La professoressa russa che parla di Ucraina (e che ora rischia fino a quindici anni di carcere)

Categorie: Fatti

Irina Gen è stata denunciata dai suoi stessi studenti per aver criticato "l'operazione militare" della Russia e aver parlato a favore del Paese invaso.

Denunciata per aver deciso di parlare in classe ‘dell’operazione militare’ della Russia in Ucraina, condannandola fortemente. È quanto accaduto all’insegnante di inglese e tedesco, Irina Gen, 55 anni, (in cattedra da più di vent’anni) e che ora rischia una multa di 60 mila dollari o una pena detentiva che potrebbe arrivare fino ai quindici anni.



Come riporta La Repubblica, Irina Gen avrebbe risposto così ad una studentessa dell’ottavo grado (14-15 anni) che le aveva chiesto perché gli atleti russi fossero stati banditi dalle competizioni sportive internazionali: “Penso sia giusto. Almeno finché la Russia non inizierà a comportarsi in modo civile. La Russia voleva raggiungere Kiev e rovesciare il governo. L’Ucraina è uno Stato sovrano. Viviamo in un regime totalitario. Ogni dissenso è reato”, ha dichiarato, ignorando che gli studenti la stessero registrando.

La professoressa russa che parla di Ucraina (e che ora rischia fino a quindici anni di carcere)

Il video è finito sul popolare canale Telegram Baza e poi inviato all’Fsb, un reparto dei servizi segreti russi, che cinque giorni dopo l’ha convocata per un’indagine (che “le costerà un procedimento penale al 100%”, soprattutto dopo la legge approvata il 4 marzo da Vladimir Putin, che ha inasprito le pene per chi ‘diffonde notizie false sulla guerra’. Ma non solo: negli ultimi tempi c’è stata in Russia una vera e propria propaganda volta ad aizzare i “veri patrioti” contro “feccia e traditori” che si sono schierati con l’ucraina, e moltissimi studenti arrivano, appunto, a denunciare i loro professori.



“La mia famiglia ha già affrontato una campagna di delazione sotto l’Urss. Speravo di sfondare la propaganda. Ma ecco dove mi ha portata”, ha commentato Gen sempre a Repubblica. Ma la professoressa non serba rancore per gli studenti. “Seguono i loro genitori. L’unico rammarico è non essere riuscita a penetrare le loro menti e i loro cuori”.