La chat «segreta» di Roberta Lombardi

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2018-01-05

In un audio riportato dal Messaggero la candidata governatrice se la prende con i candidati consiglieri, accusandoli di non dare contributi al programma. Intanto spunta la lettera su carta intestata della Camera

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«Allora ragazzi, facciamo che ci capiamo dall’inizio: vi siete candidati a ottobre, siamo a gennaio e vorrei capire il vostro contributo alla stesura del programma»: con l’affabilità che le è propria, Roberta Lombardi avrebbe detto proprio questo in un audio mandato sulla chat dei candidati alle elezioni del Lazio per cazziarli e accusarli di scarso impegno nella guerra per la Regione.

La chat «segreta» di Roberta Lombardi

Il problema, racconta il quotidiano, è che il programma elettorale di Roberta Lombardi, candidata M5S contro Nicola Zingaretti, Sergio Pirozzi (per ora) e un candidato del centrodestra che si deve ancora presentare (se mai lo farà, visto che il tempo passa e l’accordo non si trova), ancora non è pronto. Per questo la candidata è arrabbiata e l’audio nella chat segreta riportato dal quotidiano romano lo conferma:

«Allora ragazzi, facciamo che ci capiamo dall’inizio: vi siete candidati a ottobre, siamo a gennaio e vorrei capire il vostro contributo alla stesura del programma. Se non queste sterili critiche in merito a errori, refusi scarsezze del programma che, sì è vero, c’erano, perché evidentemente non abbiamo grosse idee: né da parte dei sette consiglieri uscenti né da parte dei candidati nuovi né da parte dei sedicenti tavoli di lavoro».

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Un’accusa pesante e netta, ma anche una mezza ammissione, da parte di Lombardi nei confronti sia dei consiglieri veterani sia degli aspiranti che puntano a un posto alla Pisana. La deputata uscente si sfoga con i suoi (?) «perché il lavoro che è stato fatto è un lavoro di collazione, di contributi che in alcuni casi ci sono e in altri evidentemente no». Prendiamone consapevolezza, attacca la grillina che si rivolge così alla squadra che dovrebbe sostenerla portandole voti in giro per il Lazio: «Voglio capire da voi, oltre che criticare chi ha lavorato, cioè uno staff di volontari, cosa avete fatto come i contributi di valore per dare una sostanza al programma che porteremo in Regione Lazio? Aspetto vostre delucidazioni.Grazie».

Più interessante del (comprensibile) sfogo di Lombardi è il retroterra politico in cui nasce la guerriglia. Gran parte dei candidati regionali, dopo l’accaduto, ha creato una chat per scambiarsi messaggi escludendo proprio la candidata. E in tutto ciò è impossibile non vedere gli strascichi dei veleni che hanno incendiato le Regionarie laziali, con lo schieramento della consigliera Valentina Corrado appoggiata da Fabio Fucci, sindaco di Pomezia, e le polemiche sull’utilizzo dei canali ufficiali del MoVimento regionale per sponsorizzare la candidatura di Corrado.

La polemica sulla carta intestata

Intanto ieri il Partito Democratico è tornato all’attacco della candidata grillina, stavolta tirando fuori una lettera su carta intestata della Camera dei Deputati in cui la Lombardi chiede un incontro al direttore di una ASL laziale in occasione del suo tour negli ospedali del Lazio: “In occasione di tali visite avrei piacere di incontrarla per poter parlare delle problematiche inerenti la sanità laziale e dei possibili modi in cui la Regione potrebbe intervenire per migliorare la situazione attuale del servizio. Tale incontro potrebbe essere un’interessante occasione di dialogo per permetterci di implementare il programma del MoVimento 5 Stelle del Lazio”.
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In una nota il deputato PD Marco Miccoli va all’attacco: “Ecco il vero volto dei ‘cittadini portavoce’ del Partito dei 5Stelle, assetati di potere e fruitori seriali di tutti i privilegi dei Deputati a cui non riescono a rinunciare neanche a Camere sciolte. L’onorevole Lombardi smetta di fare la propria campagna elettorale a spese dei cittadini italiani e si apra un comitato come hanno gia’ fatto gli altri candidati. E soprattutto, una volta tanto vada in cartoleria, come fanno tutte le persone normali, e si compri delle normali lettere, senza lo stemma della Camera dei Deputati. Ce la può fare, Onorevole Lombardi?”.
EDIT: IL Messaggero pubblica l’audio di Roberta Lombardi:

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