La bufala della magnitudo abbassata dallo Stato per non dover pagare i risarcimenti ai terremotati

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2016-08-25

I terroristi della disinformazione tornano a diffondere due vecchie bufale: quella del Governo che abbassa la magnitudo per non pagare i risarcimenti alle zone colpite e quella del DDL Monti che impone ai cittadini di pagare di tasca propria i danni

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Ci risiamo, i soccorritori non hanno ancora finito di cercare i dispersi tra le macerie che già lo Stato cerca di fregare i sopravvissuti provando a risparmiare sui risarcimenti. A denunciarlo su Internet, sono gli stessi che nel 2012 avvertivano che il Governo Monti aveva fatto “abbassare la magnitudo” delle scosse in Emilia per non dover risarcire i danni. Persone che probabilmente nel 2009, dopo il terremoto dell’Aquila erano impegnate a dire la stessa cosa.
risarcimento danni terremoto magnitudo - 1

Il DDL Monti che introduceva le assicurazioni private

Tutta colpa di un decreto legge emanato dall’allora Governo Monti sul riordino dell’assetto della Protezione Civile. Nel DDL Monti aveva introdotto all’articolo due un comma che sostanzialmente diceva, secondo l’interpretazione abbastanza libera di alcuni giornali, ai cittadini che i danni del terremoto se li sarebbero dovuti pagare unicamente tramite assicurazioni private. Curiosamente però nessuno ha dato conto che nella successiva conversione in legge del DDL 59/2012 diventata Legge 100/ del 15 luglio 2012 l’articolo 2 è stato soppresso. Ed infatti nel 2013 Monti firmava il decreto per garantire la copertura finanziaria al 100% dei danni subiti dagli immobili durante il terremoto.
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Magnitudo e intensità, due scale diverse per misurare cose diverse

L’altra questione riguarda invece riguarda invece la storia secondo la quale lo Stato avrebbe convinto l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia ad abbassare la magnitudo del sisma che ha colpito il Centro Italia la notte del 24 agosto. A quanto pare infatti se la magnitudo rilevata è inferiore a 6 allora – di nuovo – lo Stato non sarà costretto a pagare i risarcimenti. Anche in questo caso la vicenda era emersa nel 2012; ne dà conto ad esempio il quotidiano ferrarese L’estense che riporta le spiegazioni della ricercatrice del INGV Lucia Margheriti che spiega che la discrepanza tra rilevazioni è normale e chiarisce la vicenda – in realtà molto semplice – riguardante i rimborsi:

È bene chiarire che i rimborsi non si basano sulla magnitudo di un terremoto, bensì sull’intensità, misurata sulla scala Mercalli, che misura i danni che un terremoto ha provocato. Per capire meglio la distinzione, l’esempio classico è quello di un forte terremoto, poniamo di 9 di magnitudo: se avviene nel deserto, dove non ci sono edifici, l’intensità di quel terremoto sarà pari a zero

Quindi il fatto che la magnitudo misurata sia 6.1, 6.0 o 5.9 cambia poco ai fini della possibilità di ottenere i risarcimenti. Quello che conta è invece l’intensità che viene misurata sulla scala Mercalli che appunto misura non l’energia sprigionata ma i danni subiti dall’edificio. Un terremoto di magnitudo 4 può tranquillamente provocare danni per un’intensità 6 se nella zona colpita le abitazioni sono fatte di argilla (come insegnano alle elementari). Viceversa in Giappone esistono edifici in grado di resistere sostanzialmente indenni all’urto di terremoti di magnitudo molto superiore a 6. Quindi riassumendo: la magnitudo (che può essere locale o momento e quindi avere due misurazioni differenti) misura la quantità di energia sprigionata dal sisma, la scala sulla quale viene misurata è la scala Richter. L’intensità invece, misurata in gradi sulla scala Mercalli, viene invece valutata dalle squadre che operano sul territorio in base ai danni provocati dall’evento sismico.

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