“Qua casca tutto”, l’audio che ha portato al sequestro del Ponte “Morandi” di Catanzaro | VIDEO

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Le intercettazioni hanno portato all'arresto di quattro persone. I materiali utilizzati per le opere di manutenzione straordinaria del viadotto calabrese (e di un tratto della statale 280) e le infiltrazioni della 'ndrangheta

Trasferimento fraudolento di valori, autoriciclaggio, corruzione in atti giudiziari, associazione per delinquere, frode nelle pubbliche forniture, con l’aggravante di aver agevolato associazioni di tipo mafioso. Questi sono i reati contestati, a vario titolo, alle quattro persone finite in manette questa mattina al termine dell’operazione denominata “Brooklyn” condotta dalla Guardia di Finanza del capoluogo calabrese. Il nome del viadotto, il Ponte Morandi di Catanzaro, fa riemergere nella memoria quella tragedia già vissuta a Genova il 14 agosto del 2018. Anche in questo caso, la struttura rischia di collassare su se stessa a causa dei materiali utilizzati per la manutenzione straordinaria.



 

Ponte Morandi Catanzaro, l’audio sui materiali utilizzati per la manutenzione

“A me serve un carico 488 urgente, altrimenti devo vedere… devo mettere quella porcheria di… qui sui muri eh”, afferma il direttore tecnico dei lavori di manutenzione. Si parlava del viadotto Bisantis, meglio conosciuto come il Ponte Morandi di Catanzaro. Il colloquio telefonico – intercettato dalla Guardia di Finanza – era con il fornitore dei materiali che rispondeva laconicamente: “Eh fai una figura di merd*a perché quel prodotto non funziona”. Un materiale non performante che aveva già evidenziato tutte le sue lacune.



In un altra intercettazione, a parlare è il capo-cantiere che – rivolgendosi al direttore tecnico dei lavori – afferma: “Noi al Morandi con questo materiale l’abbiamo fatto. E casca tutto”. Questo audio non fa riferimento ai lavori sul viadotto Bisantis, ma a quelli che si stavano effettuando su un tratto della strada statale “Dei due Mari” (la SS208). Ma sono gli stessi protagonisti a fare riferimento alla stessa tipologia di materiali utilizzati per la manutenzione straordinaria del “Morandi” del capoluogo calabrese.

Secondo l’accusa, due imprenditori sarebbero coinvolti in questa vicenda. Entrambi, per “esigenze finanziarie”, avrebbero dato il via libera all’utilizzo di materiali scadenti per le opere di manutenzioni straordinarie di cui avevano vinto l’appalto. Si tratta del ripristino del calcestruzzo sul Ponte Morandi di Catanzaro e il rifacimento dei muri di contenimento di un tratto della SS208. Il tutto sarebbe con la complicità di un ingegnere dell’Anas e di un direttore dei lavori.



(foto e video: da Guardia di Finanza)