Regionali, dove sono finiti i voti a destra e a sinistra

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Due schieramenti prevalenti ed equilibrati nell'analisi di Ipsos: il centrodestra al 41% e il centrosinistra al 40,4%. Tutto starà nell’offerta delle prossime elezioni politiche

Il Corriere della Sera pubblica oggi un’analisi del voto alle elezioni regionali a firma di Nando Pagnoncelli ed Ipsos, che in parte va ad integrare e correggere le interpretazioni dell’Istituto Cattaneo conteggiando anche i voti alle liste. Il ritratto che ne viene fuori, spiega Pagnoncelli, è quello di due coalizioni equilibrate in cui il centrodestra prevale di pochissimo sul centrosinistra nelle regioni che sono andate alle urne.

L’analisi sui flussi di voti pubblicata sul Corriere della Sera (4 giugno 2015)

Spiega Luca Comodo di Ipsos:



Alle elezioni europee, abbiamo già avuto occasione di dirlo, il successo riscosso dal Pd è molto correlato alla scarsa affluenza. L’astensione ha colpito maggiormente il centrodestra. E a proposito di affluenze va ribadito che alle elezioni regionali molti elettori hanno espresso il proprio voto solo per i candidati, senza esprimersi sui partiti. Sul totale dei voti validi espressi il 9% degli elettori ha votato solo per il candidato, esattamente come è successo nel 2010. Se consideriamo questo dato otteniamo che complessivamente stiamo facendo analisi su circa il 45% degli aventi diritto. E addirittura in Liguria, siamo al di sotto del 40%. Diventa davvero difficile dire chi vince e chi perde in un quadro di questo genere. Lo stesso vale, a nostro parere, per l’enfasi posta sul tripolarismo a partire dal voto alla lista del Movimento 5 Stelle. Vero, questa formazione si colloca al secondo posto. Ma se guardiamo al voto per i candidati le cosecambiano.
Se sommassimo al centrodestra i voti di area (Schittulli e Tosi, Lega e FdI) e altrettanto facessimo per il centrosinistra, sommando i voti delle liste di sinistra, avremmo due schieramenti assolutamente prevalenti ed equilibrati: il centrodestra al 41% e il centrosinistra al 40,4%. Tutto starà nell’offerta delle prossime elezioni politiche. Se si formeranno partiti coalizionali il panorama cambierà profondamente. Che ci sia stata una difficoltà del PD è fuori dubbio. Innanzitutto si è però trattato di un problema nel rapporto con il territorio: le due candidate di Veneto e Liguria ne hanno pagato le conseguenze. Che la Lega abbia ottenuto ottimi successi è altrettanto fuori dubbio. Ma, per stare al Veneto, è davvero difficile attribuire alla Lega,come alcuni hanno fatto, i voti della lista Zaia. Allo stesso modo risulta arbitrario attribuire al principale partito i voti di liste civiche collegate al candidato. Insomma, occhio ai numeri e ai contesti. Il rischio è di trarre lezioni sbagliate.

Le elezioni regionali nell’analisi dell’Istituto Cattaneo