Perché questa foto rischia di far saltare la legge elettorale (anche se…)

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2017-06-08

Il M5S nonostante il parere contrario della Commissione vota sì ad un emendamento della forzista Biancofiore e fa saltare l’accordo sulla legge elettorale. Di Battista incolpa i franchi tiratori del PD. Ma la foto è una mezza bufala. E dai conti si capisce che…

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Questa mattina la maggioranza è andata in frantumi sulla legge elettorale. A certificarlo è l’esito della votazione su un emendamento di Forza Italia che riguarda le minoranze linguistiche in Trentino Alto Adige che è passato nonostante il parere contrario della commissione.

Il voto segreto che fa saltare l’accordo

L’emendamento  era stato presentato da Michaela Biancofiore (FI) ed è passato con 270 sì, 256 no e un astenuto. Durante la votazione segreta però per un disguido tecnico il tabellone luminoso della Camera ha mostrato i voti come se fosse a scrutinio palese. La foto mostra come dai banchi del 5 Stelle ci sia una selva di voti favorevoli. Al contrario dalla parte del PD i voti sono quasi tutti contrari. Fa eccezione – a sinistra – il voto favorevole dei parlamentari del gruppo di MPD Articolo 1.
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Ora a causa di quell’errore tecnico è molto semplice vedere chi ha votato a favore e chi ha votato contro. Ma Alessandro Di Battista riesce a confezionare un capolavoro per spiegare ai suoi elettori quello che è successo secondo lui.
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In un post su Facebook Di Battista prima scrive che l’emendamento era stato presentato da Riccardo Fraccaro, cosa non è vera perché ad essere stato votato era quello della Biancofiore. Che però è di FI e sappiamo che il MoVimento ha qualche remora a farsi vedere d’accordo con la vecchia politica. Si passa alla fantasiosa spiegazione sul perché l’emendamento è passato. In Commisisone i partiti che sostengono la legge si erano accordati per il voto contrario. In Aula invece Fraccaro – che aveva presentato un emendamento identico a quello della Biancofiore –  lascia intendere l’appoggio del suo gruppo all’emendamento. Per Di Battista “l’hanno votato tantissimi del PD”. Luigi Di Maio, Roberto Fico e Daniele Toninelli hanno tutti votato sì all’emendamento.


A Di Battista però questa spiegazione non basta, ci deve essere anche qualcosa che faccia pensare ad un piano preordinato. Ed ecco tornare fuori i franchi tiratori. Il portavoce del M5S ricorda come i franchi tiratori del PD già impallinarono Prodi nella corsa verso il Quirinale nel 2013. Ergo: sono stati di nuovo loro. Ed è qui che le due narrazioni (quella del PD e quella del M5S) collidono, perché il tabellone non mente: il PD ha votato contro. Quello però era il voto per l’emendamento Biancofiore, non per quello di Fraccaro che era identico e che è stato votato successivamente a scrutinio segreto senza errori.

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Il termine della votazione – a scrutinio segreto – sull’emendamento Biancofiore

Che qualcuno, una volta risolto l’errore tecnico sul voto dell’emendamento Biancofiore, abbia cambiato idea facendo saltare la maggioranza? A questo punto è possibile che quando il voto è proseguito (con scrutinio segreto, alla Camera in quel caso è possibile anche cambiare la propria preferenza) siano saltati fuori i franchi tiratori che hanno impallinato la maggioranza. Ma chi sono? Da una parte abbiamo il M5S che vota in maniera difforme da quanto deciso in Commissione, dall’altra dei numeri che non tornano.

«La legge elettorale è morta»

Emanuele Fiano, relatore del provvedimento di legge dopo il voto in Aula ha detto “”La legge elettorale è morta, e l’hanno uccisa i 5 Stelle”. Lorenzo Guerini a Montecitorio invece invita a fare una valutazione e a verificare le condizioni minime per andare avanti. Guerini ricorda che quello approvato è un emendamento che lo stesso M5S aveva bocciato in commissione e fa notare come “due terzi del gruppo M5S esultava nel momento del voto”. Guerini ha chiesto a Roberto Fico di ritirare gli emendamenti del M5S “sennò è complicato andare avanti”. Fico però ha risposto “impossibile”.
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Complessivamente sono 59 i franchi tiratori che hanno fatto approvare i due emendamenti identici presentati da Riccardo Fraccaro e Michela Biancofiore  sulla circoscrizione del Trentino sui quali la Commissione aveva espresso parere contrario. Secondo i tabulati la maggioranza allargata composta da Forza Italia (46), Lega Nord (18), PD (246) e M5S (82) avrebbe avuto complessivamente a disposizione 392 voti (calcolando solo i parlamentari partecipanti al voto). A questi vanno aggiunti i 5 deputati delle minoranze linguistiche. Toale: 397 voti.  Togliendo gli 82 voti del M5S che aveva annunciato il voto a favore all’emendamento Biancofiore/Fraccaro (seppure contro il parere del relatore di maggioranza) restano 315 deputati. I voti contrari però sono stati 256 quindi al conto mancano 59 voti. Sono quei 59 che hanno affossato la legge elettorale. Certo se gli 82 pentastellati avessero votato con la maggioranza come da accordi gli emendamenti non sarebbero passati perché la maggioranza di 270 si sarebbe ridotta a 188 voti. Ma quindi dove stanno i franchi tiratori? Guardando il tabellone non è possibile dirlo con certezza perché la votazione è poi stata conclusa a scrutinio segreto. Nella foto i voti verdi sono infatti quasi tutti nell’area dove siedono i deputati del M5S e del centrodestra (escludendo ovviamente Articolo 1 e SEL). Dopo l’intervento di Fraccaro si sapeva che i 5 Stelle avrebbero votato sì. Quei 59 franchi tiratori non possono venire da una parte sola. Perché da soli i grillini non avrebbero avuto i numeri per far passare l’emendamento. Forza Italia nemmeno, nemmeno la Lega. Il PD sì. Ma è più probabile che i franchi tiratori si siano distribuiti su più partiti. Se invece i grillini avessero votato no i franchi tiratori non avrebbero avuto la possibilità di far passare l’emendamento.
 
 

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