Il nesso tra reddito pro capite e migrazioni

Categorie: Economia, FAQ

Di fronte alla speranza di moltiplicare per sette o per cinque il proprio reddito, nel prossimo mezzo secolo milioni di giovani continueranno a cercare l’Europa

Il Corriere della Sera pubblica oggi un’infografica che spiega quale divario sia dietro le migrazioni dall’Africa all’Unione Europea. Oggi il rapporto fra reddito medio pro-capite in Europa e in Africa sub Sahariana è di 11 a 1. Il reddito di chi risiede all’interno dell’Unione europea è di 11 volte superiore rispetto a chi vive in Africa. L’Europa cresce con un tasso annuo del 2 per cento, mentre gli stati dell’Africa sub Sahariana ad un ritmo del 3,5%. Nonostante ciò,  con le politiche attuali il divario economico resterebbe altissimo anche nei prossimi 50 anni. Le criticità rimangono gravi anche a causa dell’alto tasso di natalità nei territori sub sahariani, dove nel 2068 la popolazione potrebbe sfiorare i 3 miliardi di persone. Mentre in Europa gli abitanti rimarranno praticamente gli stessi di oggi anche tra 50 anni: poco più di 500 milioni.



Il nesso tra reddito pro capite e migrazioni (Corriere della Sera, 23 giugno 2018)

Secondo Branko Milanovic della New York University, uno dei grandi studiosi mondiali delle diseguaglianze, un giovane africano non si fa scoraggiare da una probabilità di meno del 2% di affogare al largo della Libia. Si chiede Milanovic: «Un olandese che guadagna 50 mila euro l’anno sarebbe indifferente alla possibilità di guadagnare mezzo milione in Nuova Zelanda?». Agli attuali tassi di crescita dell’economia dell’Europa occidentale (2%) e dell’Africa subsahariana (3,5), tra dieci anni noi europei guadagneremo in media dieci volte di più, tra trent’anni oltre sette volte di più (come nel 1970) e tra mezzo secolo guadagneremo 5,5 volte di più. Solo fra 40 anni i subsahariani si avvicinano a una soglia di reddito medio alla quale stanno arrivando oggi centinaia di milioni di cinesi. In altri termini, di fronte alla speranza di moltiplicare per sette o per cinque il proprio reddito, nel prossimo mezzo secolo milioni di giovani continueranno a cercare l’Europa.

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