secondo le simulazioni realizzate dal centro studi Eutekne un lavoratore dipendente che ha un lordo annuo di 12.000 euro con il bonus scende, una volta pagate tasse e contributi, ad 11.135 euro, cioè porta a casa il 92,79 per cento della retribuzione lorda.

Il cuneo si assottiglia fino quasi ad estinguersi: si può dire che lo Stato non può fare di più se non erogare servizi aggiuntivi oppure dovranno essere i contratti di lavoro ad essere più generosi. Al salire dei redditi, quando il bonus comincia a declinare, l’aliquota Irpef comincia a mordere: è il fenomeno che i tecnici chiamano “aliquota marginale effettiva”: in parole povere il contribuente pensa di pagare un’aliquota del 38 per cento, ma siccome le sue detrazioni fiscali decrescono, paga molto di più. Si calcola, ad esempio, che con il vecchio bonus Renzi, che aveva un decalage tra 24.600 e 26.600 euro, ogni 100 euro che si guadagnavano in più 48 andavano al fisco solo a causa della riduzione del bonus, senza contare altri 27 prelevati dalla consueta aliquota Irpef per quel reddito.

«Con il nuovo bonus tra 35.000 e 40.000 euro l’aliquota marginale effettiva sarà del 60 per cento, il che significa che se ad esempio un dipendente con reddito 35.000 riceve un incremento di stipendio di 1.000 euro, in realtà il suo reddito netto aumenterà solo di 400 euro», spiega Massimo Baldini dell’Università di Modena. Come ha messo in luce Simone Pellegrino su lavoce.info, con il nuovo bonus, per il quale si attende il decreto del governo dopo l’accordo dei giorni scorsi, quasi 5 milioni di lavoratori che sarebbero penalizzati dal fenomeno dell’“aliquota marginale effettiva”.

taglio irpef
Quanto resta in tasca dopo tasse e contributi (La Repubblica, 23 gennaio 2020)

Se si sale più in alto, posizionandoci nello scaglione di redditi lordi che va dai 28.000 ai 55.000 (in termini di stipendio netto mensile circa dai 2.000 ai 3.000 euro, in pratica redditi medi) e dove si paga l’aliquota del 38 per cento, l’Irpef pesa ancora di più. Un lavoratore dipendente che ha un reddito lordo di 48 mila euro ne porta a casa solo 30.285, cioè il 63,09 per cento.

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