Roberto Fico, i "casi isolati" e lo sprezzo del ridicolo

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2017-04-12

Dopo la grande fuga di cui ieri è stato protagonista insieme ad Alessandro Di Battista e Luigi Di Maio, il deputato Roberto Fico oggi ha deciso di rispondere alle domande di Rainews sull’ordinanza Cassimatis. E, vista la qualità della replica, forse era meglio continuare a fuggire. Sostiene infatti Fico che quella di Genova è stata …

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Dopo la grande fuga di cui ieri è stato protagonista insieme ad Alessandro Di Battista e Luigi Di Maio, il deputato Roberto Fico oggi ha deciso di rispondere alle domande di Rainews sull’ordinanza Cassimatis. E, vista la qualità della replica, forse era meglio continuare a fuggire. Sostiene infatti Fico che quella di Genova è stata «una questione di una sola lista, rispetto a tutte le altre liste che stiamo presentando per le elezioni amministrative è un caso isolato, è una questione locale non mi sembra un caso nazionale». E ancora: «Abbiamo un garante che ha deciso in quel modo, abbiamo quel modello che finora ha funzionato, Grillo è persona terza, non si candida, effettua scelte nell’interesse di tutto il movimento».
Ora, inutile star lì a segnalare a Roberto Fico che Grillo è il Capo Politico del MoVimento 5 Stelle, ovvero il segretario del partito a cui appartiene Fico, e quindi non è “persona terza”. Vale piuttosto la pena di ricordare all’onorevole che quello di Marika Cassimatis non è un caso isolato, come lui sa bene. Dovrebbe infatti ricordarsi di quando lui ha segnalato per l’espulsione gli attivisti di Napoli Libera all’epoca in cui i grillini stavano cercando il candidato sindaco per Napoli. All’epoca un baldanzosissimo Roberto Fico sulla sua pagina Facebook festeggiava una vittoria legale di proporzioni impressionanti perché, secondo lui, il tribunale aveva dato ragione al M5S:
roberto fico genova 1
In realtà, come gli spiegarono in molti nei commenti allo status, il tribunale non aveva dato ragione al M5S. Il giudice, dichiarando l’insussistenza dell’urgenza, aveva posticipato la discussione nel merito alle udienze successive. E nel luglio 2016 il giudice diede ragione agli espulsi e li riammise. Non solo. È stato lo stesso Roberto Fico, nel marzo scorso, a fare la proposta di riammetterli a quelli che fino a poco tempo prima venivano chiamati senza mezzi termini “traditori” o “feccia” ed erano stati ritenuti colpevoli di aver congiurato contro il M5S. Oggi come allora non ci fu nessun dibattito pubblico: lo staff di Grillo una volta ricevute informazioni riguardanti un presunto comportamento scorretto da parte degli attivisti fece partire le mail. Fico ha incontrato in tribunale i ricorrenti dicendo “siamo pronti a reintegrarvi” (in cambio ovviamente della rinuncia a continuare la causa sulla legittimità del regolamento). Il tutto dopo che nei mesi scorsi Fico aveva dichiarato di aver vinto su tutta la linea. Curioso che oggi Fico parli di caso isolato a Genova dopo quanto successo a Napoli e a Roma, visto che proprio le curiose procedure di colpevolizzazione ed espulsione degli iscritti di cui anche lui è stato protagonista sono simili nelle tre città. Così come i risultati in tribunale.

Leggi sull’argomento: Tutte le volte che avete sbagliato a fidarvi di Grillo

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