Salvini usa aerei di Stato per la campagna elettorale: l’accusa di Di Maio

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-06-22

“Abbiamo scoperto che usava gli aerei di Stato, quindi io non li uso, se qualcuno pensa che noi dobbiamo cominciare a fare i voti con quella roba là, noi lì avremmo ucciso il Movimento”

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“Noi siamo andati al governo per fare le cose, finché ci consentirà queste condizioni di farle, io continuerò. Perché se invece il tema è fare il ragionamento politico…è per questo che io mi sono incazzato in questi giorni quando ho sentito questa frase ‘burocrati chiusi nei ministeri'”. Lo ha detto, secondo quanto riporta, in un audio Fanpage, il capo politico del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio in un passaggio del suo intervento all’assemblea degli attivisti di Terni. Il riferimento è ad un’espressione usata da Alessandro Di Battista “Ma io lavoro un    terzo, ragazzi, lavoro un quinto. La campagna elettorale è stata 10 mila chilometri in un mese, perché fino al mese prima abbiamo lavorato a Roma nei ministeri a tambur battente”, ha aggiunto.

Salvini usa aerei di Stato per la campagna elettorale: l’accusa di Di Maio

La frase più interessante è quella su Matteo Salvini: “Molti di voi mi dicevano: Ma com’è che quello sta in ogni Comune e tu non ci sei mai? Poi abbiamo scoperto che usava gli aerei di Stato, quindi io non li uso, se qualcuno pensa che noi dobbiamo cominciare a fare i voti con quella roba là, noi lì avremmo ucciso il Movimento“. Di cosa sta parlando Di Maio con quell’«abbiamo scoperto»? In realtà Di Maio non ha scoperto niente: ha letto invece su Repubblica il pezzo di Gianluca Di Feo: nei tour che lo tengono lontano dal ministero, Salvini usa spesso gli aerei della Polizia: bimotori chiamati “le Ferrari dei cieli”. “Repubblica” ha ricostruito una ventina di questi decolli top secret, che sono leciti perché unisce sempre ai comizi un evento ufficiale. Ma tutto finisce a carico dello Stato.

La frenesia alata del vicepremier è inarrestabile e si impossessa pure dei velivoli dei Vigili del fuoco. Il 15 ottobre, reduce da sei comizi altoatesini e una convention a Monza, è dovuto correre a Palazzo Chigi. E si è fatto dare un altro aereo – sempre un P-180 – dai Vigili, che dipendono dal suo dicastero. Sì, tutte le forze dell’ordine – persino la Forestale – possiedono le “Ferrari dei cieli”: ne sono state acquistate una trentina per sostenere l’industria ligure, senza che si sapesse bene cosa farne.

Nello spreco volante della stagione berlusconiana erano destinati alle comode trasferte dei politici. Poi dai tempi di Mario Monti la sobrietà ha sbarrato le porte degli hangar. Con la sola eccezione di Salvini. Difficile stabilire il costo per i contribuenti delle sue trasvolate. Sul mercato privato il P-180 viene noleggiato per 4-5mila euro l’ora ma nel caso della flotta statale la spesa è circa la metà: il conto per i viaggi di venerdì scorso sarebbe quindi di circa 10 mila euro.

Diecimila euro a viaggio, insomma.

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