Il lago d’Aral è un lago salato che si trova al confine tra Uzbekistan e Kazakistan. Originariamente il lago era ampio 68mila chilometri quadrati, e già nel 2007 era ridotto al 10% della sua grandezza originaria. Focus spiega cosa è successo:
Ai tempi della guerra fredda, per incrementare la produzione di cotone in una regione arida come l’Uzbekistan il regime sovietico attuò un progetto di deviazione dei due fiumi che si immettevano nel lago tramite l’uso di canali. L’acqua prelevata venne utilizzata per irrigare i campi delle neonate colture intensive delle aree circostanti.
Senza i fiumi che lo alimentavano, il lago Aral si è via via prosciugato nel corso degli anni, lasciando il posto a un deserto di sabbia salata e tossica in cui sopravvivono solo gli scheletri arrugginiti delle navi che un tempo solcavano le sue acque. Per far posto alle piantagioni di cotone, infatti, vennero utilizzati enormi quantità di diserbanti che inquinarono irrimediabilmente il terreno circostante, tanto che ancora oggi le polveri inquinanti vengono sparpagliate ovunque dalle frequenti tempeste di sabbia, fino ai lontani ghiacciai dell’Himalaya.
La Nasa pubblica ogni anno una foto aerea del Lago d’Aral. Qui sono riportate le foto dal 2000 al 2014, che testimoniano la progressiva scomparsa del lago.