The dark side of Spelacchio: il Natale a Roma al tempo dei bandi a 5 Stelle

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2017-12-11

Il punto non è quanto sia bello o brutto. Il punto è che il Natale quando arriva arriva, e a Roma se ne sono accorti a metà novembre. E così il Comune a 5 Stelle ha fatto l’ennesimo affidamento diretto ad una ditta che da anni si occupa della gestione del servizio addobbi in Piazza Venezia. Ma la mangiatoia è chiusa eh

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Spelacchio, l’abete della Val di Fiemme che adorna il Natale di Roma in Piazza Venezia, ha scatenato numerose polemiche. Il suo aspetto “dimesso” non è stato giudicato degno del palcoscenico della Capitale. Dall’altra parte i 5 Stelle si sono affrettati a far sapere ai romani che “da quando Virginia Raggi è sindaca di Roma, al presepio manca la mangiatoia”. Insomma, l’albero sarà anche bruttarello, ma la città ha “ben altri problemi” e se non altro ora grazie alla Raggi nessuno più ruba soldi pubblici.

Il Comune si accorge a novembre che arriverà Natale

Spelacchio, che quando è illuminato non è poi così malie, però ha anche un lato oscuro. In che modo la Raggi ha posto fine alla mangiatoia? Stando a quanto ha più volte detto la sindaca la soluzione è stata quella di fare tutto nella massima trasparenza e soprattutto tramite i bandi. Il bando per Spelacchio in effetti è stato fatto e il Comune ha stanziato 48 mila euro per la gestione degli addobbi e del trasferimento dell’arbusto donato dalla Magnifica Comunità di Val di Fiemme- Cavalese(Trento). Ma come ha scoperto Roma Fa Schifo la determina dirigenziale per lo svolgimento per la gara è data 13 novembre. L’abete avrebbe dovuto essere posizionato in Piazza Venezia appena venti giorni dopo, il 1 dicembre. Motivo per cui nella determina era prevista la possibilità di procedere d’urgenza con una procedura di affidamento diretto senza gara. Cosa che pare essere puntualmente avvenuta.

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Il giorno successivo alla determina che prevedeva l’indizione della gara è stata avviata la procedura di Trattativa Diretta che ha poi consentito l’affidamento all’Impresa “ECOFAST SISTEMA S.r.l.” del “Servizio di ritiro, trasporto eccezionale, posizionamento di n. 1 abete di 20/22metri circa per il Natale 2017 da collocare a Roma – Piazza Venezia, comprensivo di rimozione e smaltimento al termine delle festività natalizie”. Importo dei lavori: 39.899,24 IVA esclusa. Curiosamente sotto la soglia dei 40mila euro che per legge obbligherebbero il Comune a indire una gara pubblica. Non che per il M5S questa sia una novità, visto che qualche tempo fa nell’XI Municipio lavori per un importo complessivo pari a 270mila euro vennero affidati opportunamente frazionando gli importi in contratti di 39.900 euro per rimanere sotto la soglia dei 40 mila euro che permette di poter affidare i lavori senza gara.

Perché il Comune di Roma non ha cercato degli sponsor?

A rendere ancora più interessanti le cose c’è il fatto che anche lo scorso anno fu proprio la ECOFAST ad aggiudicarsi l’affidamento per il servizio di allestimento e ritiro dell’albero di Piazza Venezia. Anche l’anno scorso il Comune a 5 Stelle ha indetto con un certo ritardo (il 10 novembre) la gara. Gara che andò deserta e così il 25 novembre 2016 Roma Capitale si vide costretta dall’urgenza ad affidare il servizio alla ECOFAST. Ancora una volta procedura di affidamento diretto (perfettamente legale e legittima) e senza gara d’appalto. Secondo Roma Fa Schifo la ECOFAST si è aggiudicata tutti i lavori per l’allestimento dell’albero in Piazza Venezia negli ultimi anni, anche prima dell’avvento della giunta Raggi. Senza nulla togliere alla competenza dell’azienda la decisione di ricorrere a quelli che i 5 Stelle a parti invertite chiamerebbero “i soliti noti” non è certo il segnale della “chiusura della mangiatoia”. Anche perché dopo aver visto le condizioni dell’albero alla partenza dal Trentino c’è chi ha sollevato il dubbio che il trasporto non sia stato svolto correttamente.
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Del resto se il lavoro lo fanno sempre gli stessi, per un importo più alto di quello stanziato nel 2015 (che era di 38mila euro) in che modo si può sostenere che la mangiatoia non ci sia? Delle due l’una: o prima non c’era e quindi i 5 stelle parlano a vanvera oppure, visto che le modalità e i costi sono simili, la mangiatoia c’è ancora. Questo però non saremo noi a dirlo, sarà l’Amministrazione Comunale a dover spiegare – se ci sono – le differenze. Per il momento ci limitiamo a registrare che sui bandi pubblici il MoVimento 5 Stelle non ha fatto alcun passo avanti.
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Da quelli dimenticati a quelli annullati (come ad esempio quello per Roma Multiservizi) fino a quelli rinviati (quello per il servizio rimozione delle auto in divieto di sosta) il vento stenta a cambiare. E non si tratta di casi isolati, a giugno il bando per la manutenzione del verde pubblico era stato sospeso perché non a norma. Prendendo a prestito le parole della Sindaca Virginia Raggi: «seguire le procedure di legge richiede tempo» e i tempi lunghi ci sono sì, ma «perché facciamo le gare. Resistiamo alle minacce». Nel caso di Spelacchio, dal momento che Natale non è proprio un’emergenza forse si poteva prevedere di fare il bando per tempo evitando l’ennesima figuraccia. Magari cercando degli sponsor che si facessero carico delle spese. Ma per quello ci vuole tempo, ci vuole programmazione.

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