Quelli che volevano entrare all’Ariston con i Green Pass falsi per la seconda serata di Sanremo

Categorie: Fatti

Tre persone sono state denunciate per aver tentato di entrare all'Ariston per assistere alla seconda serata del Festival di Sanremo con un Green Pass contraffatto

Credevano di poter entrare al teatro dell’Ariston ed assistere alla seconda serata del Festival di Sanremo con un Green Pass contraffatto, ma sono stati scoperti dagli addetti ai controlli: tutto è cominciato con un agente che si è accorto dell’irregolarità verificando le generalità di un uomo in procinto di entrare in sala: è stato subito bloccato e – secondo quanto riferisce Leggo – è stato portato in commissariato. Alla luce di questo tentativo è stato alzato il livello di sicurezza e le forze dell’ordine hanno cominciato ad aumentare la capillarità dei controlli, scoprendo subito dopo altre due persone: tutte sono state identificate e denunciate per truffa.



Quelli che volevano entrare all’Ariston con i Green Pass falsi per la seconda serata di Sanremo

I “No Green Pass” hanno provato ad entrare a Sanremo anche per vie più “istituzionali”: con circa cinquemila firme, una rappresentanza dell’Unione civica dei movimenti: “No Green Pass” e “No Obbligo Vaccinale” ha depositato un esposto-petizione in Prefettura a Imperia. Il documento è stato consegnato sull’uscio del palazzo di governo, viste le restrizioni che impongono agli sprovvisti di certificato verde di accedere agli uffici. Chiedevano una mediazione con la Rai e Amadeus, affinché una delegazione del gruppo potesse salire sul palco del teatro Ariston, per tre minuti, in fascia oraria di prima serata.

“La raccolta firme è arrivata a un traguardo inaspettato – ha affermato Diego Costacurta, uno dei leader no pass e promotore dell’iniziativa – segno che il malcontento monta nel sottobosco degli emarginati del Green pass, sospesi dal proprio lavoro senza una ragione che possa giustificare leggi che sembrano prove generali di dittatura e discriminazione. Lavoriamo per il popolo e riusciamo a garantire assistenza medica, quello che i medici si sono dimenticati o non fanno abbandonando la gente, con medici carbonari, dei quali preserviamo il nome. Abbiamo guarito tantissime persone. Personalmente, ne ho seguite più di quaranta con i miei colleghi”.