Simone Pillon: la caccia alla strega del senatore leghista

Il neoeletto senatore della Lega, fondatore del Family Day ha già annunciato quale sarà il contenuto della sua prima interrogazione: via le streghe dalle scuole! A scatenare la caccia alle streghe la notizia dell'apparizione della "strega Romilda" in una scuola elementare di Brescia

L’educazione Gender? Le lezioni per “omosessualizzare” i nostri figli fin da piccoli? I libri utilizzati manipolare la mente dei bambini per convincerli che essere omosessuali non è una cosa sbagliata? Roba vecchia, a preoccupare i devoti cattolici, nell’anno del Signore 2018 sono le lezioni di stregoneria. Avete letto bene.



Tremate, tremate le streghe son tornate

A lanciare l’allarme è il neoeletto senatore leghista Simone Pillon, già braccio destro dell’ideatore del Family Day Massimo Gandolfini. Nelle scuole di Brescia, denuncia Pillon su tutti i social a sua disposizione “dopo il Gender sono arrivati a imporre la stregoneria”. E non stiamo parlando per il momento di lezioni di scienze sulla Teoria dell’Evoluzione (che senza dubbio contraddicono quanto insegnato nella Sacra Bibbia) ma del fatto che in alcuni istituti scolastici si sia presentata “all’insaputa dei genitori” una strega.



A dare la notizia è la Nuova Bussola Quotidiana, sito di riferimento del cattolicesimo digitale del popolo del Family Day. Nell’articolo si legge che nella Scuola primaria di Mocasina è “comparsa” una donna che si è presentata con il nome di “Romilda” e che diceva di essere «la strega sincretica interculturale». la “strega Romilda” avrebbe fatto bere ai bambini delle “pozioni” e regalato loro degli amuleti. I genitori che hanno chiesto l’anonimato hanno raccontato di aver visto «quella donna arrivare in controsenso con la macchina». Un chiaro segno di possessione diabolica (peccato che sia leggermente diffamatorio). Ma non finisce qui. Una volta a casa si è rivelato il potere diabolico degli amuleti. Non si sa come mai questi improvvidi genitori hanno consentito ai figli di tenerli (pur sapendo che si trattava di un dono stregato). Ed ecco quindi che un bambino che ha subito il trauma di dormire con una conchiglia sotto il cuscino «ha sanguinato dal naso sporcando tutta la federa, un altro bambino dal giorno dopo la visita della strega ha cominciato a svegliarsi agitato la notte e a non dormire. Un altro ha fatto due volte la pipì a letto».



La psicosi si diffonde rapidamente, sapientemente alimentata da Pillon e da un altro articolo della Bussola Quotidiana. Il sito rivela che non è la prima volta che “Romilda” fa capolino nelle scuole del bresciano e anche nel 2016 era stata evocata (non sappiamo se con il rituale magico del POF) alla scuola di Mocasina. Curiosamente però nessun genitore ha denunciato episodi di possessione demoniaca dopo quella prima apparizione. Evidentemente all’epoca erano tutti attenti a controllare che i figli non tornassero a casa con il rossetto o con addosso una gonnellina. La Bussola Quotidiana scava a fondo nel profilo Facebook della strega scoprendo tutta una serie di post e racconti per bambini che nascono insegnamenti demoniaci e richiami alle pozioni. La semplice idea che in alcuni casi si tratti di metafore (proprio come quelle delle fiabe classiche) non sfiora la mente dei giornalisti che prendono tutto alla lettera.

Chi è Ramona Parenzan, la “strega” di Mocasina

Fin qui la storia raccontata a chi crede alle streghe e all’ideologia Gender. La realtà dei fatti è diversa. La “strega” si chiama Ramona Parenzan, è laureata in filosofia ed autrice di libri per adulti e minori. Dal 2000, si legge in una lettera aperta che la Parenzan ha inviato ai rappresentati della scuola di Mocasina, si occupa di intercultura “sia come insegnante di italiano per adulti e minori stranieri, sia, infine, come formatrice presso scuole di ogni ordine e grado”. Nei suoi libri la “strega” tratta di argomenti molto delicati come ad esempio il bullismo, l’autismo, il ritardo cognitivo e l’adozione. Argomenti sui quali ci sono molti stereotipi e pregiudizi culturali.

La terribile fiaba di Mariam e la Balena raccontata dalla Bussola Quotidiana

Sembra davvero incredibile che una professionista che da anni opera nel settore della formazione possa essere capitata a scuola “di nascosto” anzi, come sostiene la Bussola Quotidiana “senza ostacoli insieme all’insegnante di supplenza di Italiano, incolpevole di essere stata assunta solo pochi giorni prima dei fatti”. Sembra quasi un caso di ipnosi collettiva. Eppure la Parenzan aveva già collaborato con l’istituto. La Dirigente scolastica dell’istituto comprensivo di Bedizzole, Prof.ssa Sabina Stefano, ha spiegato a neXt Quotidiano che il laboratorio della Parenzan fa parte di un percorso educativo promosso dalla biblioteca comunale di Calvagese che da 15 anni collabora con il plesso scolastico.

Nella fattispecie si tratta di un laboratorio interculturale per avvicinare i bambini al mondo delle altre culture e alla loro modo di raccontare la realtà. Il progetto, diversamente da quello che sostiene il senatore Pillon e scrive la Bussola Quotidiana era stato presentato e approvato dal Collegio Docenti e dal Consiglio d’Istituto. Il 15 novembre 2017 era stato presentato in un’interclasse, alla presenza dei rappresentati dei genitori che quindi erano a conoscenza del laboratorio. La Sabino conferma che la dottoressa Parenzan ha già collaborato negli anni scorsi con altri laboratori e precisa che non è vero, come è scritto sulla Bussola, che “la coordinatrice delle prime elementari non sapeva nulla del progetto” dal momento che quella docente di prima elementare lo ha esposto all’interclasse. Senza contare che i documenti sono in aula docenti.

La storia di Mariama e la Balena, spiega inoltre la dottoressa Parenzan «è finalizzato perlopiù a promuovere la conoscenza di storie, ritualità culturali (natural chalk sul volto di origine nigeriana e non solo) e narrazioni tratte dalla favolistica popolare di differenti Pesi (perlopiù Asia e Africa). Le narrazioni sono state da me performate all’interno di uno sfondo integratore “magico e immaginoso” molto gradito dai bambini che insieme a me hanno simulato un viaggio attraverso 4 Paesi: Afghanistan, Pakistan, Gambia e Sudan cantando, danzando e ascoltando fiabe che ospitano codici e valori comuni e universali (la gentilezza, la generosità, la mitezza etc)». Gli “amuleti”? Servivano per la rappresentazione teatrale e creare il “contesto” per la narrazione. La professoressa Sabino precisa di non aver ricevuto alcuna lamentela da parte dei genitori e che i docenti dell’istituto sono sempre a disposizione per fornire qualsiasi chiarimento.