“Non dobbiamo avere fretta di togliere le mascherine”

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A Che tempo che fa il ministro della Salute Roberto Speranza fa il punto sulle vaccinazioni e quello che ci aspetta per i prossimi mesi

A Che tempo che fa il ministro della Salute Roberto Speranza fa il punto sulle vaccinazioni e quello che ci aspetta per i prossimi mesi



“Non dobbiamo avere fretta di togliere le mascherine”

“Non dobbiamo avere fretta di smettere queste abitudini che tanto ci hanno aiutato in questi mesi, dobbiamo gestire questo passaggio con grande cautela. Facciamo ripartire tutte le attività, la mascherina non è un prezzo enorme, poi appena ci saranno le condizioni la toglieremo prima all’aperto e poi eventualmente al chiuso. Non abbiamo fretta”, ha spiegato Speranza. “Con molti vaccinati il tracciamento sarà sicuramente più facile – spiega il ministro – con numeri più bassi, dobbiamo sequenziare per capire come cambia il virus. Ci sono dei fondi, stiamo lavorando per rafforzare il più possibile la nostra rete. I numeri che abbiamo sulla variante indiana sono figli di una analisi che ci dice che la variante inglese è la prevalente sfiora il 90%, quella brasiliana il 7% e l’indiana l’1%. Continuare a controllare giorno per giorno quello che avviene a questo virus è fondamentale. Sono fiducioso ma manteniamo ancora un atteggiamento di gradualità, non dimentichiamo i giorni difficilissimi che abbiamo passato. E poi ancora molte persone non sono convinte del vaccino, con queste bisogna parlare, insistere, perché la vaccinazione è la vera arma essenziale per riprenderci definitivamente le nostre vite”. Il ministro ha poi confermato quanto detto da diversi esperti sulla necessità di una terza dose di vaccino anti covid: “In questo momento non abbiamo certezze ma tutti i nostri ricercatori ci dicono che sarà molto probabile dover ricorrere a una terza dose come richiamo necessario ed eventualmente ci potranno essere anche modifiche dei vaccini per poter coprire alcune varianti. Io ho 42 anni e dopo il 3 giugno anche io potrò avere il vaccino, ho scelto di vaccinarmi presso il mio medico di medicina generale e credo sia giusto. Dobbiamo passare da una fase di straordinarietà a una di ordinarietà nell’affrontare questa epidemia: va bene vaccinare in tutti gli spazi possibili e immaginabili, ma se penso a un tempo più lungo li luoghi preposti alla vaccinazione devono tornare ai loro scopi originari e i 40mila medici di medicina generale possono essere la leva essenziale per gestire la fase ordinaria”.