Il sospetto di Renzi: «Vogliono farmi fuori»

di Mario Neri

Pubblicato il 2017-06-29

Il retroscena sul Corriere della Sera: «Non mi vogliono far arrivare in piedi alle politiche»

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Il Corriere della Sera riporta in un retroscena a firma di Maria Teresa Meli che il segretario del Partito Democratico Matteo Renzi teme che vogliano farlo fuori dalla corsa alle elezioni politiche e non consentirgli di candidarsi a presidente del consiglio. Curiosamente, nel pezzo di Fabio Martini pubblicato dalla Stampa si parlava proprio della possibilità per il PD di candidare Enrico Letta a premier con l’avallo di Romano Prodi. Scrive il Corriere:

«Non mi vogliono far arrivare in piedi alle politiche. Mettere in discussione le primarie dopo neanche due mesi significa voler distruggere tutto». E ancora: «Vogliono far passare l’idea che a me interessa solo tornare a palazzo Chigi e che sacrifico la linea politica del Pd a questo. È inaccettabile». Renzi è preoccupato e non nasconde questo stato d’animo ai suoi. Franceschini è partito all’attacco dopo la dichiarazione di Prodi.
Il segretario e i suoi collaboratori si interrogano sul perché dell’uscita dell’ex leader dell’Ulivo che era «studiata» e sulle altre sue possibili mosse: «Se Romano dicesse che il Pd ha cambiato dna un po’ di male ce lo farebbe». E poi, c’è forse anche l’obiettivo di staccare dei pezzi del partito che finora sono stati con Renzi? Delrio e Gentiloni, per esempio? Del resto, il tentativo di seminare zizzania tra il premier e il segretario, secondo i renziani è in atto da tempo. «Ma non riusciranno a farmi litigare con Paolo», assicura il leader.

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Le correnti del PD

Come di consueto in occasioni come questa, si cominciano a fare i conti dei voti, stavolta per la direzione del 10 luglio:

Nel Transatlantico rimbalzano i sospetti e i dubbi. I componenti della Direzione (che si riunirà il 10 luglio) sono 120 e 64 sono di assoluta fiducia del segretario. Quindi come pensa Franceschini, che ne ha solo 20, di scardinare le cose? Non gli basta giocare di sponda con Andrea Orlando, dovrebbe lavorare su Maurizio Martina, ragiona qualcuno. Mentre altri danno Piero Fassino in rotta di allontanamento da Renzi. Si accavallano le ipotesi, si torna a parlare di elezioni anticipate come di una strada per uscire dall’impasse.

Ma, come tanti anni di Democrazia Cristiana ci insegnano, basta avere un obiettivo comune. I numeri, dopo, si trovano sempre. Ma sarà davvero quello di far cadere Renzi l’obiettivo comune di Franceschini e degli altri?

Leggi sull’argomento: Perché Prodi è tanto arrabbiato con Renzi

 

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