Quanti positivi al Covid-19 ci sono in Italia?

Categorie: Opinioni

In Italia non sono mai stati fatti (o quanto meno non sono mai stati pubblicizzati) campionamenti sulla popolazione per vedere il grado d’incidenza del Covid sul territorio. Io trovo questo atteggiamento incomprensibile visto che il contagio lo si può combattere solo se si hanno dati attendibili. Altrimenti l’unica cosa che si può ottenere, è (come è capitato in Italia) di riuscire a massimizzare il numero di morti, di massimizzare i danni economici, di non aver creato la protezione di gregge e di aver sottoposto ad un lunghissimo lockdown la popolazione.



In America, per la gioia di noi matematici, per fortuna hanno fatto i primi test. Precisamente Cuomo ha annunciato i risultati del primo test sierologico a NYC (8 milioni a mezzo di abitanti). Il metodo di campionamento ha forti limiti perché hanno fatto test a chi andava ai supermercati (perciò ai “sani”) e quindi il risultato dei positivi dovrebbe essere ragionevolmente sottostimato. Comunque circa il 22% dei testati è risultato positivo agli anticorpi. Siccome, secondo le stime correnti, per sviluppare gli anticorpi occorrono fra i 20 e i 30 giorni, vuol dire che:



– quando il contagio è apparso in tutta la sua virulenza ben il 20% dei newyorkesi era già contagiato
– adesso il numero dei contagiati dovrebbe superare di gran lunga il 30 %.

Inoltre, al momento, i positivi a NYC calcolati con i tamponi (e quindi includono anche i positivi correnti) sono 145000 e cioè appena lo 1.7% della popolazione. Quindi il vero numero dei contagiati è almeno 15 volte superiore a quello ufficiale. Nell’intero stato di NY, la percentuale è minore, sul 13% come pure è minore la percentuale di tamponi positivi sulla popolazione (circa l’1%). Da notare che nello stato di NY le prime rilevazioni di focolai non sono state a NYC ma in comunità di anziani nell’entroterra, come è accaduto anche nello stato di Washington. Il dato è un indizio a favore del fatto che l’epidemia parte dove c’è un’ alta densità di popolazione (non un fatto molto strano, a dire il vero), crea una gran quantità di gente infetta che al più pensa di avere preso una influenza un po’ fastidiosa, inizia a diffondersi capillarmente e sembra apparire solo quando colpisce enclavi di soggetti sensibili. Se le cose stanno così, la strategia migliore è stata quella adottata dalla Germania che ha avuto sia la fortuna di essere stata colpita in un secondo tempo (e quindi di poter evitare errori fatti da atri paesi, Italia in primis) e sia la previdenza di prepararsi in tempo (a Gennaio avevano già fatto incetta di mascherine e durante il decorso della malattia hanno monitorato la malattia con una campagna di tamponi ben indirizzata). Non hanno fatto un lockdown estremo come in Italia (contenendo i danni all’economia) ma hanno attuato misure di contenimento che hanno rallentato il diffondersi della malattia (riducendo così la carica virale con cui uno, in media, veniva infettato) e hanno protetto le fasce di persone più deboli (avendo così molti meno morti dell’Italia).




La Svezia, invece, ha adottato la strategia originariamente proposta sia da Boris Johnson che da Trump. Cioè niente lockdown, ma puntare a fare circolare, con giudizio, la malattia fino a raggiungere l’immunità di gregge. L’economia non ha avuto danni ma la percentuale dei morti è stata pari a quella Italiana. L’Italia ha avuto la sfortuna di essere il primo paese occidentale che ha subito il diffondersi del virus. Inoltre abbiamo avuto la sfiga concomitante sia di informazioni errate e criminali date dall’OMS (tipo le mascherine non servono, non servono i tamponi, è poco più di una influenza, etc) e sia della mancanza d’informazioni “utili” provenienti dalla Cina.

La rsa Piccola Lourdes d Brandizzo

 

Poi ci abbiamo messo (e tanto) del nostro: le mascherine non sono arrivate in tempo (la CONSIP ha clamorosamente fallito), i medici sono stati costretti ad operare senza le adeguate protezioni infettando così le persone ricoverate, gli ospedali sono stati sommersi da malati lasciandogli solo la scelta o di dirottarli in case di cura (dove hanno infettato gli anziani facendone strage), o di non ricoverarli affatto lasciandoli a casa (e così hanno infettato tutta la famiglia creando il famigerato effetto family: ossia contagio e morte di vari membri dello stesso nucleo familiare), c’è stato un cortocircuito fra Stato e Regioni causato da un Titolo V della Costituzione da modificare totalmente, ci sono state fake news orientate politicamente propagandate da mezzi stampa che hanno spinto la popolazione a comportamenti errati, ci sono stati comportamenti da “sceriffi de nojaltri” dei nostri governanti (tipo inseguire con l’elicottero il cittadino che sta prendendo il sole da solo sulla spiaggia lasciando gli spacciatori liberi di operare senza problemi), ci sono state limitazioni pesanti delle libertà individuali e, dopo che abbiamo visto il Premier apparire continuamente ed assiduamente in TV per dire anche cose relativamente poco importanti, c’è stato un grave e clamoroso errore di comunicazione (sostanzialmente zero comunicazione) nel lancio dell’APP di tracciamento (tra l’altro scelta non concordandola con le opposizioni) compromettendone, forse in modo definitivo, il suo utilizzo. Insomma è stato un disastro mitigato solo da comportamenti, perfino eroici, delle singole persone. Ma, come diceva Brecht, uno stato “vero” non deve avere bisogno di eroi, basterebbero “solamente” dei politici all’altezza.

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