Tutti i «buchi» di Report sui vaccini

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2017-04-19

Tante omissioni e imprecisioni (volontarie) che hanno fatto sì che l’indagine “sulla farmacovigilanza” si trasformasse in un atto d’accusa – senza prove – contro medici, scienziati e vaccini. Tutte qui riassunte. Insieme a una serie di curiose “sviste” nella costruzione del testo. E un po’ di memoria storica. Che dimostra…

article-post

Continua la polemica sul servizio di Report sulla farmacovigilanza che curiosamente era incentrato solo sulle presunte reazioni avverse al vaccino contro il Papilloma virus umano (HPV) quando in realtà il problema delle reazioni avverse e degli effetti collaterali riguarda tutti i prodotti farmaceutici e non solo i vaccini. Alessandra Borella, autrice dell’inchiesta è stata duramente criticata e non si può negare che le reazioni avverse al servizio del programma condotto da Sigfrido Ranucci siano state la causa di questi attacchi. Anche se Ranucci ha ribadito più volte che Report non è contro i vaccini ma che il loro intento era quello di esporre le criticità l’effetto percepito (da antivaccinisti e non) è stato quello di un’inchiesta che ha lanciato un duro j’accuse proprio nei confronti dei vaccini, segnatamente contro quello anti-HPV.
report papilloma virus vaccini hpv gardasil cervarix - 1

Il dirigente “beccato a prendere la mazzetta” per far approvare i vaccini?

Risulta davvero poco credibile che la redazione di Report non abbia pensato alle conseguenze della messa in onda di un servizio costruito con un taglio di questo tipo. Non è in discussione l’idea di indagare sulle criticità del sistema di approvazione dei nuovi farmaci e di controllo da parte dell’Agenzia europea del farmaco (EMA) sull’operato delle case farmaceutiche. Ad esempio nel parlare delle interferenze delle case farmaceutiche nell’operato delle agenzie di controllo si è citato il caso di Pasqualino Rossi, un tempo dirigente di AIFA e ora di EMA, associando l’inchiesta per corruzione in cui è stato coinvolto nel 2008 con possibili, eventuali, fantomatiche (e non provate) tangenti da parte delle aziende produttrici di Gardasil e Cervarix per condizionare favorevolmente i report. La Borella lo dice chiaramente: “secondo i magistrati lo scopo [delle mazzette NdR] era quello di informarlo sull’iter di approvazione del vaccino”. Ma è davvero così? Curiosamente sul Corriere della Sera il 4 ottobre 2016 è stato pubblicato un articolo a firma di Milena Gabanelli (il nome mi suona familiare) e Giulio Valesini dove si parla proprio della nomina di Rossi a Bruxelles. Nel pezzo viene anche riassunta la vicenda giudiziaria che ha coinvolto Rossi e si scopre che la mazzetta che il dirigente è stato sorpreso a intascare era per “lasciare tranquillo” Aulin, un antinfiammatorio, non “il vaccino”. È la Borella, e non i magistrati, a inferire che Rossi ha preso mazzette per informare sull’iter di approvazione del vaccino (a margine facciamo notare che EMA sta facendo una revisione sugli effetti collaterali dei due vaccini).
borella burioni hpv report vaccini - 2
Potrebbe essere stata una svista ma nella conclusione la Borella torna sulla tangente (che pure la Gabanelli e Valesini di Report dicono essere stata percepita per consentire che l’Aulin continuasse ad essere commercializzato):

Ora, metti tutto questo, e metti che i controllori sono finanziati dai controllati. E metti anche che chi era nel comitato di valutazione del vaccino è stato beccato mentre percepiva una mazzetta da chi doveva appunto valutare e che invece di essere cacciato via è stato promosso.

La Borella quindi riesce nella non facile impresa di smentire Report e di dire che Pasqualino Rossi è stato beccato a prendere una mazzetta “da chi doveva valutare“. Cosa che è falsa perché – come ci ha detto la Gabanelli – l’ha presa per un altro motivo. Il taglio del pezzo però suggerisce che qualcuno abbia pagato una mazzetta per far approvare il vaccino anti-HPV, cosa che non è vera.

stefano montanari sipario vaccini addio - 4
Quando Antonietta Gatti scriveva al guru degli antivaccinisti americani

La ricerca condotta dal farmacista anti-vaccini

È in discussione anche il modo scelto per parlarne, il taglio giornalistico insomma, che ha avuto l’effetto di terrorizzare molti genitori e spingerli a non fidarsi degli organismi di controllo. Questo è un modus operandi che Report conosce bene e la colpa non è di Ranucci, succeduto a Milena Gabanelli, perché già nel 1998 il programma di Rai Tre aveva mandato in onda un servizio alquanto inquietante contro l’obbligo vaccinale dal titolo abbastanza evocativo “Il virus dell’obbligo” durante il quale non solo venivano descritte tutte le drammatiche conseguenze dei vaccini suggerendo esplicitamente che non erano sicuri né innocuo ma veniva anche intervistato il ricercatore indipendente Massimo Montinari guru dell’antivaccinismo e consulente della Polizia di Stato la cui perizia di parte aveva avviato l’inchiesta volta a stabilire della Procura di Trani la sussistenza della correlazione tra vaccini MPR e autismo. Inchiesta che però è stata archiviata. In un altro servizio dal titolo assai tranquillizzante “Vaccini al mercurio” andato in onda nel 2000 Milena Gabanelli esordiva così: «Premesso che le vaccinazioni sono una benedizione divina ci si chiede: come mai nel nostro Paese si continua a vaccinare contro la polio quando è stata debellata 15 anni fa?». Notate qualche somiglianza con la dichiarazione di Ranucci? Probabilmente sono solo coincidenze, come lo è il fatto che Report sostenesse la pericolosità del Tiomersale nei vaccini attribuendo ai “vaccini al mercurio” la responsabilità di danni permanenti, cosa che invece è negata dall’Istituto Superiore di Sanità. E forse era anche una coincidenza che la fonte medica di quelle informazioni fosse Andrea Valeri, un medico omeopata e consulente di una delle prime associazioni di antivaccinisti. Ma se la Gabanelli (e Ranucci) dicono che i vaccini sono la più grande scoperta degli ultimi trecento anni allora qualcosa non torna.
borella burioni hpv report vaccini - 1
Ma c’è poco da stupirsi perché è questo il “metodo Report”. Ad esempio, per tornare al servizio sul vaccino anti-HPV, Roberto Burioni (ma non è il solo) ha accusato la giornalista di Report di aver omesso di dire al pubblico che la ricerca della dottoressa Antonietta Gatti è stata condotta in collaborazione con il marito Stefano Montanari, altra vecchia conoscenza del mondo dell’antivaccinismo che qualche tempo fa ha deciso di lasciare la battaglia.
borella burioni hpv report vaccini - 3
La Borella si difende dicendo che non ha intervistato Montanari: vero, ha intervistato sua moglie che ha esposto i dati della loro criticatissima e contestatissima ricerca. È da quella ricerca (link) che la Gatti snocciola le cifre sulle contaminazioni da metalli pesanti ritrovate nei vaccini Gardasil e Cervarix (due delle 44 formulazioni esaminate). Convenientemente, oltre ad omettere il fatto che Montanari è co-autore della ricerca la Borella non riferisce che i due coniugi sostengono che il vaccino contro morbillo-parotite-rosolia “è associato con casi di autismo”. Ed è vero che la giornalista di Report cita la risposta dell’EMA ma lo fa in modo da suggerire che sia l’Agenzia Europea del Farmaco a sbagliare perché non parla del vaccino anti-HPV che quindi rimane “sospetto”:

lo ha inviato all’Agenzia europea dei medicinali che risponde che lo considera privo di valore: le quantità di sostanze non sono rilevabili, e comunque entro certi limiti è normale che ci siano, e non rappresenterebbero un pericolo per la salute. L’EMA cita degli studi francesi che però, particolare non trascurabile, si riferiscono al vaccino contro la meningite.

Inoltre mentre la Gatti ha snocciolato dati e cifre riguardo alla contro-argomentazione non si cita nessuno dei dubbi sulla veridicità dello studio (ad esempio la mancanza di un gruppo di controllo (che pure nel corso dell’inchiesta era definito fondamentale quando si tratta di analizzare i vaccini) ovvero le analisi pubblicate da Gatti-Montanari riguardano solo i campioni prelevati dalle fiale di vaccini e non c’è un confronto con un gruppo di fiale preparate allo stesso modo ma non contenenti vaccini per vedere se le nanoparticelle sono presenti e in quale quantità. Infine nel servizio l’ultima parola spetta alla Gatti, che quindi viene presentata come colei che ha ragione nella questione. Come è possibile che quando certe procedure non vengono rispettate Report lo fa notare mentre quando non vengono rispettate ma crea problemi all’attendibilità delle sue fonti non lo fa? Sempre riguardo alla presenza di contaminanti non si dice quanto incida la presenza di questi contaminanti sulla composizione del vaccini né quali effetti abbia. Perché di studi scientifici sulla pericolosità dell’alluminio Report non ne parla. Anche qui è abbastanza curiosa la cosa.

Potrebbe interessarti anche