Le intercettazioni dei servizi segreti su scafisti e ONG

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2017-04-28

I contatti e le prove di cui parla il procuratore Zuccaro consistono in colloqui captati dall’intelligence: «Potete mandarli, noi siamo qui». Ma non sono utilizzabili in un processo

article-post

Le prove di cui parla Carmelo Zuccaro sono intercettazioni dei servizi segreti tedeschi e olandesi, non utilizzabili come evidenze in Italia. Perché non sono state acquisite secondo le regole della procedura penale italiana. Per questo l’indagine del procuratore capo di Catania, che si poggia su report creati senza l’autorizzazione preventiva di un magistrato, ha basi poco solide.

Le intercettazioni dei servizi segreti su migranti e ONG

«Alcune agenzie – diceva anche ieri Zuccaro al sito LiveSicilia – che non svolgono attività di polizia giudiziaria (intendendo cioè dei servizi segreti, ndr), hanno documentato i contatti ma si tratta di atti che non posso utilizzare processualmente, anche se mi danno la conoscenza certa che questo avviene». Il rischio, insomma, è che il caso finisca nel nulla per mancanza di prove processualmente valide. «Ci sono dei natanti di Ong che superano i confini delle acque internazionali, staccano i transponder (i segnalatori satellitari, ndr) per non farsi localizzare e rendersi invisibili a chi li deve monitorare. Vi sono Ong che prendono chiamate dalla Libia in cui si dice: Stiamo per mettere in mare i gommoni, intervenite!». Spiega Francesco Grignetti sulla Stampa:

Questi rapporti, ai sensi della legge 124 sui servizi segreti, sarebbero acquisibili dal magistrato, tramite una delega specifica alla polizia. Ma forse non possono bastare per impiantarvi un procedimento penale. Occorre molto di più. Servirebbe ad esempio qualche prova concreta di un trasferimento di soldi che accompagni i «contatti». Zuccaro lo sa, perciò ha dato disposizione ai suoi investigatori di seguire prioritariamente i flussi finanziari. Ha anche chiesto rinforzi specialistici a Roma.
E certo ha trovato un orecchio attento nel ministro dell’Interno, Marco Minniti, che ieri in Parlamento da una parte ha invitato a evitare «giudizi affrettati, attenendosi quindi ad una rigorosa valutazione degli atti», ma dall’altra ha riconosciuto le questioni sollevate dai deputati di Forza Italia «non possono essere sottovalutate».

carmelo zuccaro ong
I punti di soccorso delle ONG (Corriere della Sera, 28 aprile 2017)

Intanto sono 22mila i migranti sbarcati sulle coste italiane dal 1° gennaio al 27 marzo. Il 51 per cento in più rispetto allo stesso periodo del 2016.

I soldi alle ONG

Zuccaro però sembra ridimensionare le frasi sull’attacco all’economia italiana che facevano sembrare le sue tesi a un passo dal Piano Kalergi: «Dai bilanci delle Ong che abbiamo acquisito è evidente che abbiano una disponibilità finanziaria enorme. Ora, se è giustificato che organizzazioni di comprovata solidità come Msf o Save the children possano contare su questa disponibilità, lo è molto di meno per altre. Stiamo lavorando per sapere chi sono questi finanziatori, se oltre quelli dichiarati ce ne sono altri e da dove provengono questi soldi. Che un’organizzazione come Moas possa spendere 400mila euro al mese è un dato che merita un approfondimento», ha detto oggi nell’intervista a Repubblica.

navi ong
Le navi delle ONG (La Repubblica, 28 aprile 2017)

Il procuratore, segnala Il Fatto, ha rivelato un colloquio radio captato tra “persone a terra in Libia” e altre su una nave che rispondono “potete mandarli… noi siamo qui”.

Come è nata la storia delle ONG e degli scafisti

La Stampa ricorda oggi che a sollevare il caso è stato il Financial Times che il 15 dicembre, citando fonti confidenziali, denuncia «la possibile interazione tra Ong al lavoro nel Mediterraneo e trafficanti di uomini». Il 27 gennaio ci torna Die Welt con un’intervista a Fabrice Leggeri nella quale il capo dell’agenzia europea Frontex chiede la revisione delle operazioni di salvataggio in mare e accusa le Ong di non collaborare efficacemente con gli organi di sicurezza nella lotta contro il mercato dei migranti. I diretti interessati e le associazioni per i diritti umani rispondono che l’alternativa a salvare vite è abbandonarle alle onde.

mare nostrum triton 3
L’operazione Triton (Corriere della Sera, 11 febbraio 2017)

L’operazione Mare Nostrum è stata lanciata dopo il naufragio di Lampedusa nell’ottobre 2013 e si è chiusa a fine 2014. L’ha sostituita Triton, che ha funzioni di pattugliamento delle frontiere più che di salvataggio di vite e posizione molto più arretrata. Dei 181 mila migranti arrivati nel 2016 oltre 46 mila sono stati soccorsi dalle Ong, circa 35 mila dalla Guardia costiera e il resto da Frontex, mercantili e altro.

Leggi sull’argomento: Come il procuratore di Catania alimenta senza prove i sospetti sulle ONG

Potrebbe interessarti anche