Quello che Salvini e Borgonzoni non dicono sulla storia dell’audio di Bonaccini

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La candidata della Lega è convinta che non ci sia nulla di illecito in quanto detto da Bonaccini al sindaco di Jolanda di Savoia Paolo Pezzolato. Eppure la Lega insiste a chiedere al presidente uscente di dare l'autorizzazione a diffondere l'audio, perché?

Lucia Borgonzoni e Matteo Salvini sono tornati oggi a parlarci della  questione di Jolanda di Savoia, quel comune di tremila abitanti che secondo il sindaco Paolo Pezzolato si è visto sottrarre tre dipendenti “prestati” dai comuni limitrofi perché l’ex sindaco (nonché attuale vicesindaco) si è candidata in una lista a sostegno di Lucia Borgonzoni. Per la cronaca è la stessa lista della candidata che sosteneva che con un’eventuale riconferma di Bonaccini sui banchi di scuola arriveranno le bambole trans per insegnare il Gender.



L’audio di Bonaccini che fa impazzire la Lega

Da giorni la Lega, un po’ per far passare in secondo piano il caso Solaroli a Ferrara, un po’ per attaccare l’avversario, racconta di pressioni esercitate da Bonaccini sul sindaco Pezzolato affinché convincesse la vicesindaco Elisa Trombin a non candidarsi con Lucia Borgonzoni. Pezzolato ha detto che esiste una registrazione di una telefonata in cui Bonaccini gli dice «io ieri sera ho parlato con Elisa…dalla telefonata non mi ha detto che si candida con la civica della Borgonzoni…se la scelta è quella è chiaro che poi succede qualcosa nei rapporti con voi…te lo volevo dire perché se è così se per caso vinco io come è probabile dopo però non mi cercate più…».



Dal momento che Bonaccini non ha autorizzato la diffusione di quella registrazione oggi alla Lega si sono inventati di farla “leggere” alle voci sintetiche dei programmi di trascrizione vocale. Chissà se hanno lo stesso effetto dell’audio di Savoini. Salvini sostiene che quelle parole siano una minaccia e parla di minacce di Bonaccini. Scrive che lui non avrebbe mai minacciato un sindaco avversario (ma qualche minaccia ai sindaci che si rifiutavano di applicare il Decreto Sicurezza l’ha fatta così come da ministro ha “minacciato” i magistrati che avevano aperto i porti). Che dire poi delle minacce del vicesindaco di Ferrara Nicola “Naomo” Lodi, con tanto di gesti eloquenti?

Perché Borgonzoni non ci parla del sindaco di Copparo?

Sul caso Jolanda però Salvini non dice che al quotidiano Estense il sindaco di Riva del Po Zamboni (anche lui registrato mentre “ammette” le pressioni di Bonaccini) ha spiegato che Pezzolato era perfettamente informato tanto che «come da verbale giunta dell’Unione del 13 gennaio, tutti i sindaci dell’Unione, compreso anche il sindaco leghista di Copparo Pagnoni, hanno concordato nella scelta di ritirare il comando perché l’ulteriore protrarsi avrebbe inevitabilmente comportato il rischio di creare gravi disservizi agli Enti di cui abbiamo la responsabilità di governo. Tutto ciò operato nonostante Jolanda debba ancora importanti somme all’Unione». Per il sindaco di Comacchio Marco Fabbri, anche lui chiamato in causa, la spiegazione è semplice: «la convenzione con il Comune di Comacchio per il comando del vigile aveva natura temporanea ed è scaduta il 31 dicembre».



La Borgonzoni invece ammette che nella vicenda «non c’è niente di illecito» ma  insiste nel dire che «c’è un audio che fugherebbe ogni dubbio, dimostrando che Bonaccini non ha usato il suo ruolo istituzionale per minacciare un sindaco, la cui vice si è candidata a mio sostegno». Non si capisce quindi cosa ci sia di rilevante nella conversazione se per ammissione della stessa candidata quello che ha fatto Bonaccini non è illegale. Poco chiara anche la ragione dell’interessamento di Bonaccini sulla candidatura dell’ex sindaco di Jolanda di Savoia. In questi ultimi anni non risulta che la Regione abbia in qualche modo penalizzato il comune ferrarese, anche se non era amministrato dal PD. Il giorno prima della telefonata la Regione aveva pubblicato un bando per la realizzazione di un parco Open Air sul territorio di Jolanda e dei comuni limitrofi. La consigliera d’opposizione Gabriella Dellacecca invece punta il dito proprio contro Salvini: «ho chiesto in più occasioni all’allora ministro Salvini di valutare la situazione e di agire a tutela della popolazione. Il nostro grido di aiuto ha avuto come risposta un assordante silenzio, ed oggi lo vedo così interessato alla nostra piccola comunità».

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