Roger Waters: bloccata la vendita del nuovo album

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2017-06-17

Il tribunale di Milano ferma “Is this the life we really want?” per un presunto plagio nei confronti delle opere dell’artista Emilio Isgrò

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Roger Waters, ex leader dei Pink Floyd, ha di recente pubblicato, dopo un lungo silenzio, un nuovo album di inediti dal titolo Is This the Life We Really Want?. In molti hanno segnalato che le atmosfere e gli arrangiamenti del disco ricalcano in qualche modo altri lavori dei Pink Floyd (The Final Cut, che è quasi un disco solista di Waters) e suoi precedenti. La sezione specializzata in materia di impresa del tribunale di Milano, con un decreto urgente, ha fermato la commercializzazione (nei negozi e online) del nuovo album dell’ex Pink Floyd Roger Waters, uscito il 2 giugno, in violazione del diritto di autore, ma non per le somiglianze con i vecchi dischi.

roger waters is this the life we really want
La copertina dell’ultimo album di Roger Waters

Secondo il tribunale, infatti, nella copertina, nell’involucro, nel libretto illustrativo del vinile, nel cd e nel formato digitale dell’album potrebbero ravvisarsi gli estremi del plagio delle opere dell’artista Emilio Isgrò.
roger waters emilio isgrò
Un’opera di Emilio Isgrò

Racconta infatti Luigi Ferrarella sul Corriere della Sera:

La giudice Silvia Giani bada a rimarcare di stare assumendo un provvedimento «proporzionato» in quanto «non esclude la commercializzazione» della musica «con diverse modalità esteriori»: ma poiché, per come è strutturato l’album, è impossibile scinderlo dal suo progetto di divulgazione, l’inibitoria del tribunale si traduce di fatto nell’ordine di toglierlo da negozi e piattaforme online. Almeno fino all’udienza del 27 giugno, dove Sony potrà opporsi al provvedimento che il tribunale ha adottato ieri senza contraddittorio per l’urgenza di «impedire la propagazione dell’illecito» in un tipo di causa che non ha precedenti.

In attesa della discussione del 27 giugno il tribunale invita la Sony a «dare atto, nella memoria di costituzione» in udienza, «della eventuale disponibilità a una composizione bonaria».

Basta in effetti accostare il disco di Waters alle opere di Isgrò — additano nel loro ricorso i civilisti Salvatore Trifirò e Francesco Autelitano — per constatare non una vaga ispirazione o una esplicita citazione, ma «un macroscopico caso di plagio» di opere dell’artista la cui installazione di marmo alta sette metri, Il Seme dell’Altissimo, ha accolto milioni di visitatori di Expo 2015: è il caso in particolare di Cancellatura del 1964 (su copertina e etichetta del disco), de Il Cristo Cancellatore del 1964 (sul libretto con cancellature), o de La jena più ne ha più ne vuole del 1969 (nei fotoritratti con cancellature dentro custodia e libretto).

Viene da aggiungere soltanto un dettaglio: Storm Thogerson, creatore delle più belle copertine dei Pink Floyd, aveva spesso sfottuto Roger Waters per le copertine dei suoi album solisti, dicendo che avrebbe potuto anche pagare un vero grafico per realizzarle. Waters l’ha preso in parola, evidentemente. Anzi, ha fatto di più.

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