Il Corriere della Sera pubblica oggi questa infografica che somma tutte le differenze tra il sistema tedesco e la versione italiana. Correzione dopo correzione, spiega Dino Martirano, l’originale rimane sullo sfondo anche se il testo concordato da Pd, FI, M5S e Lega ruota intorno alla soglia di sbarramento del 5% che in Germania seleziona l’ingresso in Parlamento delle forze politiche minori. Tutto il resto cambia. Nel sistema italiano, nel caso che il candidato nel collegio uninominale non superi il 50%, il primo a risultare eletto è il capolista del listino bloccato. I secondi a essere eletti sono i candidati che hanno vinto nei collegi in base ai voti ottenuti. I terzi a conquistare il seggio sono gli altri candidati del listino bloccato. Infine, ma solo nel caso avanzassero dei seggi, risultano eletti i candidati che nei collegi non hanno vinto.
Ma ci sono anche altre differenze significative. Nel sistema tedesco il voto all’uninominale serve per la scelta dei rappresentanti, non è determinante per stabilire il numero complessivo dei seggi assegnati a una lista. Da noi invece il voto di lista determina l’assegnazione complessiva dei seggi con metodo proporzionale. In Italia, poi, a differenza della Germania, non è detto che arrivare primi in un collegio uninominale garantisca l’elezione (la lista può avere ottenuto meno seggi al proporzionale rispetto alle vittorie nei collegi).
In Germania poi i candidati della quota proporzionale sono scelti in listini bloccati: ce n’è uno per ogni Land; in Italia sono previste 29 circoscrizioni nelle quali possono essere presentati listini da 1 fino a 6 candidati. In Italia poi il voto non può essere disgiunto: non si può votare un candidato nell’uninominale e una lista a lui non collegata nel proporzionale: in questo caso il voto viene annullato. Anche lo sbarramento non è identico: in Germania per partecipare alla distribuzione dei seggi una lista deve ottenere almeno il 5% dei voti nella quota proporzionale o eleggere almeno 3 candidati nei collegi uninominali. In Italia vale solo lo sbarramento del 5% per accedere al Parlamento.