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Chi erano i due terroristi che hanno sgozzato padre Jacques Hamel a Saint-Etienne-du-Rouvray

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2016-07-26

Uno dei due era finito in carcere per aver cercato di raggiungere la Siria ed era schedato come pericoloso. Aveva anche il braccialetto elettronico. Dell’altro non si sa ancora nulla. Un terzo uomo è stato arrestato dalla polizia francese

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I due terroristi che stamane hanno assaltato una chiesa in Normandia, sgozzando un prete e ferendo gravemente un fedele, erano originari di Rouen, secondo quanto scrive BfmTv, precisando che uno dei due viveva a Saint-Etienne-du-Rouvray, a casa dei genitori, ed era sottoposto a braccialetto eletronico dopo essere stato rilasciato dal carcere il 2 marzo scorso in seguito a un anno dietro le sbarre. Era stato infatti fermato in Turchia nel maggio 2015 e rispedito in Francia perché voleva attraversare la Siria per unirsi all’ISIS. Il giovane 19enne aveva il permesso di uscire da casa tra le 8.30 e le 12.30. «Gli attentatori della chiesa vicino Rouen si sono filmati durante l’attacco» racconta suor Danielle che era presente. “Hanno fatto una sorta di sermone in arabo, vicino all’altare. È stato orribile”.

Chi erano i due terroristi che hanno sgozzato un prete a Saint-Etienne-du-Rouvray

Prima di sgozzarlo, i due terroristi di Saint-Étienne-du-Rouvray hanno costretto padre Jacques Hamel, 84 anni, “a mettersi in ginocchio, lui ha cercato di difendersi e lì è cominciato il dramma”, dice suor Danielle a radio RMC. Per lei, i due hanno filmato la scena. “Si registravano. Hanno fatto una specie di sermone in lingua araba intorno all’altare. Era orribile”. Un giovane musulmano di Saint-Etienne du Rouvray che conosceva uno dei due attentatori lo definisce «un coglione. Ha tolto la vita a gente che non c’entrava niente con le sue storie. Era arrabbiato perche’ voleva andare in Siria e lo hanno fermato, voleva vendicarsi per essere stato in prigione. Poteva vendicarsi in prigione invece di fare una cosa cosi nel quartiere». Insieme a un amico, musulmano di origine africana, il ragazzo si ferma a parlare con i cronisti, ma chiede di non scrivere il suo nome né di riprenderlo. “Hanno provato ad andare in Siria, lui e il fratello – racconta – hanno truccato i documenti, li hanno scambiati, una cosa del genere. Ma lui è stato fermato e rimandato indietro, era furioso. Il fratello però è passato, sta là adesso“. “Sì sì, è lì, si addestra – fa eco l’altro, nascondendo il viso in un cappuccio scuro – dicono che manda anche foto dal campo in Siria”. Secondo la Tribune de Geneve uno dei due sarebbe stato arrestato all’aeroporto di Ginevra il 14 maggio dello scorso anno, dopo essere stato respinto dalla Turchia. Scrive il quotidiano svizzero che A. K. aveva tentato per due volte di arrivare in Siria, prima via Monaco e poi attraverso Ginevra. Era poi finito in galera a Champ-Dollon, da cui era stato estradato in Francia, incriminato per cospirazione al fine di preparare atti di terrorismo. Anche la Tribune parla dell’anno di galera ed era uscito a marzo 2016 con il braccialetto elettronico.

padre jacques hamel

padre Jacques Hamel


Oggi è stato fermato anche un minorenne legato in qualche modo a uno dei due assalitori, il diciannovenne francese identificato finora solo con le iniziali A. K.  Secondo fonti investigative riservate, citate dall’edizione on-line del quotidiano Le Figaro, l’uomo sarebbe stato già conosciuto all’anti-terrorismo e schedato con la ‘S’ riservata ai criminali di particolare pericolosità, terroristi compresi. Smentita dunque una precedente versione, stando alla quale sarebbe stato considerato più che altro un fanatico, un “velleitario del jihad”.

Cosa è successo nella chiesa di Saint Etienne du Rouvray

Due uomini sono entrati nella chiesa di Saint-Etienne-du-Rouvray, in Normandia, comune di 29mila abitanti nell’area metropolitana di Rouen, all’ora della messa mattutina. “Sono entrati bruscamente – ha raccontato la suora che è riuscita a scappare a “Le Figaro” – Parlavano in arabo, ho visto un coltello. Io sono uscita quando hanno cominciato ad aggredire padre Jacques, non so neanche se hanno capito che ero scappata”. La religiosa, che ha voluto mantenere l’anonimato, ha detto di essere stata presa in cura da una cellula di assistenza psicologica e di essere “in attesa di notizie delle sue consorelle”. Hanno preso in ostaggio le cinque persone che si trovavano all’interno, hanno ucciso un sacerdote e ferito gravemente un’altra persona. Uscendo dalla chiesa i due assalitori si sono trovati faccia a faccia con gli agenti della Brigade de recherche et d’intervention (BRI) di Rouen, che li hanno abbattuti. Il Raid, divisione speciale dalla polizia nazionale, a fine mattina ha effettuato un’operazione per verificare che non ci fossero ordigni nascosti dentro o attorno all’edificio. Un dispositivo con finto esplosivo e un’arma fittizia sono stati ritrovati nella chiesa.  L’Isis ha detto che l’attacco è stato realizzato da due suoi “soldati” che hanno risposto all’appello del Califfato. I luoghi di culto, tra cui 45mila chiesa cattoliche, sono tra gli obiettivi dello Stato islamico in Francia.In questo numero di Dar Al Islam, rivista ISIS in lingua francese, si incitava a colpire le chiese:


“Puntare sempre alle aree di traffico, come i siti di interesse turistico, i supermercati, le sinagoghe, le chiese, le logge massoniche, le sedi dei partiti politici”, elenca la rivista propaganda di stato islamico, aggiungendo: “L’obiettivo è quello di installare il timore nel loro cuore”. L’attacco di oggi ricorda quello sventato ad aprile 2015 ai danni di una chiesa di Villejuif, nella banlieue di Parigi. Uno studente algerino di 24 anni, Sid Ahmed Ghlam, accusato di aver voluto prendere di mira la chiesa e di aver ucciso una giovane donna, era stato arrestato. Il Vaticano si è detto “particolarmente colpito perchè questa violenza orribile è avvenuta in una chiesa, un luogo sacro nel quale si annuncia l’amore di Dio”.

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