Tutti gli avvocati di Sesso, Droga e Pastorizia

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2017-03-13

La farsa continua: Andrea Diprè, Gian Marco Saolini e Nina Moric rappresenteranno Sesso Droga e Pastorizia in tribunale. Ma il primo non è più iscritto all’albo degli avvocati, il secondo è un troll e la terza sta solo conducendo una battaglia personale contro Selvaggia Lucarelli

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Sesso, Droga e Pastorizia è nei guai non solo perché la pagina principale è stata chiusa e quindi ora i poveri pastori devono ricominciare da capo a costruire la loro fan base per promuovere eventi e vendita di magliette e cappellini con il logo fatto con Paint ma anche perché nei confronti di molti di loro sono state minacciate numerose cause legali. Ma dal momento che anche il peggior criminale ha diritto ad un avvocato difensore per patrocinare la causa della pagina sono scesi in campo diversi professionisti e principi del foro che si sono offerti di rappresentare gli utenti, gli admin e la pagina stessa qualora si dovesse andare davanti ad un giudice.

Diprè è informato sui fatti

Il primo a farlo è stato naturalmente il sibaritico avvocato Andrea Diprè che ha annunciato di aver ricevuto il mandato difensivo da Sesso Droga e Pastorizia i cui admin sarebbero (Diprè non è molto chiaro) stati citati come persone informate sui fatti (quindi non sarebbero indagati) ai sensi dell’articolo 377 del Codice di Procedura Penale. Il che è strano per due motivi: il primo è che in quanto persone informate sui fatti le persone citate non hanno bisogno dell’avvocato e in secondo luogo perché l’avvocato Diprè non risulta attualmente iscritto all’albo degli avvocati. Come ha raccontato più volte lui stesso infatti l’ordine degli avvocati di Trento ha cancellato la sua iscrizione (non è stato radiato) ed è sufficiente fare una ricerca nella sezione anagrafica del Consiglio Nazionale Forense per scoprire Diprè attualmente non risulta iscritto presso altri ordini territoriali.
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Teoricamente se nel frattempo Diprè si fosse iscritto all’estero potrebbe lo stesso esercitare la professione in Italia ma non sembra probabile, tanto più che quando Diprè estrae il tesserino mostra chiaramente quello dell’ordine degli avvocati di Trento (dove non risulta iscritto).

Meglio chiamare Saolgudmani

Mentre Diprè “spolvera” il suo codice di procedura penale in attesa di riscriversi all’albo non resta che affidarsi ai buoni uffici dell’avvocato Gianmarco Saolgudmani che si offre per difendere il mezzo milione di utenti di Sesso Droga e Pastorizia dalle accuse mosse da Selvaggia Lucarelli. Ovviamente non è un vero avvocato ma un’altra delle incarnazioni/interpretazioni di Marco Corrosa/Marco Staone, noto troll dell’Internet che risponde al nome di Gian Marco Saolini social media manager già autore del sito il Corriere del Corsaro (ed eminenza grigia dell’account Gianni Malvagio che prende in giro la bontà di Gianni Morandi). Saolini/Saolgudmani dice di voler difendere tutti gli utenti di Sesso Droga e Pastorizia compresi anche quelli di Pastorizia Never Dies tra i quali figura anche l’attuale fidanzato della Lucarelli che è stato “beccato” a scrivere commenti cattivi sul gruppo segreto di Sesso Droga e Pastorizia (quando in realtà li ha scritti sul suo profilo privato). Si tratta di ben tre commenti pubblicati nel 2011, una recente scoperta da parte degli admin del gruppo che hanno deciso di farne un’arma per far notare le incongruenze della giornalista del Fatto che predica contro i pastori e il loro black humour ma che poi sta assieme ad uno di loro. In mancanza di argomentazioni vere l’attacco personale è diventato l’unica arma di difesa.
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Una scoperta che ha mandato in visibilio un altro degli avvocati d’ufficio di Sesso Droga e Pastorizia, ovvero Nina Moric, finalmente soddisfatta di aver colto sul fatto “la Lucarelli” che avrebbe trovato la prova che la giornalista del Fatto “è coinvolta” in prima persona perché il fidanzato ha postato tre commenti su Pastorizia Never Dies. Già ce li vediamo dal giudice questi avvocati a spiegare che non si può denunciare la diffusione di link contenenti file illegali o di dubbia provenienza solo perché qualcuno ha lasciato tre commenti che nulla hanno a che fare con la vicenda della Bibbia. Perché il punto che amministratori e seguaci di queste pagine dimenticano è che il problema non è il cosiddetto (e banale) black humour o il politicamente scorretto del quale si sono auto nominati portabandiera in Italia (e che sarebbe il “crimine” contestato anche al fidanzato della giornalista) ma la diffusione dei link per scaricare la famigerata Bibbia dove molte ragazze inconsapevoli sono state stalkerate e sono diventate oggetto di cyberbullismo. Questi link, che ora vengono prontamente rimossi fino a qualche tempo fa rimanevano senza problemi all’interno dei gruppi segreti che producono materiale (quello sì invece perfettamente legale) da diffondere sulla pagina pubblica per disseminare il verbo di Pastorizia (o della Fabbrica del Degrado). Gli admin si sono sempre difesi dicendo che era impossibile monitorare l’attività delle decine di migliaia di utenti e per questo motivo alcuni link e alcuni contenuti illegali sfuggivano al controllo. Controllo che ora invece – nonostante i numeri degli utenti siano gli stessi – viene applicato in maniera ferrea e inflessibile. Se ora quindi non ci sono difficoltà a controllare la diffusione dei link della Bibbia come mai prima “era impossibile”? Viene il dubbio che prima il materiale della Bibbia venisse lasciato tacitamente circolare all’interno del gruppo segreto come moneta di scambio per alimentare il senso d’appartenenza: gli utenti “lavorano” gratuitamente alla produzione di meme riciclati e materiale da postare nella pagina e in compenso ricevono dagli admin la possibilità di far parte di un circolino segreto dove era possibile trovare anche materiale proibito che solo gli insider avevano il privilegio di poter ottenere.

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