«Se la Grecia esce dall'euro rischia anche l'Italia»

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2015-05-22

Pier Carlo Padoan spiega i problemi della Grexit a Repubblica

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Pier Carlo Padoan rilascia una lunga intervista a Repubblica in cui parla della Corte Costituzionale, della sentenza sulle pensioni e dei problemi dei conti pubblici italiani. Nel colloquio con Fabio Bogo e Federico Fubini il ministro dell’Economia parla però anche di Grecia e delle conseguenze del Grexit:

Un programma che è stato fatto al netto delle incognite che possono abbattersi sui mercati. E quella che viene evocata più di frequente è l’uscita della Grecia dall’euro. Anche ieri scintille tra Atene e Berlino. La ritiene possibile o probabile? Si parla anche di un referendum in Grecia.
«Partiamo dai fatti. Io credo che il problema del debito greco sia eccessivamente drammatizzato in modo strumentale da tutti, compreso l’Fmi che su questo ha una visione diversa da quella della Commissione. Il debito non è il vero problema, è sostenibile con una crescita ragionevole e conti in ordine. I tempi per un accordo sono comunque oggettivamente stretti, credo sia il momento che il governo greco metta sul tavolo proposte credibili e azioni concrete su pensioni, mercato del lavoro e sistema fiscale. Sul referendum non mi pronuncio, noto però che dai sondaggi risulta che la maggior parte dei greci a è favore di una permanenza di Atene nell’Eurozona».
In caso di uscita aveva detto di non essere preoccupato di un eventuale contagio per l’Italia. La pensa ancora cosi?
«Il contagio di breve termine non mi preoccupa perché ci sono gli interventi in corso della Bce, ed il Quantitative Easing è uno scudo che funziona. Inoltre la situazione italiana è molto più solida rispetto a due o tre anni fa».

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Tutto a posto dunque?
«Il vero problema è nel medio periodo. Se ci fosse una Grexit, se Atene abbandonasse l’euro, l’Unione monetaria diventerebbe un animale diverso. Un insieme da cui si può uscire, non sarebbe più irreversibile. E questo, sempre nel medio periodo aggiunge una possibilità a quelle che esistono attualmente».
Questo impatterebbe sui titoli di Stato italiani?
«Questo cambierebbe i prezzi, laddove ci fossero tensioni. Se entriamo in un contesto nel quale c’è una possibilità in più, quella dell’uscita dall’euro, il sistema diventa in generale più fragile meno capace di assorbire gli shock».

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