Vuoi risparmiare sul lavoro? Assumi con "contratto rumeno"

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2015-04-03

Una truffa per le aziende italiane che vogliono risparmiare sui contributi previdenziali degli autotrasportatori: diverse agenzie interinali rumene forniscono lavoratori con contratti di lavoro rumeno. Un fenomeno che non è nuovo ma è tornato nuovamente alla ribalta grazie ad un volantino distribuito a Modena

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Una volta la minaccia veniva dalla Polonia e dai suoi temutissimi idraulici che insidiavano il mercato degli idraulici italiani, ora invece la concorrenza più spietata la fanno gli autisti di TIR rumeni ai padroncini e alle società di autotrasporti italiani. Gli operatori del settore e i sindacati lanciano un grido d’allarme perché la concorrenza degli autisti venuti dall’Est rischia di mettere in ginocchio il comparto e SEL e PD annunciano l’intenzione di presentare un’interrogazione in Parlamento per fare luce sulla situazione e tentare di adeguare il piano normativo. Ma in realtà basterebbe far rispettare le leggi vigenti.

La pagina Facebook che pubblicizza l'assunzione degli autisti interinali rumeni
La pagina Facebook che pubblicizza l’assunzione degli autisti interinali rumeni

AUTISTI INTERINALI RUMENI
A far scoppiare il caso è stata la denuncia della CGIL di Modena che ha consegnato in Procura un volantino della Work Support Agency di Brasov (Romania) un’agenzia di contratti interinali che pubblicizza i servizi degli autisti rumeni. Quali sono i vantaggi per chi sceglie di affidare il trasporto delle merci ad un autotrasportatore rumeno? Parecchi. L’agenzia infatti ha sede in Romania (che fa parte dell’Unione Europea) quindi il contratto verrebbe stipulato secondo le leggi rumene. Per il lavoratore rumeno quindi il datore di lavoro non dovrà versare i contributi INPS e INAIL e nemmeno tredicesima o quattordicesima, ma dovrà pagare solo quanto previsto in Romania, dove gli oneri pensionistici e fiscali sono decisamente molto più bassi (e quindi convenienti). L’unica cosa sulla quale non si può risparmiare è la paga netta che, in base con quanto prevedono le norme dell’Unione Europea, deve essere in linea con quella dei lavoratori italiani. L’agenzia promette quindi un risparmio che arriva fino al 40%, una proposta irresistibile per “mettere in crisi la Crisi” e un vero e proprio incubo per tutti quei lavoratori per i quali non può essere stipulato un “contratto rumeno” ma solo quello italiano. Ed è qui che nasce il problema secondo la CGIL, il volantino infatti non specifica se la manodopera fornita dall’agenzia interinale è di nazionalità rumena oppure se è possibile assumere anche lavoratori italiani con contratto di lavoro rumeno. Se nel primo caso l’assunzione è lecita e regolamentata nel secondo invece, sostiene Franco Zavatti, responsabile regionale legalità Cgil Emilia Romagna, si potrebbe configurare l’ipotesi di reato di caporalato. A consentire le assunzioni rumene è la normativa europea sul distacco comunitario che in materia di oneri previdenziali prevede che:

Con riferimento al regime previdenziale, si osserva che per i lavoratori distaccati dalle imprese comunitarie trova applicazione il principio di “personalità”, opposto al principio di “territorialità” vigente di regola in materia di condizioni di lavoro.
L’impresa comunitaria in regime di distacco opera nello Stato di destinazione, infatti, mantenendo il regime contributivo (previdenziale ed assistenziale) del Paese d’origine, mediante i Modelli A1 (ex E 101) rilasciati dal competente Istituto; il datore di lavoro (distaccante), rimane a tutti gli effetti responsabile del trattamento economico e normativo a favore del lavoratore.
Nell’ipotesi di distacco comunitario, pertanto, ai fini della determinazione dell’imponibile previdenziale, occorre riferirsi al regime contributivo previsto dalla legislazione del Paese di origine del lavoratore. Analogo discorso va fatto in relazione al regime assicurativo per gli infortuni e le malattie professionali, che resta quello contemplato dalla legge del Paese di provenienza.

Non è quindi consentito assumere lavoratori italiani con contratti e tutele rumeni poiché si deve obbligatoriamente fare riferimento alla legislazione del paese d’origine del lavoratore. Ed un lavoratore italiano, anche se con contratto rumeno, rimane sempre un cittadino italiano. Il problema di fondo rimane quello del mercato unico europeo (anche per quanto riguarda il lavoro) che non ha però un unico modello fiscale.

Uno screen dalla pagina di WSA, l'agenzia interinale indicata come responsabile del volantino sugli autisti rumeni
Uno screen dalla pagina di WSA, l’agenzia interinale indicata come responsabile del volantino sugli autisti rumeni

LA QUESTIONE NON È NUOVA
Non è la prima volta che si parla di autisti assunti con il contratto interinale rumeno. Nel 2013 in trentino veniva denunciato da più parti il dilagare di questa tipologia di contratti. Diceva all’epoca il presidente del Consorzio Trasportatori Artigiano Gianfranco Detassis

Da qualche anno una società di somministrazione di lavoro italiana, ma con sede in Romania, ha esteso l’attività al nostro settore, offrendo autisti. Sotto il profilo legale tutto a posto, i salari netti richiesti alle imprese sono quelli italiani, come prevede Bruxelles. Per il datore di lavoro il risparmio consiste nel non versare l’imponente importo previdenziale e fiscale italiano, ma solamente gli oneri previdenziali e fiscali rumeni, una vera bazzecola rispetto ai nostri. Così prevede Bruxelles dato che l’azienda interinale è rumena. E la stessa cosa vale per altri paesi dell’Est

Nel 2014 era invece emerso che le agenzie interinali rumene non assumevano solamente cittadini rumeni ma anche italiani. Il fenomeno non sembra essere limitato a poche aree geografiche ma ha diffusione nazionale. Secondo la Filt-Cgil di Padova erano circa un migliaio i cittadini italiani assunti come autotrasportatori dalle agenzie rumene, con contratti rumeni. E già lo scorso anno i sindacati sconsigliavano ai propri assistiti di farsi assumere con i contratti rumeni, denunciando allo stesso tempo come ad assumere la manodopera “rumenizzata” fossero principalmente grandi aziende italiane. La scorsa settimana la Filt-Cgil Toscana ha organizzato un flash mob a Firenze per denunciare il fenomeno del dumping nel settore dei trasporti toscano. Non si tratta di combattere la concorrenza degli autisti rumeni ma le pratiche illegali di quelle agenzie interinali (prevalentemente rumene) che assumono italiani con contratti di lavoro rumeni. Bisogna infine ricordare che ad avvantaggiarsi di queste tipologie di contratto non sono solo le agenzie interinali ma anche le aziende (prevalentemente italiane) che scelgono di avvalersi dei servizi delle agenzie interinali straniere.
Foto copertina: pixabay.com

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