Sostiene Marcianò che Bruno Gulotta non è morto a Barcellona

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2017-08-18

Bruno Gulotta è uno dei due italiani rimasti uccisi nell’attentato di Barcellona. Ma per Rosario Marcianò, geometra di Sanremo già noto per aver messo in dubbio la morte di Valeria Solesin, le cose non stanno così. Perché Gulotta non è morto davvero, anzi ha partecipato al false flag di Barcellona…

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Bruno Gulotta era il responsabile marketing e vendite del sito Tom’s Hardware. 35 anni e due figli piccoli, è una delle due vittime italiane dell’attentato terroristico di ieri a Barcellona sulla Rambla. È stato ucciso ieri pomeriggio, falciato dal furgone che ha seminato morte e terrore tra la folla di cittadini e turisti. Per qualcuno però Bruno Gulotta non è mai esistito e se è esistito non è certamente una vittima. Perché l’attentato di ieri è la solita messinscena organizzata dai Poteri Forti per tenere buono il popolino.

Secondo Rosario Marcianò Bruno Gulotta non è morto

Abbiamo già letto tempo fa simili farneticazioni. All’epoca la vittima di questi oltraggi era Valeria Solesin, la ragazza uccisa dai terroristi dell’ISIS al Bataclan a Parigi. Anche allora ci fu qualcuno che non perse tempo a dire che Valeria, che aveva una famiglia, un fidanzato e degli amici, non era mai esistita e che anzi era solo un personaggio inventato per rendere più credibile la menzogna dell’attacco terroristico. La persona che ha diffuso queste idiozie curiosamente è la stessa. Il suo nome è una leggenda nell’ambiente di coloro che credono alle scie chimiche, al controllo mentale e ai false flag: Rosario Marcianò, di professione geometra. I familiari di Valeria Solesin hanno denunciato Rosario Marcianò per aver detto e ribadito più volte che Valeria era ancora viva ed era solo una crisis actor.
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Rosario Marcianò scrive su Google Plus che Bruno Gulotta (in realtà scrive Gullotta, forse perché stava guardando un video con  è “una delle vittime (si fa per dire) di Barcellona” e che “fa parte dello staff di un portale di disinformazione”. Ora tutti sanno che Tom’s Hardware è una testata online che si occupa di tecnologia e che non fa disinformazione. Ma per Marcianò non è così perché il sito (non Gulotta direttamente che occupandosi di marketing non si occupava della stesura degli articoli) ha pubblicato alcuni pezzi sul fenomeno delle scie chimiche spiegando che si tratta – come tutti sanno – di una bufala. Tanto basta per inserire Gulotta nella black list dei disinformatori di professione, dei gatekeeper.
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I corifei di Marcianò fanno a gara a spararla più grossa. Il geometra sanremese, da paziente divulgatore qual è, spiega che un padre di famiglia ucciso in maniera brutale davanti alla compagna e ai figli non è altro che “Solesin due, la vendetta” definendo la sua morte “una finta morte per un finto eroe italiano”. Per rendere ancora più detestabile la figura del nostro connazionale morto Marcianò specifica che Gulotta ha avuto “contatti con organismi europei” e linka il profilo professionale di Gulotta su LinkedIn. Profilo dal quale si evince che Gulotta ha lavorato per “Progetto Europa”, che altro non è che una normale società di formazione che nulla ha a che fare con “organismi europei” che chiaramente hanno le mani in pasta nell’organizzazione dell’attentato. Gulotta era un italiano come tanti, e come molti aveva scelto di andare in vacanza a Barcellona con la sua famiglia. La sua morte è una tragedia e non merita che venga trasformata in una farsa da persone che da anni stanno avvelenando l’Internet per poter godere di un briciolo di popolarità.
EDIT: Tom’s Hardware propone una donazione per la famiglia di Bruno Gulotta. Leggete qui.
EDIT2: Siccome al peggio non c’è mai fine, segnaliamo che l’utente Facebook Rossella De Angelis di questo articolo – che a tutti è sembrato abbastanza chiaro – ha capito che NOI di neXt sosteniamo quello che sostiene Marcianò:
rossella de angelis next quotidiano
Non solo: la De Angelis, quando qualcuno le fa notare che non ha capito ciò che ha letto, reagisce così:
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