Il ragazzino picchiato dal poliziotto ad Anaheim

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2017-02-23

Un agente di polizia fuori servizio martedì pomeriggio ha aperto il fuoco contro un ragazzino di tredici anni “colpevole” a quanto pare di aver difeso un’amica dagli insulti sessisti dell’uomo indispettito dal fatto che la ragazza avesse camminato sul prato di casa sua

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Trecento persone sono scese per strada ad Anaheim, una città ad una quarantina di chilometri dal centro di Los Angeles, per protestare contro l’ennesimo episodio di violenza da parte di un agente del dipartimento di polizia di Los Angeles. A farne le spese è stato un ragazzino di 13 anni che secondo Heavy.com si chiama Christian Dorscht che è stato malmenato da un agente del LAPD fuori servizio – e in borghese – che ad un certo punto ha estratto la pistola e ha esploso alcuni colpi d’arma da fuoco verso il gruppo di teenager che stava assistendo alla scena.
https://youtu.be/HoSkCGrRAQg

Il poliziotto che apre il fuoco su dei ragazzini inermi

Christian e un altro ragazzo di quindici anni sono stati arrestati con l’accusa di violenza privata, aggressione e minacce nei confronti dell’uomo, minacce però di un’eventuale azione legale e non una violenza fisica. Mentre l’agente – del quale non sono state rese note le generalità – non è stato arrestato e la sua abitazione è sorvegliata dalle forze dell’ordine in assetto antisommossa. Quello che ha sconvolto la comunità di Anheim è stata la violenza totalmente gratuita dell’agente, che è stato filmato da alcune persone mentre trascinava il ragazzo tentando di immobilizzarlo di fronte ad una folla attonita di ragazzini.

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Agenti di polizia in assetto anti sommosa presidiano la casa dell’agente

A quanto risulta a scatenare l’ira dell’uomo – che sembra essere l’unico adulto presente sulla scena – è stata la reazione di Christian che è intervenuto in difesa di un’amica “colpevole” di aver camminato sul prato ben curato dell’agente. L’uomo infatti non ha gradito che la ragazza avesse calpestato il giardino di casa sua e l’ha chiamata “cunt” ovvero troia. Secondo la testimonianza di Christian, e da quello che si evince da uno dei due video, il ragazzo ha fatto notare che non è questo il modo di rivolgersi ad una ragazza.


Secondo la polizia i video registrati (che ne sono almeno due, uno che copre la sequenza fino allo sparo un altro che invece mostrerebbe gli attimi in cui l’agente si avventa su Christian) non mostrano tutto quello che è successo ma solo una piccola frazione dell’accaduto. Certo è che nel video si vede chiaramente che l’agente non aveva alcuna necessità di estrarre l’arma e sparare – ad altezza d’uomo – contro dei ragazzini inermi che non avevano cercato di aggredirlo in nessun modo e semmai stavano semplicemente chiedendogli di lasciare andare il ragazzo. Del resto l’agente è stato addestrato proprio a questo: a mantenere la calma in situazioni difficili, e guardando la scena quello che stava succedendo in quel momento non era una situazione critica. I ragazzini sembrano tutti appartenenti alla classe media all’uscita da scuola e non violenti affiliati a pericolose bande criminali. Il Dipartimento di Polizia di Los Angeles ha avviato un’indagine per ricostruire l’accaduto e valutare le responsabilità dell’agente. Molti cittadini però hanno inondato di telefonate il centralino della polizia per lamentarsi del trattamento subito dai ragazzi e dell’atteggiamento del poliziotto.

Alma Jimenez, la madre del tredicenne, era tra le centinaia di manifestanti che si sono radunati pacificamente ieri sera di fronte all’abitazione dell’agente del LAPD. Al grido di “don’t shoot” i manifestanti hanno percorso le strade di Anaheim per un paio d’ore fino a che alle undici di sera la polizia ha intimato loro di disperdersi. Durante le manifestazioni di ieri notte sono state arrestate 24 persone. L’episodio mette nuovamente sotto i riflettori il comportamento delle forze di polizia americane e in particolare di quelle di Los Angeles, sono passati quasi ventisei anni dal pestaggio di Rodney King, avvenuto il 3 marzo 1991.

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