Roma: la norma anti-cronisti del MoVimento della trasparenza

Due delibere per limitare gli accessi agli atti ai giornalisti e ai consiglieri comunali e municipali. In nome della trasparenza?

Laura Mari su Repubblica oggi ci racconta di una strana proposta delibera che modifica il regolamento sulla trasparenza amministrativa del Campidoglio varato nel 2003. La proposta di delibera serve a limitare l’accesso agli atti comunali da parte di giornalisti e addirittura consiglieri eletti:



Un provvedimento che dovrà essere approvato dall’assemblea capitolina e che introduce due nuovi articoli, il 39 e il 40, che limitano la possibilità di accedere agli atti comunali da parte di giornalisti, consiglieri, assessori e presidenti dei quindici Municipi di Roma.
L’articolo 39 riguarda i rapporti con i media e i social network e stabilisce che «i dirigenti chiamati all’attuazione delle diverse forme di accesso agli atti tengono in considerazione il rilievo pubblico, il potenziale uso strumentale e il danno all’immagine che le risposte dell’amministrazione possono generare attraverso la loro pubblicazione sui social network, sui blog o sulle piattaforme web realizzate per la promozione e la difesa del diritto dell’informazione».

I 14 silurati della Giunta Raggi

In pratica, la sindaca di un movimento paladino della trasparenza amministrativa intende decidere cosa i giornali potranno pubblicare o no riguardo al Campidoglio e definisce a priori – a suo insindacabile giudizio e dimenticando che il principio che regola l’informazione è la veridicità e l’obiettività della notizia – cosa potrebbe essere «usato strumentalmente» dalle testate giornalistiche:



Con l’articolo 40 la giunta grillina intende invece limitare l’accesso agli atti da parte degli amministratori municipali. Il principio che regola questo paragrafo è che le richieste di consiglieri, assessori e presidenti di Municipio non costituiscano «un aggravio ingiustificato per gli uffici». Chi sia (e in basi a quali criteri) a stabilire se la richiesta costituisca una mole eccessiva di lavoro per i dipendenti capitolino, non è dato saperlo. «Ma numerose sentenze del Tar precisano che il presunto aggravio per gli uffici non è motivazione sufficiente per un diniego» attacca Matteo Costantini, vicepresidente del consiglio del I Municipio di Roma.

EDIT 3 SETTEMBRE 2017: Sull’articolo di Repubblica il M5S scrive in un comunicato stampa:



“Verificare le fonti: è una delle regole basilari del buon giornalismo. Un’altra regola invita a non schierarsi politicamente. Questo ci saremmo aspettati da Repubblica che ha fabbricato una vera e propria fake news: secondo il quotidiano romano il M5S e l’amministrazione di Roma starebbero varando un regolamento per censurare i giornalisti. Ovviamente, nulla di più falso”. E’ quanto si legge in un post del blog del M5s. “Anzi, la Giunta Raggi sta facendo proprio il contrario, introducendo maggiore trasparenza e accesso semplificato per cittadini e giornalisti agli atti amministrativi. Ci troviamo, quindi, davanti all’ennesima bufala creata ad arte per attaccare il MoVimento 5 Stelle e l’amministrazione di Roma. Una fake news creata da chi immagina di introdurre norme per controllare – e censurare – il web, ormai una delle poche fonti libere di informazione per milioni di cittadini”, prosegue il M5s.
Il post, tra le altre cose, spiega: “Ma Repubblica non è sola. Un capitolo a parte lo merita Libero che attacca la Raggi per ‘la turnazione idrica a Roma’. Come se fosse la Raggi a decidere se aumentare o meno la pressione dell’acqua nelle tubature. Libero tralascia il fatto che tale decisione, come è giusto che sia, viene presa da tecnici, ovvero dall’azienda di gestione del servizio”.