«Salvini può appoggiare un governo M5S»

Pietrangelo Buttafuoco sul Fatto fa il controcanto a Travaglio: M5S e Lega hanno tanti punti in comune, possono collaborare per cinque anni

Il Fatto Quotidiano oggi pubblica un intervento di Pietrangelo Buttafuoco in cui l’editorialista e scrittore spiega che Matteo Salvini potrebbe invece appoggiare un governo di Luigi Di Maio dall’esterno, notando, come altri, che il MoVimento 5 Stelle e la Lega hanno molti punti di programma in comune.



Appoggio esterno della Lega al governo di Luigi Di Maio. Un accordo vero, dopo. Se fanno così –e avrebbero la maggioranza –durano cinque anni. La vera partita, poi, se la giochino dopo: nella prossima legislatura.

Nel frattempo, giusta malizia, succedono due cose: il sistema, messo momentaneamente al tappeto col voto del 4 marzo,non si rialza più e Silvio Berlusconi, nell’attesa, esce di scena (e con lui la falange macedone stretta intorno a Matteo Renzi). Succede – se fanno così – tutto quello che il voto ha clamorosamente certificato.



Il M5S – per usare la provocazione di Eugenio Scalfari – non è il “nuovo grande partito della sinistra”, il movimento Cinque Stelle non è Tsipras e così la Lega non è Alba Dorata. Entrambi, poi, non sono il cosiddetto “populismo”, semmai sono i destinatari di uno stesso carico di rabbia in cerca di ascolto.

Dove c’è la Lega non ci sono i CinqueStelle, e viceversa: dove c’è il movimento fondato da Beppe Grillo – da Cassino in giù – non c’è il partito di Matteo Salvini.



Il sondaggio di SWG: gli elettori del M5S vogliono la Lega

Spiega Buttafuoco che i due programmi – quello della Lega e quello del M5S – sono compatibili perché territorialmente antitetici:

Il Nord chiede di pagare meno tasse, il Sud necessita del reddito di cittadinanza ma il blocco sociale che nel Mezzogiorno sostiene Di Maio e nel settentrione vota per Salvini è lo stesso: è il piccolo-borghese, moderato per struttura sociale, che finalmente trova qualcuno che lo capisce sui bisogni più urgenti. L’emergenza numero uno al Nord –dove pure il popolo della Partita Iva diventa il nuovo proletariato –è la sicurezza dei cittadini. Quella del Sud – dove ogni giovinezza se n’è scappata via – è il lavoro.

Secondo Buttafuoco legare il M5S al Partito Democratico, come propone Marco Travaglio, significa inchiodarlo al vecchio sistema: “I rispettivi programmi hanno almeno dieci punti in comune. È ben più che il minimo del minimo per stabilire un accordo più che un compromesso”.

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