La monnezza di Roma va in Toscana

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2017-12-06

Un modo geniale per raggiungere l’obiettivo “rifiuti zero” nella Capitale? Portare migliaia di tonnellate di rifiuti nelle discariche e negli inceneritori di altre Province e Regioni

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L’emergenza rifiuti? A Roma sembra non finire mai. Virginia Raggi aveva promesso una città a rifiuti zero, con tanto di raccolta differenziata porta a porta e tante altre belle cose da città civile. Ad un anno e mezzo dall’arrivo della sindaca pentastellata al Campidoglio la situazione rimane invariata. Quando non si nega la situazione a volte si dà la colpa al fatto che è estate e che ci sono troppi turisti. Altre si dà la caccia a improbabili sabotatori che abbandonano frigoriferi. Se si tratta solo di foglie secche rimaste a terra invece la scusa è il surriscaldamento globale e l’autunno arrivato troppo in anticipo.

La nuova emergenza rifiuti nella Capitale

Questo ovviamente quando non si dà direttamente la colpa alle “precedenti amministrazioni”. Che di responsabilità ne hanno tante tranne una: non sono al momento al governo della Capitale. L’emergenza rifiuti, lungi dall’essere un evento eccezionale è la norma. Le segnalazioni dei cittadini e gli articoli di giornali raccontano di cassonetti che non vengono svuotati da giorni con tutti gli annessi del caso. Topi e gabbiani che pasteggiano tranquillamente tra i rifiuti in pieno giorno. Addirittura la carcassa di una vacca è stata avvistata nel Tevere.
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La situazione riguarda molti quartieri della città ed è dovuta principalmente al fatto che gli impianti di trattamento dei rifiuti della municipalizzata sono saturi e non riescono a ricevere i carichi dei camion dell’AMA che sono costretti a lunghe file in attesa di poter essere svuotati. Non va meglio nemmeno a Malagrotta. La discarica di Manlio Cerroni ha “ricevuto” poco meno della metà delle 1.200 tonnellate al giorno che il Comune di Roma può conferire giornalmente nell’impianto del CoLaRi.


Il risultato è che in certe strade della città più che camminare si fa lo slalom tra i rifiuti. E con il ponte dell’8 dicembre alle porte la situazione è destinata a peggiorare.
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E non si può dire che le autorità cittadine non siano al corrente della situazione. Qualche giorno fa Julian Colabello, consigliere municipale del PD nel XIV municipio ha pubblicato uno post sulle numerose segnalazioni dei cittadini del Municipio sulla mancata raccolta dei rifiuti. Della questione si è discusso anche in Commissione Trasparenza del Quattordicesimo.

Tutti i rifiuti che Roma “esporta” altrove

Come fare per far fronte all’emergenza che ormai si staglia distintamente all’orizzonte? Non sembra più praticabile l’opzione di “far finta di nulla” già adottata in passato da questa Amministrazione. Non resta quindi che farsi aiutare da altre Regioni. Roma Capitale ha così chiesto alla Regione Lazio di siglare un accordo con la Toscana per il trattamento di 20.000 tonnellate di rifiuti urbani residui, entro un tempo massimo di sei mesi, in impianti pubblici della Toscana. In virtù di questo accordo Roma potrà trasferire in Toscana un quantitativo massimo di 200 tonnellate al giorno di rifiuti indifferenziati. A renderlo noto è l’assessore all’Ambiente e ai rifiuti della Regione Lazio, Mauro Buschini che fa sapere che la Regione – sempre su indicazione di Roma Capitale – sta cercando un accordo anche con la Regione Abruzzo.


L’Assessore Buschini auspica che “superato questo momento, non abbiano a ripetersi criticità che espongono la Capitale a rischi insopportabili, per i cittadini e per l’opinione pubblica nazionale”. La Regione ricorda che nel corso del 2017 Roma Capitale ha esportato circa 110.000 tonnellate di rifiuti indifferenziati (40.000 Abruzzo e 70.000 Austria), 200.000 tonnellate di rifiuti organici da raccolta differenziata (Friuli, Lombardia e Veneto), circa 150.000 tonnellate di rifiuti combustibili (Lombardia, Emilia-Romagna) e circa 250.000 tonnellate di rifiuti da interrare (Emilia-Romagna, Toscana, Puglia). Roma vengono “esporta” in altre province laziali (Latina, Frosinone, Viterbo) circa 200.000 tonnellate l’anno di rifiuti indifferenziati. Inoltre l’Assessore regionale all’Ambiente ricorda che la Capitale «impegna spazi importanti delle discariche di Frosinone e Viterbo (sia con rifiuti lavorati nei suoi Tmb che con suoi rifiuti lavorati nei Tmb di altre province) ed impegna l’inceneritore di San Vittore al 50% (il restante serve le altre province laziali)». Insomma sembra che per il momento l’obiettivo “rifiuti zero” della Raggi venga raggiunto grazie alla collaborazione delle discariche e degli impianti altrui. Ed è facile fare così e al tempo stesso rifiutarsi di affrontare la situazione per paura di scontentare l’elettorato.
Foto copertina via Twitter.com

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