Con la pandemia, la povertà assoluta spaventa anche il Nord

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Il rapporto con i dati definitivi del 2020 pubblicato dall'Istat mostra una situazione in netto peggioramento rispetto al timido miglioramento registrato nel 2019

I bonus e i sussidi non hanno scongiurato l’aumento esponenziale della povertà in Italia nell’anno della pandemia. Il rapporto pubblicato dall’Istat sul 2020 ha messo in evidenza una realtà palese agli occhi di molti: tantissimi cittadini, infatti, hanno pagato e stanno pagando a caro prezzo la crisi economica provocata dall’emergenza sanitaria. Un diminuzione della ricchezza pro capite (e familiare) che ha colpito, per incidenza rispetto al recente passato, soprattutto il Nord Italia. E senza quei soldi versati nelle casse di molte persone, la situazione poteva essere ancora peggiore.



Povertà in Italia nell’anno del Covid, il rapporto dell’Istat sul 2020

I numeri parlano chiaro: quasi un italiano su 10, nell’anno della pandemia, vive in condizioni di povertà assoluta. Lo dice l’ultimo rapporto dell’Istat, basato su dati definitivi e consolidati. Circa 5,6 milioni di persone (e oltre due milioni di famiglie) che hanno visto la propria situazione economica non solo non migliorata, ma in alcuni casi anche peggiorata. Una diffusione della povertà in Italia omogenea, ma con tassi di incidenza abbastanza differenti.

Nel 2020, l’incidenza delle famiglie in povertà assoluta si conferma più alta nel Mezzogiorno (9,4%, da 8,6%), ma la crescita più ampia si registra nel Nord dove la povertà familiare sale al 7,6% dal 5,8% del 2019.Tale dinamica fa sì che, se nel 2019 le famiglie povere del nostro Paese erano distribuite quasi in egual misura al Nord (43,4%) e nel Mezzogiorno (42,2%), nel 2020 arrivano al 47% al Nord contro il 38,6% del Mezzogiorno, con una differenza in valore assoluto di 167mila famiglie.



A preoccupare maggiormente è il numero di famiglie che, nel 2020, hanno potuto effettuare spese al di sotto della soglia minima, statisticamente indicata. Si tratta del 7,7% dei cittadini italiani. Un numero altissimo che non si era mai visto. Il tutto nonostante i sussidi e i bonus profusi (non solo quelli in merito al recupero delle spese, ma anche quelli basati sul sostegno economico pro capite) nel corso del 2020 dal governo. Numeri alla mano, se non ci fossero state quelle misure (che hanno contribuito nel far calare il livello di “intensità”, concetto che si basa sulla “misura in termini percentuali quanto la spesa mensile delle famiglie povere è in media al di sotto della linea di povertà”) probabilmente il dato sarebbe stato ancora più elevato.

Il Nord è la zona che ha pagato più a caro prezzo la crisi. Per analizzare questo dato, però, dobbiamo fare riferimento al principio di incidenza: le Regioni settentrionali, infatti, erano quelle che da anni registravano un numero inferiore (rispetto al Centro e al Mezzogiorno) di italiani in povertà assoluta. Partendo da un punto più basso, però, si registra l’aumento più alto: dal 5,8% de 2019 al 7,6% del 2020. In termini assoluti, il Centro-Sud continua ad avere il maggior numero di persone e famiglie che vivono sotto la soglia della povertà.



(foto ipp clemente marmorino)