Povia contro il parroco di Trezzano sul Naviglio

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2017-08-31

Povia si scaglia contro coloro che gli “hanno ucciso l’anima” negandogli di fare un concerto in un patronato. È questo il prezzo che paga un artista per essere libero? O è quello che paga per raccontare cazzate su Internet?

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Giuseppe Povia conferma una volta di più il suo status di artista scomodo sgradito ai poteri forti, ai custodi dell’ortodossia e alle gerarchie ecclesiastiche. Ma soprattutto Povia conferma di essere un grande artista che riesce sempre a trovare un modo di far parlare di sé anche quando non si occupa di fare musica. In questi giorni Povia è impegnato a combattere la sua buona battaglia contro quei comunisti dell’ANPI che hanno fatto pressioni sul parroco di Trezzano sul Naviglio affinché annullasse il concerto acustico di Povia.

Povia non ha ancora capito chi comanda il mondo

Qualche giorno fa Povia aveva accusato l’ANPI di essere neonazicomunisti per aver chiesto al parroco della parrocchia di San Lorenzo di annullare il concerto previsto il 23 settembre. L’ANPI denunciava «la vicinanza del cantante a formazioni neofasciste», accusa che Povia ha respinto al mittente. Ma nel frattempo il Sindaco di Trezzano sul Naviglio ha negato il patrocino del Comune all’evento ed è accaduto l’inevitabile. Il parroco della parrocchia di San Lorenzo Martire ha infatti ceduto alle pressioni dell’ANPI e ha annullato il concerto acustico dal titolo “Giovani, voglia di futuro”.
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Potrebbe sembrare una punizione eccessiva, in fondo Povia non è proprio fascista. Certo, quando hanno lanciato delle molotov contro un albergo che avrebbe dovuto ospitare i migranti ha riso. Ma solo perché non c’era nessuno dentro. Povia oggi ci spiega che la libertà e la democriza hanno perso mentre hanno vinto “la mafia e la dittatura, in questo caso culturali”.

Qual è il prezzo da pagare per raccontare scemenze su Internet?

Povia racconta di essere un semplice menestrello che racconta solo la verità. Ma – per prendere in prestito un’espressione di Enrico Mentana – Povia non è altro che un avvelenatore di pozzi. La sua musica può piacere o non piacere, ma non è della sua musica che si discute. Perché Povia ormai non è più solo un cantante: è diventato la bandiera della ggente, di quelli che temono il NWO, le scie chimiche, i vaccini, i sionisti, George Soros, l’immigrazione e le lobby gay. Ed è davvero impossibile scindere l’artista dal complottista. Povia lo sa bene e gioca su questo per fare la vittima e raccontare che “non lo fanno più cantare”. Ma la verità è che si sta solo ritagliando una nicchia, uno spazio di mercato. E quella che può sembrare una sconfitta è in realtà una vittoria. Eccolo l’Artista che non si piega ai diktat del paradigma culturale dominante: scritturatelo per un concerto se siete davvero spiriti liberi. Questo è il vero messaggio pubblicitario.

Povia ne ha anche per Padre Paolo Formenton accusandolo di avere “una fede molto debole” e di non avere il semplice coraggio di farlo cantare. E la lezione di cattolicesimo è solo una delle tante lezioni che Povia ha impartito in questi anni. Perché Povia è un “cantautore che tratta di temi particolari”. Perché lui si informa, sull’Internet, e poi ci spiega ad esempio la guerra in Siria  scatenata dal quel burattinaio di Obama che ha creato l’ISIS. Oppure quando – abboccando alla gigantesca bufala dell’educazione gender – ci raccontava che il gender “è come il nazismo”. Da qualche anno Povia sta combattendo a suon di musica una guerra contro il Gender e soprattutto contro le famigerate lobby gay. Due anni fa Povia invece se l’era presa con quel massone servo di Israele che è Gianni Morandi chiedendosi come mai non viene gli viene dato lo stesso spazio sui media. Forse perché Povia scrive canzoni “contro la mafia sionista” e il NWO? Magari sono gli stessi che secondo Povia stanno dietro gli attentati di Parigi.

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