Roberto Gava: cronaca di una radiazione annunciata

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2017-04-22

Ripercorriamo le varie fasi che hanno portato alla sanzione inflitta dall’Ordine dei Medici di Treviso: dai paragoni con Galileo al dietrofront sui vaccini fino alla segnalazione di qualche giorno fa nei confronti dei presidenti degli Ordini. Intanto parte il ricorso che sospende la radiazione

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Ieri Roberto Gava è stato ufficialmente radiato dall’Ordine dei Medici di Treviso. Si tratta del primo medico in Italia che subisce questa sanzione «per non aver tutelato, nell’esercizio della propria attività di medico, la salute individuale e collettiva, non basando le proprie prescrizioni sulle evidenze scientifiche disponibili e sottraendo le persone assistite, e in particolari i minori, a trattamenti scientificamente fondati e di comprovata efficacia». E ancora, è scritto nella motivazione, «per aver denigrato la professionalità e le competenze dei colleghi».

Roberto Gava: cronaca di una radiazione annunciata

I suoi avvocati, a cui il dottore ha lasciato la parola nella sua pagina Facebook dove ha annunciato la sentenza, hanno parlato di radiazione annunciata facendo un parallelo con Galileo Galilei sostenendo che «è stata presa da un organo che non è un giudice e a seguito di innumerevoli violazioni del diritto di difesa, colpisce mere manifestazioni lecite di pensiero e di scienza, senza che fossero in discussione trattamenti medici fatti dal dottor Gava». Hanno anche promesso di impugnare “davanti a un giudice” la sanzione, e questo porterà all’automatica sospensione della sanzione, che in ogni caso dovrebbe essere contestata prima davanti alla CCEPS, che funge da “organo d’appello” e che è preposta all’esame dei ricorsi presentati dai professionisti sanitari contro i provvedimenti dei rispettivi Ordini e Collegi professionali.

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Lo status degli avvocati di Roberto Gava che annunciava la radiazione

In attesa delle decisioni degli altri giudici – e tenendo presente il principio del garantismo e del rispetto del singolo in attesa della sentenza definitiva – proviamo a ripercorrere le peculiari fasi che hanno portato alla decisione di ieri. La notizia dell’avvio di un procedimento disciplinare contro Gava uscì nell’ottobre scorso. In Veneto – complice anche il fatto che la Regione è stata una delle prime a rendere facoltative le vaccinazioni – Gava è considerato uno dei guru del movimento di coloro che si oppongono alle vaccinazioni pediatriche di massa denunciandone la pericolosità e l’inutilità. La sua fama travalica però i confini regionali, visto che Gava è stato anche tra i moderatori del contestato convegno al Senato su omeopatia e medicine non convenzionali. Non appena si cominciò a parlare della notizia Gava pubblicò sulla sua pagina Facebook e sul Fatto Quotidiano un lungo scritto nel quale negava di essere un antivaccinista, certificandone l’efficacia e sostenendo di consigliare ai suoi pazienti di effettuare le vaccinazioni.
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Roberto Gava dice di non essere mai stato un antivaccinista

Il post suscitò un certo sconcerto tra i suoi stessi fans. E sembrava contraddire palesemente quanto affermato da Gava in precedenti occasioni, come sottolineammo a a proposito degli esami ematochimici Gava scriveva che sono spesso inutili, perché non ci inducono a cambiare lo stile di vita, un po’ come quasi tutte le pratiche mediche della medicina ufficiale. Ecco l’elenco delle cose che Gava considera dannose o inutili per la cura dei pazienti:

– farmaci (utili, ma sempre tossici),
– cure mediche (sintomatiche),
– esami ematochimici (troppi e spesso inutili se non ci inducono a cambiare i nostri stili di vita),
– ausili sanitari (non sempre risolutivi),
– interventi chirurgici (in parte evitabili da una adeguata prevenzione),
– campagne di “prevenzione” che in realtà sono “campagne di diagnosi precoce” (pur sempre utili, ma ben differenti dalla vera prevenzione).

Del resto nel 2013 scriveva a proposito dell’inutilità delle campagne di vaccinazione di massa e sul pericolo dei danni vaccinali:

un vaccino non può essere somministrato senza un’attenta valutazione del suo rapporto rischio/beneficio per ogni singolo bambino (analisi che implica un’adeguata raccolta anamnestica sia del bambino, sia dei suoi genitori, considerando anche l’ambiente in cui vivono);

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Roberto Gava, vaccini e fraintendimenti

Il post sembrava contraddire anche altre affermazioni dello stesso Gava. Ad esempio qui dove si esprimeva contro le campagne di vaccinazione di massa, parlando dell’obbligo vaccinale come di una “dittatura sanitaria” e spiegando che “i vaccini invece, come qualsiasi altro farmaco, vanno usati ad hoc nel numero, nei tempi e nelle condizioni in cui si ritenga necessario intervenire in base al singolo caso, scelta che deve essere fatta solo dal curante“. Concetto per altro ribadito anche in articolo pubblicato a fine luglio il cui titolo evoca lo spettro dei danni da vaccino, ovvero la motivazione sulla quale fanno leva i medici antivaccinisti: “Vaccini pediatrici, la Federazione nazionale dei medici dimentica i bambini danneggiati“. L’approccio personalizzato di cui parlava è quellodelle medicine non convenzionali (omeopatia tra tutte) che secondo Gava dovrebbero venire utilizzate per ridurre l’eccessivo uso di farmaci (e quindi anche dei vaccini):

Inoltre, qual è il pericolo di insegnare ai genitori una corretta igiene di vita ambientale, alimentare e familiare, consigliando il ricorso ad una Medicina integrata dalle Medicine non convenzionali (MNC) anche per ridurre sia l’eccessivo uso di farmaci, che non sono mai privi di effetti indesiderati, sia i costi economici? In questo senso, l’ospedale di Pitigliano, in provincia di Grosseto, con le sue 5.000-6.000 visite e terapie a base di MNC a pazienti ambulatoriali o ricoverati ha molto da insegnarci.

Gava in questo altro pezzo apparso sul Fatto Quotidiano si prodigò nel tentare di dimostrare una correlazione tra vaccini e autismo (segnatamente MPR,ovvero proprio quella della famigerata ricerca di Wakefield). Il dottore citò anche alcune testimonianze genitoriali (senza alcun valore scientifico) da lui raccolte e riportate nel suo libro “Le Vaccinazioni di Massa

È di notevole importanza eziologica che l’autismo risulti prevalente tra i bambini che hanno ricevuto il vaccino Mpr. Secondo questi genitori, i loro figli erano nati normali e si stavano sviluppando normalmente, ma hanno subito una regressione acuta o un ritardo dello sviluppo poco dopo la somministrazione del vaccino Mpr (cfr. le testimonianze di una decina di genitori in: Le Vaccinazioni di Massa, Ed. Salus Infirmorum, Padova). Anche se questi rapporti genitoriali non sono molto scientifici, in realtà sono serviti a indurre Singh e Colleghi a studiare in modo scientifico il rapporto tra vaccini e autismo.

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Nell’articolo Gava inserì alla fine, a mo’ di conclusione (chi ha orecchie per intendere, intenda) alcune “curiose” similitudini tra infezione del morbillo e autismo.

La segnalazione alla CCEPS

Il 12 aprile scorso Gava cambiò strategia. In un post sul suo blog annunciò l’invio al CCEPS di una “Segnalazione ai fini disciplinari concernente tutti i Presidenti degli Ordini dei Medici facenti parte del Consiglio nazionale della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (FNOMCeO) in data 8 luglio 2016, e in particolare gli autori del «Documento sui vaccini» approvato dal Consiglio Nazionale FNOMCeO in data 8 luglio 2016“.
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Nella segnalazione chiedeva di valutare sanzioni disciplinari nei confronti dei presidenti di tutti gli ordini dei medici e del Consiglio del FNOMCeO “per avere indebitamente esercitato non spettanti poteri e funzioni di vigilanza, coordinamento e promozione in materia di vaccini”; “per non aver tutelato, nell’esercizio della propria attività di medico o di presidente di OMCeO o di componente del consiglio nazionale FNOMCeO, di componente il comitato centrale FNOMCeO, anche mediante pubblicazioni rivolte o accessibili al pubblico, segnatamente il ‘documento sui vaccini’ approvato dal consiglio nazionale, la salute individuale e collettiva”; “per non aver garantito ai colleghi e al pubblico un’informazione esaustiva sulla prevenzione e sui prevedibili rischi e complicanze dei vaccini nei modi di cui sopra e senza prescrivere la preliminare apposizione del consenso informato” e così via. Alla fine si chiedeva di accertare la violazione deontologica da parte dei colleghi e le indebite minacce di sanzioni disciplinari.
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Il Corriere della Sera oggi scrive che Roberto Gava ha fatto ricorso alla Commissione centrale per esercenti attività sanitarie e quindi potrà continuare a esercitare fino a quando non sarà emessa la decisione finale. Se sarà a suo sfavore, potrà ancora rivolgersi alla Cassazione.

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