La storia della foto delle due ragazze per il referendum autonomia del 22 ottobre

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2017-10-20

In Veneto sono tutti pronti per chiedere l’autonomia da Roma. Non si sa bene che tipo di autonomia andrà a chiedere Zaia ma non importa perché per molti sarà il primo passo verso l’indipendenza dello Stato Veneto

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Domenica il popolo veneto andrà alle urne per votare al referendum sull’autonomia. Non sarà – come speravano alcuni – una consultazione sull’indipendenza del Veneto dall’Italia ma servirà per dare il mandato a Luca Zaia (e in Lombardia a Roberto Maroni) di chiedere allo Stato centrale la concessione di ulteriori forme di autonomia. Quali esattamente non si sa, si sa solo che veneti e lombardi vogliono che il residuo fiscale rimanga nelle rispettive regioni.

Gentilini e l’anatema contro chi non andrà a votare al referendum

Per il momento si sa solo quanto costa: in totale 64 milioni di euro ai quali vanno aggiunti altri 5 milioni per pagare gli straordinari, l’indennità di ordine pubblico e il vitto delle forze dell’ordine che presidieranno i seggi domenica durante il voto. Zaia ha accolto la notizia che dovrà pagare (o meglio far pagare ai veneti) altri due milioni di euro con “un sorriso gandhiano” convinto che anche “questo ultimo tentativo da parte di Roma di ostacolare la nostra consultazione” non impedirà la vittoria del Sì.

Nel frattempo in Veneto si moltiplicano gli appelli ad andare a votare e a votare Sì. A differenza della Lombardia infatti il referendum di Zaia prevede il quorum e quindi è necessario che vada a votare la maggioranza degli aventi diritto. Alcuni giorni fa l’ex sindaco di Treviso lo “Sceriffo” Giancarlo Gentilini ha lanciato un appello particolare lanciando una vera e propria maledizione a tutti coloro che voteranno No o si asterranno dal voto.
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Inoltre gli elettori non potranno utilizzare la propria tessera elettorale e quindi ai seggi agli elettori verrà rilasciata una “ricevuta” con il timbro della sezione per dimostrare l’avvenuta votazione. Qualcuno ha pensato che la cosa può essere utilizzata per invogliare gli elettori a votare.
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Ad esempio c’è chi ha messo un annuncio su Subito.it dove si offre di regalare una bandiera di San Marco nuova ritirando (come se fosse una rottamazione) una bandiera italiana a chi dimostra di essere andato a votare esibendo la ricevuta.

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Un’agenzia di viaggi e una di pompe funebri hanno deciso di offrire lo sconto del 10% a chi presenterà il certificato di voto vidimato.
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C’è chi ha pensato che è importante che nelle prime ore dall’apertura dei seggi l’affluenza sia già alta, in modo da convincere gli indecisi ad andare a votare. Ecco quindi la colazione in omaggio ai primi cinquanta clienti che si presenteranno con la scheda vidimata entro le 10.30.
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Infine un altro esercente ha deciso di far sapere ai suoi fornitori che se non andranno a votare e non si presenteranno con la famosa “ricevuta” allora non potranno più vendere la loro merce. Prima il Veneto!

Gli indipendentisti e il referendum per l’autonomia

Altri hanno pensato invece di rendere graficamente evidente il “furto” subito dal Veneto “terra dell’abbondanza… rubata” creando con photoshop un finto manifesto elettorale riesumando un vecchio manifesto elettorale inventato dalla lista Veneto Stato in occasione delle elezioni provinciali del 2011 a Treviso. Nel manifesto il Veneto autonomo, anzi il Veneto Stato, è rappresentato come una procace signorina mentre il Veneto Regione (vittima sia di Roma che della Lega) è una ragazza anoressica.
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C’è in Veneto un sentimento diffuso che porta a sovrapporre l’autonomia e l’indipendenza. Al punto che in consiglio regionale qualche giorno fa il capogruppo della Lega Nord ha dovuto intervenire per dire che l’indipendenza (promessa dallo stesso Zaia nel 2015) “è un fascicolo chiuso”. Qualcuno però non si arrende ed è convinto che il referendum del 22 ottobre sia il primo passo verso l’indipendenza vera e propria.
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Gli indipendentisti e i “nazionalisti” veneti ritengono infatti che quella che tutti conoscono come la Regione Veneto sia in realtà “una truffa”, un “soggetto giuridico italiano” con un governo fantoccio di Roma. Insomma: il vero Veneto non è italiano e anche la “vera” bandiera veneta non è il gonfalone regionale color rosso ma è quella color blu.
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Insomma gli indipendentisti probabilmente si tureranno il naso e andranno a votare per l’autonomia.
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Ma solo chi ha già deciso di autodeterminare la propria “Nasionalità Veneta” potrà usare i nuovi adesivi per la targa delle auto immatricolate nello Stato Veneto (ma presso le motorizzazioni di quello italiano). Perché in Veneto la faccenda dell’indipendenza è una cosa seria, ma non troppo.
 
 
 
 
 

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