Le balle di Pinuccia Montanari su Spelacchio

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-01-11

Con un clamoroso esercizio di honestah intellettuale, l’assessora all’ambiente risponde alle osservazioni dell’ANAC sull’alberello dando numeri sbagliati sulle spese “pazze” delle precedenti amministrazioni e paragonando mele con pere. Un giochetto di bassa comunicazione che offende l’intelligenza dei romani

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Oggi è l’ultima giornata di Spelacchio, l’albero di Natale della Capitale. Visto che è stato un successo l’assessora Pinuccia Montanari ha invitato tutti i romani alla cerimonia di saluto che avrà luogo oggi alle ore 19. L’assessora, in nome dell’onestà e della trasparenza che contraddistingue il suo mandato ha accuratamente evitato di menzionare l’esito della verifica fatta dall’Autorità nazionale anti corruzione (ANAC) che ha rilevato che per Spelacchio il Comune di Roma ha affidato il servizio alla stessa cifra per la quale nel 2015 vennero allestiti e addobbati due abeti (uno al Colosseo e uno in Piazza Venezia).

Per la Montanari Spelacchio è stato un successo

Qualche giorno fa l’assessora sottolineava i meriti dell’operazione Spelacchio che “ha occupato pagine e pagine delle principali testate nazionali e internazionali”. La Montanari – ancora in preda alla magia del Natale – ha aggiunto che l’albero della vergogna “È entrato nel quotidiano della gente e ha rapito l’attenzione di radio e tv”. Il fatto che giornali e televisioni abbiano parlato dell’albero perché era brutto e per quanto era costato è un dettaglio evidentemente di poco conto per chi ha fatto dell’onestà intellettuale la propria ragione di vita. E passi che anche sulla rimozione dell’abete il M5S abbia dimostrato di non avere le idee chiare.
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Ma oggi è la giornata dell’orgoglio. L’albero spelacchiato ha esaurito il suo compito e verrà finalmente rimosso. Ieri sera l’assessora Montanari ha rimarcato come l’albero di Natale sia costato “meno rispetto a quello che hanno speso le amministrazioni che ci hanno preceduto per gli allestimenti natalizi“. Quest’anno infatti, precisa l’assessora all’Ambiente “l’abete rosso di 21 metri donato dalla Comunità di Val di Fiemme è costato 37 mila euro più Iva e oneri di sicurezza” che comprendono ovviamente anche lo smontaggio e lo smaltimento dell’alberello.

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I più attenti avranno già notato alcune imprecisioni. La prima è un piccolo errore di calcolo visto che l’affidamento diretto è pari a 39.899,24 euro (che arrivano a quasi 50mila se si aggiungono iva e oneri per la sicurezza). La seconda è più sottile: Pinuccia Montanari dice che l’albero è costato meno di quanto è stato speso negli anni passati per gli addobbi natalizi. Ed è certamente vero visto che gli addobbi natalizi comprendono anche altre decorazioni nelle vie del centro storico e non solo l’allestimento dell’albero. Infine: perché la Montanari non parla di quanto è stato speso nel 2016?

Lo strano modo di fare i conti dell’assessora Montanari

Ed è vero che nel 2014, ad esempio, il Comune spese 231mila euro per gli addobbi (esclusi Iva e oneri si parla di 183.266,39 euro). Quello che la Montanari però non dice è che quella cifra comprendeva oltre al posizionamento di abeti di grandi dimensioni anche l’allestimento di “addobbi vari presso il centro storico e i Municipi di Roma Capitale tramite la posa in opera di piante e quant’altro necessario, compresa la collocazione degli abeti di grandi dimensioni nelle località più rappresentative della città, da allestire come alberi di Natale dotati di addobbi e luminarie”.
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Nel 2014 quindi la precedente amministrazione spese 183mila euro (più iva) per l’allestimento del Natale in tutta Roma e nel Centro Storico. Quest’anno invece il Comune ha speso quasi 40 mila euro per un solo albero. Nel 2015, denuncia l’assessora pentastellata, la spesa per il Natale è arrivata a 96mila euro. Peccato però che per il “Servizio di trasporto, posizionamento in cassoni per n. 2 alberi per il Natale 2015 di 22 metri da collocare a Roma, comprensivo di rimozione e smaltimento al termine delle festività natalizie” il Comune abbia speso 31.534,26 (38.471,80 euro Iva compresa). A questo vanno aggiunti (per il 2015) 35mila euro per il noleggio delle luminarie per i due alberi.
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Insomma nel 2015 il Comune per due grandi abeti natalizi ha speso qualcosa in meno di quello che ha speso quest’anno. Ed in effetti anche i 5 Stelle l’anno scorso se ne erano accorti. Nel 2016 per l’albero di Piazza Venezia Roma spese 14.990.75 euro (iva e oneri inclusi). L’anno scorso per ovviare alle critiche la Giunta riempì l’albero di luci (il cui costo ovviamente esula da quello di trasporto e allestimento). Quest’anno quindi il Comune ha speso più del doppio dello scorso anno affidando per altro l’allestimento alla stessa ditta (Ecofast Srl) che si era aggiudicata il bando nel 2014, 2015 e nel 2016.
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Quanto si deve spendere per un albero di Natale? Non è questo il punto. Si possono spendere 15mila euro (e il M5S l’ha fatto) per un albero oppure 40mila come quest’anno. Se ne possono spendere anche 40mila per due alberi grandi quanto Spelacchio. Il punto è l’onestà e la trasparenza. L’onestà di non paragonare le spese per gli addobbi natalizi a Roma con quelle per un singolo abete. Senza contare che nel bando di gara di quest’anno non era previsto l’allestimento delle luminarie con le quali Spelacchio è stato generosamente rimpolpato per le quali non si sa quanto sia stato speso. La trasparenza di dire perché nel 2015 si è speso meno della metà di quest’anno. Ci sarebbe infine da spiegare come mai la determina dirigenziale per lo svolgimento per la gara sia datata 13 novembre quando Spelacchio avrebbe dovuto essere posizionato in Piazza Venezia appena venti giorni dopo, il 1 dicembre. Motivo per cui nella determina era prevista la possibilità di procedere d’urgenza con una procedura di affidamento diretto senza gara (cosa che è puntualmente avvenuta).
 

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