Il sottosegretario Sileri che ammette il fallimento dell’app Immuni

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Ha confessato il flop dell'applicazione per il tracciamento. E, messo alle strette da Floris, è apparso poco convinto su una domanda: "Chi ha deciso di non fare come l'Inghilterra e vaccinare il maggior numero di persone con la prima dose senza mettere nel cassetto le seconde?"

Che fine ha fatto l’app Immuni per il tracciamento? Stasera il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri ha ammesso che l’applicazione sia stata sostanzialmente un flop. Si è ingannato, lo stava per dire proprio con la sua bocca, ma è rientrato in carreggiata. Il messaggio però è passato, e in studio da Giovanni Floris a Di martedì lo hanno capito tutti: l’app Immuni è stato un fallimento. “È stato scaricato solo da 11 milioni di persone”, ha detto. E si sa, che per funzionare avrebbe dovuto essere scaricata da un numero molto più alto. E infatti ormai da mesi sembra essere scomparsa dai radar, così come il tracciamento. Come mai? Non solo l’hanno scaricata in pochi, ma quei pochi che la possiedono non la usano. E infatti quanti di voi ne hanno più sentito parlare? Da mesi ormai è scomparsa, e ha fatto più parlare di sé per questioni di privacy che per altro. E – ahinoi – su questo c’è poco da dire: è un fatto. E il sottosegretario alla Salute lo ha ammesso.



Sileri, Immuni, e la decisione di mettere le seconde dosi dei vaccini da parte

Poi un altro punto su cui è stato interrogato da Giovanni Floris: “Chi ha deciso di non fare come l’Inghilterra e vaccinare il maggior numero di persone con la prima dose senza mettere nel cassetto le seconde?”. La domanda è arrivata spontanea dal conduttore, quando in studio si è iniziato a parlare della differenza con l’Inghilterra, che ora vanta numeri molto vantaggiosi. Tanto che ieri a Londra per la prima volta dopo svariati mesi non è stato registrato alcun decesso per covid. “Noi abbiamo seguito il protocollo dell’Ema”, si è limitato a dire Sileri. Ma incalzato da Floris, che gli ha fatto notare di come sia stata una decisione politica su cui la classe dirigente avrebbe potuto decidere, si è limitato a fare spallucce: “Lo dice l’Ema”.