L’Aula del Senato ha respinto la mozione di sfiducia al ministro della Salute, Roberto Speranza, presentata da Fratelli d’Italia. Contrari sono stati 221 senatori, a favore 29, astenuti sono risultati in tre. Che in sostanza significa: hanno tutti votato contro, eccezione fatta per i parlamentari di Fratelli d’Italia. Eppure più volte la Lega e Forza Italia avevano chiesto a gran voce che venisse messo fuori gioco il ministro della Salute, reo (a detta loro) di qualcosa (cosa?). E quindi forse la leader di Fdi di aspettava che oggi gli amici di coalizione e nemici di governo votassero con lei contro Speranza. Ma, così come è successo ieri quando invece i senatori di Salvini e di Berlusconi si sono astenuti sul coprifuoco, anche oggi hanno voltato le spalle a Meloni. Oggi, addirittura, votando contro: e quindi a favore di quel ministro che aveva in passato (e a gran voce) disdegnato. Ma allora, ci si chiede: come è possibile? Risposta: è possibile perché votare contro il ministro della Salute avrebbe significato – e stavolta davvero – la fine della loro esperienza nella maggioranza. Parliamo soprattutto di Salvini.
Pensare che addirittura Cambiamo! di Giovanni Toti ha votato contro. E anche l’Udc e Noi con l’Italia . Ma allora? Allora Giorgia Meloni è rimasta sola. Ma, anche qui c’è un ma: per non scontentare i sui elettori, che sempre di più stanno diventando quelli della leader di Fdi, ha detto che: “Non ha senso questa mozione, pensiamo piuttosto a una commissione d’inchiesta” (chiesta anche da Italia Viva). Che, un po’ come quanto successo ieri con l’odg sul coprifuoco, mette Salvini nella posizione di stare con tutti e con nessuno, di accontentare gli amici dell’esecutivo e quelli della maggioranza. E di dare il bastone e la carota a tutti quelli che metterebbero volentieri una “X” sul suo nome alle urne. Ma- ci chiediamo – crede davvero di giocare a carte coperte? Ha detto il senatore del Pd Andrea Marcucci:
Salvini e Meloni continuano a darsele di santa ragione, stavolta ci va di mezzo il ministro Speranza, bersaglio di una provocatoria sfiducia. Pensiamo alle cose serie: tutto il governo ora sia unito e lavori a riaperture in sicurezza.
Prima del voto contro o con Speranza, il ministro della Salute ha parlato in Aula, e ha responsabilmente richiamato all’unità:
Nessuno di noi dovrebbe mai dimenticare che il nemico è il virus e che dovremmo essere più uniti che mai nel combatterlo, evitando di cadere nella tentazione di utilizzare la lotta alla pandemia per ragioni strumentali. È con amarezza che vedo nelle ultime settimane prevalere invece lo scontro politico – afferma Speranza – spesso anche alimentando un linguaggio di odio che non può mai essere accettato. Si afferma il tentativo di sfruttare l’angoscia di tanti italiani per miopi interessi di parte. Questo è profondamente sbagliato, perché produce danni enormi, non a me o al Governo, ma all’intero Paese che invece deve restare unito – sottolinea – in un passaggio così delicato”. “Il Paese deve restare unito in un passaggio così delicato. Questo ci ha chiesto il presidente Mattarella quando ha proposto a tutti noi di sostenere il nuovo governo Draghi. Questo ho sempre ribadito in ogni mio intervento in Parlamento e questa rimarrà sempre la mia linea: unità, unità, unità!.