Roberto Giachetti e la generosità per il seggio… occupato da Magi

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Molti su Facebook hanno applaudito alla decisione del deputato PD (ed ex Radicale) Roberto Giachetti di rinunciare al “paracadute” e di candidarsi in un collegio di quelli difficili, di quelli dove il Partito Democratico ha poche speranze di vincere. Ma per lui, Giachetti, “quel paracadute sarebbe per me un vestito sgualcito e stretto, un trapianto di pelle, un cibo avariato”.

Molto generosamente Giachetti ha deciso di rinunciare al plurinominale “Non voglio essere un tappo. Non sarò un tappo”. Giachetti ringrazia Matteo Renzi per “l’incommensurabile onore” di essere candidato a Sindaco di Roma e del “regalo immenso” di poter poter essere il Vicepresidente della Camera. Troppo forse? Giachetti fa sapere di aver capito che l’unico modo per “corrispondere a questi straordinari privilegi” è “quello di combattere per una battaglia che appare persa in partenza”. Quale?

Appunto quella di giocarsela “senza paracadute, senza reti di protezione, senza garanzie” nel territorio dove vive da oltre 50 anni candidandosi solo all’uninominale nel collegio 10 “uno di quelli persi” a guardare i risultati delle precedenti elezioni. Un seggio dove le chances di vittoria sono poche. Peccato però che – stando a quello che riferisce l’ANSA – con ogni probabilità sarà Riccardo Magi, il segretario dei Radicali, il candidato della coalizione di centrosinistra nel collegio 10 di Roma. Fonti Dem spiegano che sul collegio nel quale Giachetti vuole mettere alla prova il suo amore per Roma e per la politica sarebbe già stato raggiunto l’accordo per la candidatura di Magi.

Non si sa se Giachetti sapesse che i giochi per quel collegio erano già fatti. Non si sa se davvero Magi sarà candidato dove Giachetti ha intenzione di sacrificarsi. Ma si sa che nel Partito Radicale certe tradizioni sono dure a morire.