Come Salvini continua il terrorismo sul MES senza sapere di cosa sta parlando

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2019-12-09

Ieri a Mezzora in più l’ex vicepremier del governo che ha condotto la trattativa sulla riforma del Meccanismo Europeo di Stabilità ha dato prova per l’ennesima volta di non sapere che cosa sia il MES e in cosa consista la riforma. E pensare che noi lo paghiamo per leggersi i dossier e informarsi

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Di sicuro a Matteo Salvini non manca il coraggio. Perché dopo aver dimostrato di non sapere cosa sono le famigerate CACs (che lui definisce le “clausole in cauda venenum”) ieri è tornato a parlare del Meccanismo Europeo di Stabilità. Dicendo, come al solito,  un sacco di fregnacce. Ma poco importa, in fondo Salvini ha già vinto, è riuscito a trasformare una questione “tecnica” e una riforma che cambia poco del precedente Trattato sul MES in un campo di battaglia politica, con tanto di banchetti per la raccolta firme ad uso e consumo di elettori ignari (su cosa sia il MES).

Salvini non ha idea di cosa sia il MES

«Questo trattato, lo ricordo a chi guarda la tele alla domenica, mette 124 miliardi di euro degli italiani nelle mani di sette burocrati europei, due tedeschi, due francesi, un olandese, un belga e un irlandese che possono discrezionalmente decidere chi aiutare e non aiutare con quei soldi. Ma chi dev’essere aiutato deve essere un paese con i conti a posto. Quindi tradotto i soldi degli italiani a detta di decine di economisti rischiano di essere utilizzati per salvare le banche tedesche. Io mai voterò un trattato del genere». Con questa affermazione il leader della Lega continua a mostrare che sul MES non ci ha capito nulla. In primo luogo il capitale versato dall’Italia è di 14,33 miliardi di euro, pari al 17% delle quote del fondo. Quei 124 miliardi di euro sono il capitale sottoscritto, ma non versato. Ed è chiaro a tutti che qualora l’Italia dovesse versare i restanti 111 miliardi di euro significherebbe che la Germania dovrebbe versarne 160 miliardi e la Francia 120, un’ipotesi remota che per altro non è detto sia efficace per assorbire l’eventuale shock finanziario che si propone di fronteggiare.

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Il meccanismo salva-Stati (Il Sole 24 Ore, 21 novembre 2019)

Come ha spiegato il Presidente di Bankitalia Ignazio Visco in audizione alla Camera «l’ESM è stato istituito mediante un trattato intergovernativo, ossia al di fuori del quadro giuridico della UE. È guidato da un “Consiglio dei Governatori” composto dai 19 Ministri delle finanze dell’area dell’euro. Il Consiglio assume all’unanimità tutte le principali decisioni (incluse quelle relative alla concessione di assistenza finanziaria e all’approvazione dei protocolli d’intesa con i paesi che la ricevono)». Non ci sono quindi “sette persone” che decidono da sole. Così come non è vero che il MES è un “fondo privato” come sosteneva Salvini qualche giorno fa. Di fatto le decisioni vengono prese in base alla maggioranza dell’85% del numero di quote sottoscritte. L’Italia ha quindi il potere di veto (perché 100% – 17% fa 83%).

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Cosa prevede oggi la riforma del MES (La Repubblica, 20 novembre 2019)

Non si capisce poi il nesso logico tra la necessità di avere i conti in ordine e un bilancio sostenibile (altrimenti come si potrebbe ripagare il prestito del Fondo?) e il fatto che questo significa che in questo modo si salveranno solo le banche tedesche (i sovranisti tedeschi invece sostengono il contrario). Perché Salvini – come già Lucia Borgonzoni – qui sta confondendo il cosiddetto Fondo salva stati con il Fondo di risoluzione unico che serve invece a salvare le banche in difficoltà. La riforma del MES ha introdotto il common backstop per le crisi bancarie che il governo Conte 1 per voce dell’ex ministro Paolo Savona ha sempre sostenuto. Dov’era Salvini? Lui dice che la Lega è sempre stata contro il MES, fin dal 2012. È vero. Ma quando Savona illustrava la posizione del governo evidentemente contemplava anche quella dei ministri della Lega (e di certo l’ex ministro agli Affari Europei non era il più acceso degli europeisti del governo gialloverde).

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Ma Salvini continua, parla di una fantomatica “soluzione finale” che consisterebbe in delle clausole (le CACs che evita di nominare sono tra queste) «svantaggiose per i risparmiatori italiani perché si parla di ristrutturazione del debito, tradotto: patrimoniale». Ma non c’è alcuna ristrutturazione automatica del debito. Scrive Visco nella sua relazione presentata alla Commissione Bilancio la settimana scorsa: «la riforma non prevede né annuncia un meccanismo di ristrutturazione dei debiti sovrani. Come nel Trattato già oggi in vigore, non c’è scambio tra assistenza finanziaria e ristrutturazione del debito. Anche la verifica della sostenibilità del debito prima della concessione degli aiuti è già prevista dal Trattato vigente. È una clausola a tutela delle risorse dell’ESM, di cui l’Italia è il terzo principale finanziatore». E per inciso quello che vuole finanziare le sue riforme e le sue leggi di bilancio usando la ricchezza privata degli italiani è proprio Salvini. Ma volete la dimostrazione che il leader della Lega sul MES non sa di cosa sta parlando? Salvini dice che «c’è la Banca Centrale Europea? Le garanzie per i risparmi e le banche le fornisce la Banca Centrale Europea». In pratica Salvini vorrebbe che la BCE (che è partecipata dagli stati membri con soldi dei cittadini europe) dovrebbe fare il prestatore di ultima istanza. Esattamente quello che fa il MES. E non si capisce perché la BCE dovrebbe prestare soldi senza alcuna garanzia circa una possibilità di rientro del debito. È il solito gioco delle tre carte leghista.

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