Se la targa contro il femminicidio è maschilista. Bufera sul sindaco leghista

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A Motta Sant'Anastasia la giunta leghista ha impiantato una targa in memoria di Vanessa Zappalà e tutte le donne che hanno perso la vita per mano di un uomo. Ma la scritta è l'inno al maschilismo

Il sindaco di Motta Sant’Anastasia, primo cittadino di una giunta leghista, comune nel catanese, è finito sul banco degli imputati per una targa applicata su una panchina in memoria delle vittime del femminicidio e che sui social è stata giudicata da più parti “maschilista”. Un



“Il valore di un uomo lo vedi nel sorriso della donna che ha accanto”, recita così la frase scelta per commemorare le donne. In. calce, come se fosse una firma, i nomi di battesimo dei promotori di questa iniziativa. Rimane da capire in che modo questa frase commemori le donne. E soprattutto, varrebbe la pena approfondire come ci sia arrivati a queste parole nelle settimane che ci hanno restituito l’ennesima incolpevole vittima di un femminicidio  questa volta proprio in Sicilia.



La targa “maschilista” sulla panchina rossa contro il femminicidio che ha fatto infuriare i cittadini nel catanese. Polemica contro il sindaco

Nel mirino della comunità c’è finito il sindaco del comune, responsabile dell’iniziativa. Il comune di Motta Sant’Anastasia dista solo 30 minuti di auto da Aci Trezza, la sensibilità verso quello che è accaduto è stata tanta in tutto l’hinterland. Ma questa scelta ha irretito tutta la comunità.  “Non credo si possano scegliere parole peggiori per commemorare le vittime di violenza di genere”, si legge nel post con foto sul gruppo di attivisti Laboratori di genere. “Sempre e solo loro al centro dell’universo, che poveracci”, commenta una utente, seguita da chi rilancia: “Chissà chi l’ha messa, bisogna fare un blitz e toglierla” e da chi sottolinea: “C’è poco da indagare, l’amministrazione comunale leghista del mio paese. Lo so, è squallido sottolineare che trattasi di amministrazione leghista ma così è”.

Anche alcuni consiglieri comunali hanno detto la loro. “Ringrazio l’Amministrazione leghista di non avermi coinvolto nella realizzazione di questa imbarazzante targa, – scrive il consigliere Festa. – Oltre a inserire i nomi di battesimo dei singoli consiglieri di maggioranza, consegnando al paese un messaggio di parte (per non dire propagandistico) e non universale (così come dovrebbe essere), si utilizza una frase che pone al centro l’uomo e il suo “valore” quantificato dal sorriso di una donna, magari intenta a esprimere il proprio valore, sottaciuto e meno importante di quello dell’uomo, pulendo casa o lavando i piatti. Una frase banale e dannosa. Lo dico sempre, le parole sono importanti e lo sono molto più dei gesti. Purtroppo c’è ancora tanta strada e tanto lavoro da fare”.