Sara Cunial e Maria Laura De Franceschi: altre due candidate M5S escluse dalle liste

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2018-01-28

La prima è accusata di comparire nelle liste Falciani, ma lei nega. La seconda ha scritto status pubblici in cui parlava di vaccini come genocidio, poi quando i media se ne sono accorti li ha resi privati. Ma è stata esclusa lo stesso. La cosa curiosa è che i controllori delle liste che hanno fatto fuori la gente per “turpiloquio” non se ne sono accorti prima dei giornali. Chissà come mai…

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Altre due candidate alle elezioni politiche 2018 per il MoVimento 5 Stelle sono state fatte fuori ieri. Si tratta di Maria Laura De Franceschi, che era candidata in Lombardia, e Sara Cunial, che invece si doveva presentare in Veneto.

Sara Cunial e Maria Laura De Franceschi: altre due candidate M5S escluse dalle liste

La De Franceschi, racconta oggi Emanuele Buzzi sul Corriere della Sera, è stata accusata di comparire nelle liste Falciani, ossia un elenco di clienti della HSBC provenienti da vari paesi europei che hanno utilizzato quell’istituto di credito per i propri depositi bancari. Il nome di una Maria Laura Franceschi compare in alcuni articoli del 2015 (dove si parla di una 65enne nata a Udine ma residente a Milano con un conto di 83mila euro). Lei su Facebook si difende: «È falso». E ancora: «Giustamente mi si chiede conto, io fornisco prova dell’errore. Ma come fa il Movimento a difendersi dagli attacchi mediatici?».
sara cunial movimento 5 stelle
Il caso di Sara Cunial è più articolato. Sulla candidata che viene da Cismon del Grappa sono circolate fotografie di status su Facebook in cui parlava della possibilità di fornire vaccini gratis ai bambini come “genocidio gratuito”: “ricorda molto la politica di alcuni anni fa che prevedeva l’eutanasia di massa che doveva portare ad una rigenerazione genetica”. Rete Veneta, tg regionale del Veneto, l’ha contattata per chiederle spiegazioni un paio di giorni fa ma lei non ha voluto commentare quegli status e ha reso il profilo facebook chiuso dopo la telefonata.

Le grandi indagini del M5S sulle liste

Ieri poi del caso di Cunial si è occupata La Stampa, che ha pubblicato uno di questi status e il MoVimento 5 Stelle ha a quel punto fatto sapere ai giornali che la candidata è stata tolta dalle liste. Ovviamente solo dopo che ne hanno parlato i giornali e chissà perché nei suoi confronti non si è accorto di nulla chi diceva di aver fatto “controlli incrociati andando a ritroso su facebook” di tutti i candidati che si erano presentati alle Parlamentarie. Evidentemente mentre il turpiloquio è stato considerato causa escludente dal partito del vaffanculo, delle sciocchezze sui vaccini ci si è accorti soltanto quando ne hanno parlato i media, quei media che secondo il M5S sono il male.
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Anche perché in altri status la Cunial chiedeva la riammissione nell’Ordine dei Medici di Gava e Miedico oppure elogiava il sindaco di Resana Loris Mazzorato che aveva distribuito un dossier sui danni da vaccino. Ma evidentemente chi aveva “controllato” le liste del M5S in quel momento non ricordava che “chi dice che il M5S è contro i vaccini dice sciocchezze”. Come buona parte del M5S stesso a giorni alterni, del resto. «Meritava quel posto, era preparata ed aveva anche provveduto a cambiare il messaggio ma ormai era troppo tardi. Un errore che non le è stato perdonato» hanno commentato con La Stampa ieri alcuni attivisti veneti che evidentemente fanno parte della buona parte.

Gli altri esclusi e il silenzio degli onesti

Fuori anche Mario Corfiati, secondo in Piemonte alla Camera: per lui i 5 Stelle parlano di «danno d’immagine» senza spiegare nulla. E c’è un caso, quello di Stefano Buffagni: vicinissimo a Luigi Di Maio, candidato alla Camera in Lombardia, in lista nel suo collegio il consigliere regionale uscente è collocato dietro a Paola Carinelli, membro dei probiviri pentastellati e compagna di Vito Crimi. Una posizione, la seconda, che — salvo clamorose sorprese —condanna Buffagni.
stefano buffagni m5s lombardia
La vicenda è scoppiata perché Carinelli è candidata nel collegio Lombardia 1-02 anche se non è lì residente perché il comitato di garanzia, nel quale siede Crimi, ha varato la regola per la quale i primi tre più votati sarebbero stati capilista nei diversi collegi, a prescindere dalla residenza. E allora ecco le accuse di conflitto di interessi nei confronti di Crimi e Carinelli.
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Proprio lui su Facebook, citando Martin Luther King, ringrazia tutti dicendo “Non ho paura della cattiveria dei malvagi, ma del silenzio degli onesti”. Chissà se c’è un riferimento sarcastico.

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